Sarkozy, Craxi, il Cav. e le radici dell'erotismo nazionale
Quella che chiamate volgarità, signori, significa modernizzazione del paese
Qualche mese prima delle presidenziali, Cecilia, allora moglie del candidato Sarkozy ,scappò a New York con il suo amante. Lui sconvolto sparì dalla circolazione per due giorni mentre infuriavano pettegolezzi e paparazzi. Poi Sarkozy decide che deve reagire, si presenta senza essere invitato a un tg della sera, dice che sta attraversando una crisi coniugale come quella di tanti altri francesi, che soffre per amore, che intende riconquistare la donna amata.
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Qualche mese prima delle presidenziali, Cecilia, allora moglie del candidato Sarkozy ,scappò a New York con il suo amante. Lui sconvolto sparì dalla circolazione per due giorni mentre infuriavano pettegolezzi e paparazzi. Poi Sarkozy decide che deve reagire, si presenta senza essere invitato a un tg della sera, dice che sta attraversando una crisi coniugale come quella di tanti altri francesi, che soffre per amore, che intende riconquistare la donna amata: piange in diretta, polverizza record d'ascolto, rattoppa per qualche mese il rapporto con la moglie, viene eletto presidente. Per la prima volta in Europa un leader, un uomo pubblico, è costretto a mettere a nudo la propria vita, i propri affetti, lo stato del cuore e dell'anima, sapendo che verrà giudicato anzitutto sulle sue capacità di affrontare e risolvere una crisi privata, una questione d'amore.
E' la conferma che la vita privata dell'uomo pubblico non esiste: fa parte del novero delle cose documentabili che permettono all'opinione, ai cittadini di farsi un'idea più precisa del carattere di un leader, se ha rispetto per la donna che gli sta accanto o se è sfuggente, infantile e arrogante, se sa riconoscere i propri errori o si ostina nella menzogna, se ha coraggio o meno nelle difficoltà. Le democrazie europee si sono messe dunque al passo con l'America, costrette ad accettare quello che fino a oggi per cultura, snobismo e cinismo avevano respinto e ignorato. La “lex americana” non viene dalla tradizione morale di chi crede nella responsabilità individuale e nella dignità dell'esempio, o comunque non è solo questo: è il portato ineliminabile dei sistemi democratici avanzati che riposano sulla fiducia e sul consenso, si rafforzano nella trasparenza e nella lotta politica danno grande importanza all'immagine.
A differenza di Sarkozy, il presidente del Consiglio italiano non deve conquistare un potere che ha già saldamente in mano e da tempo: sa dunque che non sarà giudicato dagli italiani perché si è spezzata l'armonia della sua vita coniugale, sa che non perderà un voto per questo semmai ne guadagna. Per di più non c'è un lui o una lei in fuga d'amore, non c'è il terzo incomodo che si alzi in piedi e dica con voce stentorea sì, lo amo, la amo, ci amiamo. O dica ebbene sì, c'è stato abuso di potere, mi ha fatto mettere sotto il tavolo come nel caso dello sciagurato Clinton. Manca come dire la pistola fumante, c'è invece una cortina di fumo. La specificità del caso italiano è nel modo in cui la stanno vivendo tutti gli altri, quelli che scrivono e fanno opinione e che puntano il dito sulla pochezza culturale e l'assenza di eleganza, di stile.
Ma davvero questo paese si presenta come un'immane distesa di volgarità e degrado? Davvero c'è un potere che sta riducendo il corpo di una donna a gnocca, il desiderio, la seduzione a disponibilità servile, magari con la complicità di genitori dotati di forte spirito imprenditoriale? Davvero il paese sarebbe mortificazione e senso di morte, “prendimi, dammiti, cuccurucu” mentre fuori la peste infuria? Davvero sarebbero gli effetti ultimi del berlusconismo maturo e tronfio, ormai prossimo alla decadenza che emanerà gli stessi cattivi odori di stalla e di scuderia della fine del regno di Mitterrand in Francia? Che il potere attiri, seduca inebri, che lo faccia in misura tanto più grande quanto più è grande, non è una novità e non l'ha certo inventata Berlusconi. D'altronde un potere che riposa solo su una presunta razionalità delle idee, trascura il corpo, nasconde la seduzione, fa del sesso un segreto, sfocia inevitabilmente nella ghigliottina o in una guerra mondiale. Persino una rivoluzione sarebbe ben povera cosa, whitout copulation, senza la copula. La forza della democrazia sta nel fatto che l'intreccio tra politica e allusione sessuale è pubblico, e rientra addirittura in un modo o nell'altro nel novero delle attività di governo.
Il mitico Jfk era sempre in tiro come un cervo a primavera: se in sala nelle prime file non gli avessero messo a sedere belle e disponibili fanciulle non avrebbe avuto la scarica di adrenalina per infiammare il pubblico. Cose, diciamo, disdicevoli e in qualche modo volgari avvengono da tempo, da molto prima che il premier italiano si mettesse a distribuire farfalline amorose. Nel nostro paese l'esibizione dell'intreccio tra sesso e potere avviene in modo marcato negli anni 80. Non è solo per edonismo, per reazione alla cupezza degli anni precedenti o per induzione dell'allora nascente televisione commerciale. Fa parte della modernizzazione del paese realizzata da Craxi. Attorno agli uomini e ai luoghi del potere belle donne cominciano a frequentare con disinvoltura, escono dal segreto in cui le aveva confinate il trentennio democristiano. E' una donna appariscente che non disdegna scollature generose, reggicalze e perché no calze a rete. Fatto fuori Craxi è l'era del tubino nero post comunista, per intenderci, stile Bianca, Serena, Concita e tutte quante. Come se l'icona dell'erotismo nazionale potesse essere la donna colta e coperta fino al collo, spesso intelligente ma diciamocelo un filo rompi-coglioni. E non il fiore di carne che si toglie sensualmente calze e reggicalze sulle note di Abat-jours, facendo ululare Marcello. E con lui tutti gli uomini del mondo.
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