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Europa multietnica - L'inchiesta di Giulio Meotti

Giulio Meotti

Al numero 114 di Jan Hanzenstraat c'è il cuore della moderna schizofrenia olandese. E' lì che si trova la moschea el Tawheed, “il Monoteismo”, una delle più popolari in città. Un luogo unico al mondo, che soltanto in Olanda potrebbe esistere.

    Da oggi in edicola col Foglio l'inchiesta di Giulio Meotti sul tramonto del multiculturalismo in Olanda.

    Al numero 114 di Jan Hanzenstraat c'è il cuore della moderna schizofrenia olandese. E' lì che si trova la moschea el Tawheed, “il Monoteismo”, una delle più popolari in città. Un luogo unico al mondo, che soltanto in Olanda potrebbe esistere. Siamo nel quartiere operaio di Old West, che qui chiamano “South Bronx”. Una scritta in perfetto olandese invita a rispettare la privacy. Al di là della strada un coffeshop serve droghe leggere e graffiti di donne nude con bocche da fellatio adornano le mura attorno. Accanto alle ragazzine in t-shirt passano donne musulmane in burqa e chador. La moschea, di proprietà saudita, divenne nota il 2 novembre 2004 quando Mohammed Bouyeri, un giovane islamista che frequentava il luogo di preghiera, tagliò la gola al regista Theo van Gogh, discendente del fratello del celebre pittore Vincent. Qui pregava Samir Azzouz, condannato a otto anni per aver progettato l'assassinio di Geert Wilders, politico antiislamico che ha buone possibilità di vittoria alle prossime elezioni europee. L'imam è un egiziano che gestisce un ristorante dall'altra parte della strada e la moschea offre lezioni in olandese per i molti convertiti all'islam dalla pelle bianca. Ma anche prima che Bouyeri tagliasse “come una pagnotta” la gola a Van Gogh, la moschea era assurta alle cronache per aver venduto libri che giustificano l'uccisione degli omosessuali e la lapidazione delle adultere. E' una delle moschee che Wilders vorrebbe chiudere. (continua)

    Giulio Meotti è stato due settimane in Olanda, paese multietnico all'avanguardia nella collisione fra l'islam e la democrazia occidentale. La sua è un'inchiesta sul successo di Geert Wilders e il tramonto del multiculturalismo. Questa è la prima puntata. Seguiranno una giornata con gli amici di Theo van Gogh; un racconto su Rotterdam, la città di Pim Fortuyn; l'incontro con una fotografa iraniana a cui gli ayatollah danno la caccia; un clamoroso caso di autocensura sull'antisemitismo islamico e un'intervista con un accademico sotto protezione perché condannato a morte dai fondamentalisti islamici.

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    • Giulio Meotti
    • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.