Coppie sul fatto
Così Fini conferma alle associazioni gay che sui loro diritti darà battaglia
Non si è parlato apertamente di coppie di fatto ma, di fronte ai rappresentanti delle cinque più importanti associazioni non politiche degli omosessuali italiani, il presidente della Camera Gianfranco Fini ieri ha detto di più. Il presidente ha confermato che “al centro della mia politica ci sono i diritti civili della persona umana” tanto che il portavoce del presidente, incalzato sulle unioni di fatto, spiega precisando che “tutto il resto viene a cascata”. Leggi Fini verso il sì alle coppie di fatto
Non si è parlato apertamente di coppie di fatto ma, di fronte ai rappresentanti delle cinque più importanti associazioni non politiche degli omosessuali italiani, il presidente della Camera Gianfranco Fini ieri ha detto di più. Il presidente ha confermato che “al centro della mia politica ci sono i diritti civili della persona umana” tanto che il portavoce del presidente, incalzato sulle unioni di fatto, spiega precisando che “tutto il resto viene a cascata”. E dunque forse Fini non ha mai fatto riferimento a specifici progetti di legge che d'altra parte sono ancora lontani nel calendario – benché alcuni deputati siano già a lavoro – ma il presidente ieri ha dato rassicurazioni di carattere culturale sulle prospettive del centrodestra che lui immagina: “Quelle omosessuali – ha detto – sono tendenze affettive che devono essere protette”. Per questo il presidente dell'Arcigay, Aurelio Mancuso, dice che “si deve fare un passo alla volta”. Il primo è approvare la legge contro l'omofobia promossa dal deputato democratico e omosessuale dichiarata Paola Concia.
Se ieri le associazioni gay non hanno voluto tirare per la giacca il presidente Fini (“a lui lo abbiamo spiegato subito per rispetto istituzionale: ‘Presidente, sulle unioni non le chiediamo nulla') è pur vero che usciti dallo studio di Montecitorio dicono che “si è trattato di un incontro non solo molto interessante, ma molto importante”. D'altra parte, al Foglio, Mancuso, poco prima di incontrare Fini aveva detto: “Ci rende felicissimi l'ipotesi che lui possa impugnare la bandiera di una battaglia a favore dei diritti delle coppie di fatto, anche se siamo stanchi di troppe parole”. Strano che questa sensibilità sia manifestata dal centrodestra? “No. Fini vuole creare una destra laica, come esiste nel resto d'Europa”, dice Paola Concia. E Mancuso aggiunge: “E' più probabile che una legge sulle unioni arrivi da destra che da sinistra. E' sempre stato così. Sembra un paradosso, ma sono sempre i conservatori a introdurre novità in tema di diritti”.
“La destra dei diritti”, evocata dal presidente (di sinistra) dell'Arcigay, è il titolo dell'editoriale di ieri in prima pagina sul Secolo d'Italia, l'ex giornale di An attorno al quale si sono concentrati i deputati del Pdl che – come dice l'ex missino ora nel Pdl Fabio Granata – “condividono le posizioni di Fini e lo seguono. Benché lui non ci tenga poi molto né a costituire una corrente né – spiega Granata – a rimarcare le vecchie categorie politiche di destra e sinistra”. Ma la vocazione di questa “destra dei diritti” evocata dal Secolo, sul tema delle coppie di fatto non sembra coincidere del tutto – “ci mancherebbe”, dicono i finiani al Foglio – con la posizione dell'associazionismo gay. “Noi vogliamo il matrimonio per le persone dello stesso sesso”, spiega Paola Concia. E Mancuso: “Quella è la nostra posizione. Poi, certo – aggiunge – staremmo al compromesso che verrebbe fuori dal dibattito parlamentare. Ma è un fatto che anche le nostre siano famiglie a tutti gli effetti”.
Eppure persino Fini ha negato ogni ipotesi di, anche lontana, equiparazione tra la famiglia, “eterosessuale e monogamica”, e le unioni tra conviventi. E' un limite invalicabile. “C'è un po' di ipocrisia – risponde Mancuso – forse che Fini o Casini (Casini ha convissuto ma poi si è sposato, ndr) non convivono anche loro? E non è vero che la gente definisce comunemente anche quelle convivenze con la parola ‘famiglia'? Detto questo – dice Mancuso – Fini è stato il primo presidente della Camera ad ascoltarci e riceverci. E siamo entusiasti che lui ne faccia una questione di diritti umani e civili”. Ovvero? “Noi non siamo ‘diversi' dagli altri esseri umani e non vogliamo essere considerati quasi come dei portatori di handicap – spiega l'onorevole Concia – Quando Fini allarga lo spettro della questione riferendosi al diritto generale della persona umana, dimostra un approccio laico nel quale ci riconosciamo”.
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