Atomo globale
Nel mondo dell'ambientalismo militante, non è raro trovare analogie più o meno dirette con la religione. Parole come “missione” e “conversione” fanno parte del vocabolario verde fin dai suoi inizi. Stephen Tindale è stato direttore di Greenpeace Uk dal 2001 al 2005, e per vent'anni si è battuto contro l'energia nucleare, ritenendola “sbagliata, in parte per ragioni legate all'inquinamento e alle scorie, ma soprattutto per il rischio degli ordigni nucleari”, diceva. Poi, però, ha cambiato idea.
Nel mondo dell'ambientalismo militante, non è raro trovare analogie più o meno dirette con la religione. Parole come “missione” e “conversione” fanno parte del vocabolario verde fin dai suoi inizi. Stephen Tindale è stato direttore di Greenpeace Uk dal 2001 al 2005, e per vent'anni si è battuto contro l'energia nucleare, ritenendola “sbagliata, in parte per ragioni legate all'inquinamento e alle scorie, ma soprattutto per il rischio degli ordigni nucleari”, diceva. Poi, però, ha cambiato idea. Una sorte simile a quella di non pochi militanti di quel mondo, dal “guru” James Lovelock (l'inventore di Gaia) al fondatore di Greenpeace, Patrick Moore.
Con un'intervista al quotidiano inglese The Independent che ha fatto scalpore, Tindale ha sconfessato pubblicamente i suoi ultimi vent'anni: “E' stata come una sorta di conversione religiosa – ha detto – Essere antinuclearista costituiva, per un lungo periodo, una parte imprescindibile dell'essere ambientalista. Ma ora mi sono accorto che è molto diffusa la visione che l'energia nucleare, sebbene non rappresenti una soluzione ideale, sia preferibile ai cambiamenti climatici”. Ieri Stephen Tindale era a Roma, dove ha presentato il nuovo blog che Chicco Testa, un altro ambientalista “convertito” al nucleare, ha aperto in questi giorni, www.newclear.it. All'incontro organizzato da Reti, Tindale ha ribadito quanto detto all'Independent: ben venga il nucleare, ma solo perché produce meno CO2 degli impianti a carbone e quindi limita il riscaldamento globale. “Se andiamo avanti così – ha detto – è in gioco la nostra sopravvivenza sul pianeta. Ma il cambiamento climatico può essere controllato dall'uomo: così saremo più sani, più felici e più ricchi”.
L'idea di Tindale, che il Foglio incontra dopo la presentazione del blog di Testa, è che “il nucleare non è la soluzione, ma è parte di essa”. Ammette di “essersi sbagliato” nei suoi anni di militanza dura e pura, e come Testa prima di lui, tiene a precisare che “non è vero che tutti gli ambientalisti sono contro il nucleare”. Così come non tutti gli scienziati, però, sono d'accordo sul fatto che i cambiamenti climatici siano colpa dell'uomo. La sua risposta è prevedibile: “L'Ipcc, il panel intergovernativo delle Nazioni Unite che studia i cambiamenti climatici, ha detto che la certezza che il riscaldamento globale sia di origine antropica è superiore al 90 per cento. Se anche si rivelasse vero il restante dieci per cento, il rischio è troppo grosso: non possiamo giocarci la nostra sopravvivenza”. L'Ipcc è l'organismo più citato da chi sostiene che il clima cambi per colpa nostra, ma è anche vero che non rappresenta tutti gli scienziati esperti in materia nel mondo, i quali in numero sempre più crescente contestano questa teoria: “Non è vero – ribatte Tindale – il loro numero non sta crescendo”. Però è vero che diversi climatologi stanno abbandonando lo stesso Ipcc perché non convinti delle tesi più radicali: “Sì, ma sono quelli che erano scettici fin dall'inizio”. Nessun dubbio invece per l'ex direttore di Greenpeace in Inghilterra, che oggi lavora per la Rwe, società nel campo delle energie rinnovabili e del nucleare, “dove sono andato dopo avere cambiato idea”, precisa.
Com'è possibile però che tanti ambientalisti rimangano sulle barricate degli anni Sessanta in questo campo? “Il nucleare non è la forma di energia ideale, ha costi elevati e lascia scorie che durano migliaia di anni. Questo era il cavallo di battaglia delle associazioni ambientaliste, per chi ha combattuto per venti-trent'anni in una direzione non è semplice cambiare opinione da un giorno all'altro”. Non sembra però che queste Ong propongano grandi alternative, l'impressione è che restino sul “no” e basta. Tindale non è d'accordo: “Forse è così in Italia, ma in Gran Bretagna le associazioni ambientaliste sono state molto attive nel promuovere le energie alternative. Quello che però deve essere accettato da tutti è che oltre a queste forme di energia serve anche quella nucleare”. Le rinnovabili, infatti, “copriranno il fabbisogno energetico del mondo non prima del 2040, ma continuando così al 2040 il nostro pianeta non arriva”. Resta da capire se dietro a questo rifiuto ci sia un problema di business o ideologico. “Credo sia una somma di diversi fattori – risponde – Come ho detto, certe posizioni non sono facili da cambiare, poi bisogna tenere conto di chi le finanzia e del fatto che comunque queste associazioni devono in qualche modo rispondere ai loro iscritti”. La difesa del nucleare da parte di Tindale è però la difesa di uno strumento buono per fermare il cambiamento climatico e basta. Se infatti succedesse che, come lui stesso ha scoperto di essersi sbagliato sul nucleare dopo tanto tempo, tra qualche anno ci si accorgesse che gli allarmi sul riscaldamento globale erano sovrastimati ed esagerati, questa forma di energia non sarebbe più difendibile: “Se accadesse, non ci sarebbe nessuna argomentazione a favore dell'energia atomica. Ma non succederà”.
Durante l'incontro Chicco Testa era sembrato più moderato, e l'impressione che il “sì” al nucleare possa trovare forza anche dalle posizioni non sempre condivisibili sull'apocalisse fatta in casa a suon di emissioni di gas serra emerge a più riprese durante il suo intervento: l'ex presidente di Enel parla soprattutto di inquinamento, non crede che il petrolio finirà a breve (come lo stesso Tindale, peraltro) e mostra un atteggiamento disincantato sulla funzione salvifica di eolico e solare. Pensano che la CO2 prodotta dall'uomo ci arrostirà tutti? – sembra dire – Vadano fino in fondo e ammettano che la soluzione più immediata e sicura è proprio quella nucleare.
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