Lerner si è arrabbiato per l'inchiesta su Siegel / 1

Caro Gad, mi vien voglia di prenderti per il collo

Giuliano Ferrara

Gad Lerner si è arrabbiato per un'inchiesta sulla vicenda che lo oppone a Leo Siegel, un leghista chiassoso che ha dato voce nella radio dei padani alle viscere del popolo milanese e lombardo (avversione ai Rom, "questa banda di ladri", e a giornalisti e ideologi di sinistra che censurano i sentimenti sociali di insicurezza e di paura come espressione gretta, belluina di razzismo).

Leggi Lo strano caso del dr Lerner e mr Siegel

    Gad Lerner si è arrabbiato per un'inchiesta sulla vicenda che lo oppone a Leo Siegel, un leghista chiassoso che ha dato voce nella radio dei padani alle viscere del popolo milanese e lombardo (avversione ai Rom, "questa banda di ladri", e a giornalisti e ideologi di sinistra che censurano i sentimenti sociali di insicurezza e di paura come espressione gretta, belluina di razzismo).

    Siegel è un Impresentabile, e come tale lo abbiamo descritto, non senza ironia. Pensiamo però che questa Impresentabilità, moltiplicata per milioni di voti espressi soprattutto nel Nord, sia un fenomeno sociale e politico, non un inestetismo da censurare ma qualcosa da curare e rimuovere con buone leggi e buoni e civili comportamenti in tema di sicurezza e immigrazione.

    Gad invece è la Rispettabilità fatta persona, e glielo abbiamo riconosciuto, anche qui non senza ironia. Si può perfino permettere, questo vecchio e amabile estremista, di farci la lezione sul pericolo del "passaggio dalle parole ai fatti", un pericolo che tipacci come noi denunciano dai tempi dei linciaggi antifascisti militanti e del terrorismo dei compagni che sbagliano, nei "formidabili" anni Settanta.

    Abbiamo fatto un'inchiesta che registrava sia l'Impresentabilità dell'uno sia la Rispettabilità dell'altro. Ci è parso però di capire che, nel caso di un potente milanese dell'establishment, darsi del bastardo e proporsi come perseguitato nel momento in cui vuole tappare la bocca a un tribuno spericolato e vociante dei desperados dell'hinterland, che hanno il vizio piccolo borghese della paura dei ladri e altri vizi compatibili con il funzionamento di una democrazia, sia un gioco di vanità a forte rischio di ineleganza. Caro Gad, ho sempre detto che sei un adorabile furbastro, e adesso che ti ribelli a un'inchiesta e fai mandar lettere dall'avvocato, mi vien voglia anche di prenderti per il collo, come voleva fare il caro Leo, lo sventurato, e darti di nasone. Tanto so che non mi querelerai. Sono un tuo pari.    
    Con osservanza e distinti saluti, anche all'avvocato Dawan al quale rispondiamo nel Foglio di carta.

    Giuliano Ferrara

    Scrive Gad Lerner sul suo blog www.gadlerner.it:

    "Tracciando di me un ritratto detestabile, che il suo direttore sa essere ingiusto e non veritiero, oggi “Il Foglio” eleva a fascinoso portavoce del popolo niente meno che il leghista rinviato a giudizio per razzismo. Di lui si narra una compiacente storia familiare, ma soprattutto si enfatizza (con uso smodato della parola “gente”) la quotidiana frequentazione degli umili e dei semplici. Le persone autentiche, cioe', colpevolmente disdegnate dal mio mondo borghese, lontano com'e' ormai dal sentire del popolo.
Al “Foglio piacciono la caricatura, i ritratti deformati per confermare il luogo comune della sinistra snob. Poco importa che sia diffamatorio nei confronti del popolo (milanese e italiano) attribuirgli tal quali gli umori belluini trasmessi quotidianamente per radio dal buon razzista. E ancor meno importa che gia' troppe volte, incitati dalle parole violente, degli energumeni siano passati alle vie di fatto. Anch'io ho tra i miei libri preferiti “Il viaggio al termine della notte” di Céline, ma non per questo mi adeguo alla bugia -questa si' da intellettuali sopraccio'- che il popolo sia tutto viscere e malumore, da assecondare o contenere con pelosa simpatia. Non mi lascio incantare da chi ostenta una frequentazione del popolo piu' assidua della mia. E resto convinto della necessita' che il linguaggio dell'odio razziale sia proibito ai mezzi di comunicazione di massa. Come prevede la legge.
Qui di seguito vi propongo l'articolo di Marianna Rizzini uscito sul Foglio".

    La risposta di Marianna Rizzini:

    “Detestabile” non mi è mai apparso Gad Lerner, ci mancherebbe. Né, tantomeno, mi è apparso “fascinoso” il conduttore radiofonico leghista. Opinabile mi appare altresì la pur rispettabile abitudine di sentirsi sempre e a tutto campo nel giusto quando – come in questo caso – tale abitudine spinge a desiderare che un tribunale sancisca l'esistenza di un “linguaggio proibito” (specie se questo linguaggio, pur detestabile, è usato da molte e molte “persone”, per non abusare oltre della parola “gente). Quanto all'abuso della parola “gente” in sé – che tanto dispiace a Gad – ebbene sì: ho abusato del termine, ammetto, e l'ho fatto di proposito, sotto effetto di un editoriale di Eugenio Scalfari in cui Scalfari si chiedeva, a mio avviso usando il termine “gente” con (detestabile?) distacco,  chi fosse mai “la gente con la quale parla il leader della Lega”. Pur intrisa della mia detestabile rispettabilità, penso che un microfono, per quanto impresentabile sia l'opinione di chi parla, debba sempre restare aperto, specie se non ha il pubblico, il credito e il seguito del rispettabile e non detestabile Gad Lerner.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.