Gira al centro, papi
La famiglia, si sa, innanzi tutto. Per carità, nel periglio, prima le donne e i bambini, le nonne e i canarini, ma alfin la famiglia tutta… L'Udc è partito, per dire, che sulla famiglia punta talmente tanto da fare affidamento pure su Casa Savoia – famiglia sì, ma di tipo reale. Ma volendo stare, diciamo, al nucleo borghese, e non potendo del tutto far conto sull'aristocrazia nazionale, il partito di Casini ha avuto un'idea niente male.
La famiglia, si sa, innanzi tutto. Per carità, nel periglio, prima le donne e i bambini, le nonne e i canarini, ma alfin la famiglia tutta… L'Udc è partito, per dire, che sulla famiglia punta talmente tanto da fare affidamento pure su Casa Savoia – famiglia sì, ma di tipo reale. Ma volendo stare, diciamo, al nucleo borghese, e non potendo del tutto far conto sull'aristocrazia nazionale, il partito di Casini ha avuto un'idea niente male. Temeraria, ma innovativa. Dunque, c'è uno spot che si può ascoltare a Radio Latte e Miele – magnifica emittente che ogni tanto recupera anche i Dick Dick, con quel felice nome che tendenzialmente, per ogni buon democristiano, si fa quasi automaticamente programma di governo. Dunque, lo spot è il seguente. Immaginate una famigliola in macchina: babbo, mamma e bimbo. A un certo punto si sente la voce, a dir poco inquieta, della signora: “E adesso dove andiamo?”. Si saranno persi, vien da pensare.
Magari stavano vagando verso qualche sagra, a comprare i mobili all'Ikea, a un discount (che è risaputo che alla quarta settimana non si arriva). Niente di tutto questo: non cercano il bivio per l'ipermercato, ma nientemeno quello esistenziale. Neanche il Tuttocittà gli sarebbe di qualche utilità, neppure il satellitare potrebbe guidarli. “A destra!”, dice chiaro il capofamiglia – ché i maschi son sempre per la soluzione forte. “A sinistra”, replica assennatamente la donna. “A destra!”, urla quello. “A sinistra”, alza la voce questa. “A destra!”. “A sinistra!”.
In pochi secondi, la pacifica comitiva si fa, più che altro, evocativa di situazioni del genere “Un giorno di ordinaria follia” oppure dell'allucinata famigliola di “Shining” in viaggio verso l'albergo chiuso. Basta niente, come si vede, per scivolare verso il più devastante relativismo. Per fortuna, nella vettura viaggia pure un pargolo casiniano, che dal seggiolone, si suppone – piccolino, ma rettamente ispirato – di fronte al parapiglia domestico, lancia la sua fatidica domanda: “Ma perché non andiamo al centro?”. Commerciale, si potrebbe credere, con qualche buona logica. Ma neanche per idea: la creatura situata sul lato posteriore non ambisce ai Gormiti, piuttosto all'accasamento ideale con Lorenzo Cesa.
Ora, siccome è uno spot – s'intende: opera di fantasia, diciamo pure di molta fantasia – tutto è possibile (nel campo dell'arte, i bambini hanno visto il tenero E.T. prima dei grandi, e niente vieta di farsi buttiglioniani prima della pubertà); fosse stata una situazione reale, la coppia genitrice avrebbe fatto benissimo a chiedere un rapido consulto a qualche luminare: “Dottore, il bimbo mi è diventato centrista…”. “Ma come, signora, a cinque anni?”. Son cose che impressionano. Ovviamente, la faccenda non si esaurisce qui – basterebbe un cono gelato al primo bar per ricondurre il piccolo alla ragione. Di colpo nella vettura, appena il pupo si tace e i genitori riprendono fiato dallo spavento, s'ode una voce morbida e calda: “Tra destra e sinistra scegli l'Italia, vota Udc”. E' il Pier Ferdinando in persona che si materializza al tormentato nucleo familiare, tra il cambio e il sedile posteriore – bello come un arcangelo di mezz'età, tirandosi dietro un principio d'annunciazione giottesca proprio lì, allo svincolo politico-esistenziale. Del resto, si capisce che solo in un tale contesto – diciamo meccanico-autostradale – Pier Ferdinando poteva degnamente comparire. Nella macchina di Di Pietro si sarebbe beccato un “che c'azzecchi?” e buona grazia se non lo scaricavano alla prima piazzola di sosta.
Sull'elicottero del Cav., figurarsi se Capezzone si metteva a questione per voler andare al centro mentre Silvio spediva il pilota a destra: quello lo faceva scendere direttamente senza neanche toccare terra. Nella vettura di Franceschini, onestamente, la necessità che arrivi qualcun'altro a dire dove andare – avendo esaminato e sperimentato ogni latitudine possibile e ogni longitudine esistente – proprio non si avverte. Perciò, nella mirabile missione che si è imposta – di retto sostegno a ogni dubbio tra curve e svincoli, sulle provinciali e lungo i viottoli interni – Pier Ferdinando per forza sulla famigliola popolare doveva puntare. Affidando (come da Andersen ai “Cesaroni” è sempre stato fatto) la voce della saggezza al più piccolo dei presenti. Così come si è fatto fotografare con i suoi bimbi a cavacecio – ma lì la figliolanza non ha necessità di dire al babbo di andare al centro – si spera. Anche perché, al primo dubbio allo svincolo di Bologna sud, dovesse risuonare nell'abitacolo la voce di Cesa…
Il Foglio sportivo - in corpore sano