“Abbiamo voluto portare emozioni positive e allegria”

La Lettonia scopre come trasformare le malizie sarde in feste nazionali

Stefano Di Michele

Non per dire, ma forse il Cav., con tutte le accuse che in questi giorni gli stanno piovendo addosso, da quelle parti vedrebbe schizzare nuovamente il gradimento al 75 per cento, sfiorare il 90 per cento… Qui tanto a tirarla per le lunghe con Villa Certosa,  per quel certo affollamento festaiolo, diciamo così, di farfalline e ciondolini preziosi; di là, ne hanno fatto una sorta di festa nazionale.

    Il problema è la puzza sotto il naso. Dove la democrazia, mettiamo, è più fresca e vitale, certe cose le sanno apprezzare di più. Non per dire, ma forse il Cav., con tutte le accuse che in questi giorni gli stanno piovendo addosso, da quelle parti vedrebbe schizzare nuovamente il gradimento al 75 per cento, sfiorare il 90 per cento… Qui tanto a tirarla per le lunghe con Villa Certosa,  per quel certo affollamento festaiolo, diciamo così, di farfalline e ciondolini preziosi; di là, ne hanno fatto una sorta di festa nazionale. Come se oggi, per il nostro 2 giugno, facessero sfilare da qualche parte veline e meteorine e svariate proprietarie di book fotografici. Non sarà l'Inghilterra, non sarà la Francia, non avranno né il Times da leggere né Carlà da rimirare, ma si capisce che una certa comune visione potrebbe unire la Costa Smeralda (Italia) a Riga (Lettonia). Perciò, da quanti mesi il Cav. va ripetendo in giro che la “crisi è psicologica”, che a tirarsi un po' su il morale non fa male, e anzi il pil potrebbe avere un'inpennata che scansati?

    Se in Italia tutti stanno a cavillare, a prestare, per esempio, più orecchio alle gazzette che ad Apicella,  lassù in Lettonia – dove sulla depressione che deprime oltre l'indotto pure il resto hanno una sensibilità parecchio più sviluppata – sono passati dalle parole ai fatti. E con la mirabile intenzione di “tirar su il morale alla gente” (una finalità che pare dunque continentale, e almeno in certi posti le istituzioni se ne fanno prontamente carico), hanno organizzato per le strade di Riga la sfilata di cinquecento – a leggere le cronache, e a mettere insieme i numeri, ci vorrebbero una quindicina di adunanze a Villa Certosa – bionde, avendo da quelle parti gran disposizione delle stesse, “in succinte mini color rosa e bianco che risaltavano gambe lunghissime e corpi mozzafiato” – altro che il maggioritario secco. L'iniziativa è stata presa dalle stesse autorità della città, “abbiamo voluto portare energie ed emozioni positive, tanta allegria e spensieratezza”: ecco posti civili, luoghi del fare e dell'intrapresa: qua in Italia, se ti viene una pensata del genere, prima di metterla in pratica ti tocca comperare una villa in Sardegna. Come assicura la Repubblica: “Riga, la parata delle bionde: ‘Alziamo il morale dei lettoni'” – e forse sì, a meno che adesso D'Avanzo non faccia un salto pure da quelle parti. Posti di recente accasamento democratico – dove, e nonostante il lungo isolamento, pure le lingue sono avanzate: sulle tette delle sfilatrici, con gran risalto, essendo le stesse di gran risalto, spiccava la scritta in inglese: “The Best”: figurarsi quanto si fanno impressionare da un editoriale del Times – ma anche di fervidi proponimenti: se hanno dei problemi economici ricercano senza paura le più innovative soluzioni perché non sia solo la recessione, si potrebbe dire, a fare un balzo in avanti.

    E si comprende così come, da quelle parti, il Cav. possono magari non conoscerlo bene, ma in spirito lo evocano sicuramente. E non solo per l'innovativa conduzione della lotta (tetta a tetta, praticamente) alla crisi. Ma anche per la notizia di un appello al miliardario russo Abramovich a prendere in mano la situazione – si capisce, valutato il fatto che Berlusconi era già impegnato con i suoi connazionali. A riprova, su faccenda delle feste sarde (senza peraltro l'ombra dei mamutones) manco mezzo editoriale di critica sui giornali lettoni. Gente senza la puzza sotto il naso, dove se la tetta serve alla lotta, la tetta scende in piazza. Forse prenderà un po' di nostalgia, al Cav., nel vedere tanta baltica civiltà. Magari la prossima volta si candida da quelle parti – come Giulietto Chiesa.