Perché mi auguro che Obama se la cavi
Il fatto che Obama sia un gigante della politica elettorale americana, che la sua elezione sia stata una svolta antropologica e culturale madornale, e che sia un uomo anche simpatico, tutto ciò non esclude che sbagli parecchio, strategicamente e moralmente
Al direttore - Con la vittoria di Barack Hussein Obama è cominciata l’era post-americana. Le cose che dice V. D. Hanson si sapevano o erano deducibili da ambiente, amicizie, passato di Obama. Eppure McCain arrivò a chiedere scusa, perché un collaboratore aveva chiamato Obama con il suo intero nome. E nessuno si scandalizzò che dicesse la grande bugia di non essere mai stato musulmano. Eppure un figlio di un islamico è islamico e l’abiura è il peccato più grave, punibile con la morte. Non si ha notizia di alcuna fatwa emessa nei suoi confronti. Obama è stato il pifferaio magico anche nei confronti dei repubblicani, che non hanno mai usato alcun argomento forte, sebbene ve ne fossero in abbondanza. Ora Hanson dice che l’Europa si accorgerà… di cosa, se ha già abbondantemente chiuso gli occhi su tutto?
Marco Bianchi, via Web
Sono nella sostanza d’accordo con lei, e anche con Victor Davis Hanson. Il fatto che Obama sia un gigante della politica elettorale americana, che la sua elezione sia stata una svolta antropologica e culturale madornale, e che sia un uomo anche simpatico, tutto ciò non esclude che sbagli parecchio, strategicamente e moralmente (la vita). Ma non mi auguro la sua sconfitta, che sarebbe anche la nostra. Mi auguro che nel mondo se la cavi, e che al più presto gli americani trovino un leader in grado di competere con lui.
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