Ancora un sogno: il discorso di Berlusconi alle Camere

Giuliano Ferrara

Ho di nuovo sognato. C'era un vecchio amico che si tirava fuori dalle difficoltà ricorrendo alla sua maggiore risorsa: una sincerità candida, con un bell'orgoglio e un notevole coraggio. Ecco il risultato. Onorevoli colleghi. Ho chiesto ai signori presidenti delle Camere di riunire le assemblee per comunicazioni del governo, e mie personali, della massima urgenza.

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    Ho di nuovo sognato. C'era un vecchio amico che si tirava fuori dalle difficoltà ricorrendo alla sua maggiore risorsa: una sincerità candida, con un bell'orgoglio e un notevole coraggio. Ecco il risultato.    

    Onorevoli colleghi.
    Ho chiesto ai signori presidenti delle Camere di riunire le assemblee per comunicazioni del governo, e mie personali, della massima urgenza. E vi ringrazio per l'attenzione.
    Da alcuni mesi una intensa campagna di stampa, originata da una vicenda strettamente privata com'è un divorzio, ma pubblicamente esposta in forma esasperata e polemica da una moglie offesa, rappresenta il capo del governo come la sentina di tutti i vizi personali possibili: si insinuano rapporti impropri con ragazze minorenni, si favoleggia di una pantagruelica dipendenza dal sesso, si mettono in discussione vacanze e divertimenti privati spesso estesi a ospiti, anche di stato, e infine si suggerisce il coinvolgimento diretto e consapevole del premier in un giro di prostituzione. Questa campagna si avvale di strumenti suggestivi, di incursioni illegali nella privacy delle mie abitazioni, di allusioni e insinuazioni che parlano chiaramente dell'inimicizia feroce, e della mancanza di scrupoli oltre che di senso delle proporzioni, con cui si conduce nel nostro paese la lotta politica a mezzo di stampa. Per via di alcuni errori di comunicazione, io stesso ho contribuito ad alimentare questo caos bene orchestrato, senza rendermi conto dei suoi scopi e del danno che poteva causare, non tanto alla mia personale reputazione, quanto alla funzione di presidente del Consiglio dei ministri che svolgo da oltre un anno e per la terza volta su mandato chiaramente espresso dagli italiani. Me ne rammarico, e cerco di chiudere il capitolo, per quanto riguarda il governo, con queste parole che sto pronunciando.
       
    D'altra parte, la situazione non è senza precedenti nelle democrazie occidentali, dove il confine tra la privacy e gli obblighi di status legati all'esercizio di funzioni pubbliche è labile, ma c'è. Per citare il caso più alla portata della nostra memoria, la maggiore potenza del mondo qualche anno fa cominciò a ruotare vorticosamente per mesi intorno ad affari di sesso addebitati all'inquilino della Casa Bianca, ma la differenza dalla faccenda che ci riguarda è che il presidente Clinton ebbe la possibilità di combattere per la sua immagine personale di fronte a regolari procedure di incriminazione per ostruzione della giustizia, e la marea di dettagli sulla sua vita privata era contenuta nell'alveo di una procedura di impeachement giustificata dalla violazione di regole processuali, dall'imputazione di avere mentito davanti a una giuria. Clinton alla fine fu seriamente ferito, con un voto di censura della Camera dei rappresentanti, ma compì il suo mandato e lasciò la Casa Bianca con un forte apprezzamento, mai venuto meno, dell'opinione pubblica americana.

    Questa campagna di stampa è un'altra cosa. Ha quell'informalità selvaggia, e sprezzante del diritto individuale, che è tipica di certe ondate forcaiole che hanno attraversato il nostro paese negli ultimi vent'anni. Ho detto sul mio onore, e confermo, di non avere mai fatto sesso con minorenni, di non avere pagato per la soddisfazione di piaceri sessuali. Mi sono limitato a condurre uno stile di vita personale che, lo riconosco, è esposto alla malizia e alla cattiveria di chi mescola risentimenti privati e lotta politica, rancori e frustrazioni pubbliche con lo sfogatoio livido ad personam, l'attacco senza scrupoli persino all'integrità di un uomo nell'educazione dei suoi figli, quello che noi chiamiamo denigrazione sistematica e che gli anglosassoni chiamano uccisione in effigie, character assassination.

    Avendo testimoniato la mia verità, ed essendo convinto di non poter essere persuasivamente smentito in alcun modo e da alcuno, respingo questa campagna scandalistica come un volgare ordito di insinuazioni malevole sulla mia privata condizione di uomo, e perfino sul mio stato di salute, che non è mai stato così buono nonostante qualche acciacco e molto malumore; e chiedo alla classe dirigente del paese di mettere da parte ogni tentazione, questa sì avvilente per le istituzioni, di sostituire alla lotta politica, anche la più aspra, la strategia del pettegolezzo e del colpo basso.

    Non sarei del tutto sincero se non aggiungessi le mie scuse per eccessi e disinvolture che hanno contribuito a rendere possibile questa incresciosa situazione. Non me la caverò con la celebre battuta del presidente americano Grover Cleveland: "Gli americani sanno di non aver eletto un eunuco". Sono davvero rammaricato per aver cooperato oggettivamente, al di là di ogni mia intenzione specifica, al dipanarsi di questa campagna che tende a disonorare le istituzioni e il paese. E alle scuse deve affiancarsi una spiegazione. Il mio profilo privato è stato parte della mia discesa in campo nella politica italiana. Quel che ho fatto, nel bene e nel male, e quel che farò, dipende dal mio status anomalo di non professionista della politica. Mi mancano certe ipocrisie dell'uomo pubblico professionale, ma anche certe accortezze e sensibilità verso la tutela dell'apparenza istituzionale. La mia fedeltà alle istituzioni e il mio lavoro, non a chiacchiere ma nei fatti, per governare il paese e far funzionare il suo sistema politico e di decisione, questo è affare che riguarda il giudizio dei cittadini su di me e sulla cooperazione attiva, e senza ombre, con i miei ministri e con i parlamentari della maggioranza.

    Da questo punto di vista intendo compiere fino in fondo il mandato che è stato affidato alla maggioranza, alla coalizione e al partito di cui sono il riferimento e la guida. Voltare pagina per il bene del paese è necessario. Credo che la parte maggiore dell'opposizione parlamentare lo comprenda. Credo che il passato dimostri come siano vani i tentativi di delegittimare chi riscuote il consenso degli italiani con mezzi impropri. Ma chi volesse tenere comunque aperto il capitolo opaco dei veleni e della maldicenza, senza tener conto del carattere limpido del mio comportamento, scuse comprese, deve sapere che in questa maggioranza e in questo governo, come nel suo presidente, c'è abbastanza orgoglio per respingere ogni ulteriore attacco e abbastanza umiltà per andare avanti con tenacia e spirito di servizio, senza affatto escludere di rimettere la decisione finale agli italiani che non vogliono rivedere la spazzatura nelle strade e nelle prime pagine della stampa tabloid.

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.