Non raggiunto il quorum per il referendum

Così si chiudono gli anni Novanta

Francesco Cundari

Il dato dell'affluenza al referendum sarà verosimilmente tra i più bassi mai registrati, forse il minimo storico. Si chiudono così, c'è da sperare, questi lunghissimi, interminabili anni Novanta.

    Il dato dell'affluenza al referendum sarà verosimilmente tra i più bassi mai registrati, forse il minimo storico. Si chiudono così, c'è da sperare, questi lunghissimi, interminabili anni Novanta.
    Cominciata con i referendum Segni, evocando lo “spirito del maggioritario” e inondando il discorso pubblico con la retorica della Seconda Repubblica e del bipolarismo, quella stagione si chiude con il fallimento dell'ultimo e più estremo tentativo di cambiare il sistema politico italiano per via referendaria, aggirando il Parlamento e i partiti. Anzi, guidando quel tentativo di trasformazione esplicitamente contro il Parlamento “incapace di fare le riforme” e i partiti “aggrappati alle loro poltrone”, in nome di una società civile defraudata della propria delega e decisa a riprendersela, come hanno ripetuto instancabilmente i promotori. Per pietire subito dopo, però, l'abbinamento del referendum alle elezioni amministrative ed europee, dimostrandosi così perfettamente consapevoli del proprio reale seguito, e dell'assoluta inconsistenza di quella retorica sul distacco tra istituzioni, partiti e cittadini, in un paese che a ogni elezione registra tassi di partecipazione tra i più alti del mondo. Salvo quando a chiamare i cittadini al voto sono loro, s'intende.

    Il Partito democratico, che della sbornia antipolitica e antipartitica degli anni Novanta doveva essere la via d'uscita, almeno nelle intenzioni originarie, dalle primarie del 2007 in poi ha deciso invece di esserne il compimento, sulla linea della “nuova stagione” e dell'asse tra Walter Veltroni e Silvio Berlusconi. Il referendum, pertanto, avrebbe dovuto soltanto chiudere il cerchio in gran parte già disegnato dalle elezioni del 2008, mettendo praticamente fuori legge tutti i partiti non ancora assorbiti o emarginati da Pd e Pdl. Non è andata così. Invece di rilanciare la “nuova stagione” bipartitica iniziata nel 2007-2008, il referendum chiude la “vecchia stagione” degli anni Novanta e dell'ingegneria elettorale-istituzionale come leva fondamentale per raddrizzare con la forza della legge il legno storto della politica italiana, che si dimostra ancora una volta irriducibile al “modello americano”. Un modello ostinatamente perseguito da tanti in questi quindici anni, in nome di una volontà popolare e di una società civile di cui si pretende sempre di interpretare il pensiero, senza neanche bisogno di ascoltarne la voce.