Lucciole per badanti (la Lega ha quasi sempre ragione)

Cristina Giudici

Come si bada alle badanti che badano agli italiani che non badano troppo alle divisioni fra Lega e Pdl? Ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, rispondendo al question time di Montecitorio, ha annunciato un percorso di regolarizzazione per le badanti. Non ha parlato di sanatoria, ci mancherebbe altro, ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi,  che si è opposto alle espulsioni, sembrava soddisfatto.

    Come si bada alle badanti che badano agli italiani che non badano troppo alle divisioni fra Lega e Pdl? Ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, rispondendo al question time di Montecitorio, ha annunciato un percorso di regolarizzazione per le badanti. Non ha parlato di sanatoria, ci mancherebbe altro, ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi,  che si è opposto alle espulsioni, sembrava soddisfatto. Come per i clandestini, nessuno sa quante siano quelle irregolari. Qualcuno dice mezzo milione, altri 250mila, ma intanto in Veneto, dove ogni pretesto è buono per indossare gli elmetti, il governatore Galan ha rimproverato la Lega per le sue provocazioni, mentre il sindaco di Treviso, Gian Paolo Gobbo, preoccupato per la spesa dell'assistenza sanitaria che  potrebbe ricadere sui comuni, ha dichiarato: "Nessuna sanatoria, ma una corsia preferenziale per la regolarizzazione delle badanti. Un atto che garantisce a loro e alle famiglie italiane tranquillità, assicurazioni e cure".

    E Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella e leghista di lotta, ha invece proposto un registro comunale per badanti, rigorosamente italiane, che potrebbero risolvere in parte i problemi occupazionali perché secondo lui le italiane vorrebbero a tornare a fare i lavori che avevano fino ad ora gentilmente concesso di fare alle immigrate. E mentre si fatica a immaginare i questori che firmano decine di migliaia di decreti di espulsioni per badanti clandestine che vengono spedite nei centri di identificazione ed espulsione a badare ai clandestini che vengono dalle carceri, dalla strada, dai barconi, qui si pensa a quella che sembrava una rituale provocazione xenofoba del ministro leghista Roberto Calderoli che nei giorni scorsi ha dichiarato: “Io me lo ricordo bene quando abbiamo fatto le verifiche per valutare le domande di ingresso delle badanti nel nostro paese. E' venuto fuori che i due terzi di queste richieste erano prostitute".  Esagerato, come  sempre. Ma poi, quasi per caso, abbiamo letto il saggio-inchiesta di Onelio Onofrio Francioso, dedicato alle signorine della porta accanto che lavorano nelle case chiuse – ex portinerie trasformate in discreti  luoghi di appuntamento per discreti puttanieri – che ha intervistato cinquecento meretrici, tutte clandestine, che a Milano, si dedicano talvolta anche al doppio lavoro: badanti di giorno e prostitute di notte.

    Il libro, “Meretrix, prostituzione e case chiuse nell'era di internet” (Aliberti editore) descrive nei dettagli le fatiche delle donne rumene e russe, che accudiscono anziani e bambini, ma nel tempo libero soddisfano le esigenze erotiche di molti padri di famiglia. “Le russe assistono gli anziani, le rumene curano i bambini”, ci ha raccontato Francioso con dovizia di dettagli che per non cedere al cattivo gusto non vi raccontiamo. “Non sono tante, certo – ha detto al Foglio – dal mio campionario statistico, sono circa il 5 per cento”. Così siamo andate a trovarle per verificare di persona. E abbiamo parlato con Natasha, russa che vive in un ex portineria vicino alla stazione centrale di Milano e per le sue prestazioni ha un tariffario che va da 70 a 700 euro, se i clienti chiedono una notte intera con una bottiglia di Veuve Cliquot.

    Lei condivide l'appartamento con una collega rumena che invece si dedica con passione anche alla cura dei figli dei suoi clienti, nella totale beata ignoranza della padrona di casa. Ogni mattina Natasha esce di casa con abiti sobri, attraversa la strada e va dalla sua adorata vecchietta, ci ha detto, per mille euro al mese. Il lavoro, quello onesto, lo ha trovato per caso in un supermercato dove stava facendo la spesa, e dove è stata abbordata da un avvocato in cerca di emozioni forti che poi le ha proposto di accudire l'anziana madre. Non si capisce se le badanti dalla doppia vita siano venute in Italia per fare le badanti o le prostitute, o entrambe le cose. O se invece sono state tentate per via dei soliti denari maledetti e subito, e hanno fatto di una necessità virtù.