I suonatori di organetto che vogliono eliminare la sofferenza

Giuliano Ferrara

Il cuore della battaglia razionale rilanciata dall'enciclica “Caritas in veritate” è il tenace contrasto alla mentalità eugenetica (mens eugenetica), confermato con parole superbe nel bel mezzo, e non casualmente, di ragionamenti strategici sul destino sociale e politico dell'umanità . Da questa contesa tra due opposte idee della modernità, cristiana e anticristiana, dipende, secondo il professor Ratzinger e il Papa Benedetto XVI, queste due persone così diverse e così indistinguibili, il ritorno del buonumore.

    Mi trovo in istato di delizia a Sils, nell'Alta Engadina, non lontano da Davos, terra di sanatori in cui sorgeva il Berghof, ostello di lusso per tubercolotici che eccitò la fantasia culturale, politica, erotica, umana di un grande, pesante, temerario narratore della prima metà del Novecento. Il Papa regnante è nato qualche anno dopo la pubblicazione e l'universale successo del romanzone di Thomas Mann “La montagna incantata”, anni Venti del secolo scorso. Il cuore della battaglia razionale rilanciata dall'enciclica “Caritas in veritate” è il tenace contrasto alla mentalità eugenetica (mens eugenetica), confermato con parole superbe nel bel mezzo, e non casualmente, di ragionamenti strategici sul destino sociale e politico dell'umanità . Da questa contesa tra due opposte idee della modernità, cristiana e anticristiana, dipende, secondo il professor Ratzinger e il Papa Benedetto XVI, queste due persone così diverse e così indistinguibili, il ritorno del buonumore in un mondo intrattenuto, è vero, ma anche intristito dai suonatori d'organetto.

    Il protagonista del racconto di Mann, Hans Castorp, è un giovane che cerca la sua strada, il suo pensiero, in un luogo di cura positivista, di dolore e di irrefrenabile amore. Incontra sul cammino un buffo omicciolo, per niente degno di disprezzo ma irrimediabilmente comico nel fosco mondo dell'anteguerra, che è poi l'epoca, vigilia del primo conflitto mondiale, in cui si svolge il racconto. A lui da subito questo italiano ciarliero, massone, progressista, umanitario, di nome Lodovico Settembrini, sembrerà un suonatore d'organetto, una figurina leggera quanto rispettabile nella commedia borghese del mondo. Il suonatore d'organetto è intento a collaborare a una “Enciclopedia universale per l'eliminazione della sofferenza”. E il giovane Castorp, per reazione, prende a visitare malati e moribondi del sanatorio, a riempirli di fiori e di attenzioni e a nutrirsi del loro dolore assunto nella carità. Destando scandalo: perché l'uso della casa era quello di nascondere vergognosamente il cedimento e la morte, sottraendo alla vista e alla sensibilità stupidamente gaudente della società sanatoriale, icona e specchio grottesco della società civile, i segni della morte, cioè della vita. Come si vede, niente di nuovo sotto il sole.

    La clinica di Udine, “La quiete”, non è lontana dal villaggio alpino di Davos e dal suo Zauberberg, la montagna magica. Ora la mens eugenetica è rilanciata con le dovute forme da un accordo, intervenuto venerdì scorso dopo due anni di negoziati, tra la società privata di assistenza al suicidio Exit, presieduta dal molto onorevole dottor Hans Wehrli, e dal procuratore capo di Zurigo, il molto onorevole dottor Andreas Brunner. L'accordo è un culmine umanitario, un inno di prodigiosa ipocrisia, e molto minuzioso, alla libertà di coscienza. Stabilisce, questo protocollo tanto simile all'Enciclopedia di Settembrini, che ogni singolo impiegato della Exit ha diritto a non più di dodici accoppamenti l'anno.  Che l'accertamento della volontà suicida deve essere condotto attraverso colloqui regolari e ripetuti, lunghi, nel corso di diverse settimane. I colloqui devono appurare, ed è già pronta dunque una commedia non so se di Pirandello, di Beckett o di Ionesco, che l'ansia di morte scaturisce dall'incapacità di sopportare una malattia organica molto severa o un impedimento fortemente invalidante; che non ci sono pressioni esterne in ballo, di amici o parenti; che non esistono cause psichiche prevalenti o ragioni di fragilità economica e patrimoniale, insomma urgenze di denaro o ristrettezze.
       
    Il molto onorevole dottor Ludwig A. Minelli, presidente della società concorrente di assistenza al suicidio, chiamata Dignitas, ha rifiutato di firmare in particolare per la clausola del massimo limite di dodici mortiammazzati o morteassistiti per anno e per ciascun impiegato della ditta. Dice che allora anche un pm non dovrebbe poter fare più di dodici incriminazioni l'anno per omicidio. E rispetto alle garanzie richieste affinché non si forzino le volontà, con un esempio di forte analogia tratto dal commercio, il dottor Minelli aggiunge che sono pochi i casi di suicidio illegalmente propinato dal 1985 ad oggi, e pochi casi criminali non devono portare a una iper-regolamentazione dell'attività: sarebbe, conclude, come se alle Coop e ad altre catene di supermercati, in seguito a delitti passionali a mezzo di accoltellamento, fossero messi tetti alla vendita di coltelli da cucina.
    L'eliminazione della sofferenza fa progressi legali e commerciali, come si vede, dal Berghof di Mann alla clinica di Englaro, fino al cantone di Zurigo. Evviva i suonatori d'organetto.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.