Chi è Sdm

Stefano Di Michele

Prima biografia (reale) di Stefano Di Michele presa dal sito del Foglio: “Diplomato in ragioneria, però con il minimo dei voti. Prima del Foglio, è stato per molti anni all'Unità. Ha studiato (con profitto) dalle suore, dove ha frequentato l'asilo e le elementari. E' stato iscritto (non pentito) al Pci.

    Prima biografia (reale) di Stefano Di Michele presa dal sito del Foglio: “Diplomato in ragioneria, però con il minimo dei voti. Prima del Foglio, è stato per molti anni all'Unità. Ha studiato (con profitto) dalle suore, dove ha frequentato l'asilo e le elementari. E' stato iscritto (non pentito) al Pci. Gli piace oziare, avere del tempo da perdere, leggere libri sui bizantini. Non viaggia, non sa l'inglese, non ha un blog, non capisce di calcio, non sa suonare nessuno strumento musicale, non ha la patente. Ama appassionatamente i gatti, i papaveri e i cocomeri. Ne ha due (di gatti): Borges e Camilla. Detesta i cacciatori, la gente con la pelliccia, i toreri, i cristiani rinati (se non è venuta buona la prima ci sarà un motivo) e i Suv. Adora Elias Canetti, Borges (gatto e poeta), Brunella Gasperini, Pessoa, la Yourcenar, Cèchov, Kavafis, il suono della fisarmonica, il tenente Colombo, le strisce di Mafalda e andare la sera – a sentir racconti e a raccontare – dar filettaro. Da credente, è convinto che ci sia qualcosa di miracoloso e divino negli animali, negli alberi e nei versi di Emily Dickinson. In generale si fida della polizia, dei preti (a volte) e dei vecchi comunisti”. Secondo i commentatori del blog di Civati tale biografia mostra (e mica hanno torto) un profilo poco europeo e anche “uno che si vede un pochino sfigato” – tiè! C'è pure chi vorrebbe portarlo a vedere la corrida: allora molto mejo la Binetti.
    Seconda biografia (sempre reale, mica più reale) di Stefano Di Michele. Ha fatto il barista, non il barman. Ha cominciato per caso a lavorare all'Unità, dove si è occupato di cronaca nera, cronaca bianca, cronaca politica. E' stato per anni giornalista parlamentare del “giornale fondato da Gramsci”, occupandosi prima dei democristiani, poi di fascisti, poi di post fascisti, infine di varia umanità e pure di vario cazzeggio. Ha avuto come direttore (amatissimo) Veltroni che inutilmente ha cercato di convincerlo a leggere tutti i romanzi di Ian Mc Ewan: “Dai, Walter, uno basta e avanza!”. Dal 2001 è al Foglio. Ha scritto due libri (fuori catalogo, ancora stupito che finirono in catalogo), ha condotto per due stagioni, su Canale 5 (evidente qui l'inciucio con Berlusconi e fin da allora un deciso spostamento a destra), insieme a Pietrangelo Buttafuoco, la trasmissione “Sali e tabacchi”, ha collaborato con varie riviste. In seguito, quando ne avrà una, forse scriverà persino (senza inglese e senza laurea) una sua biografia. (sdm)