Schröder e Fischer di nuovo allo stesso tavolo, su gasdotti opposti

Luigi De Biase

L'Europa muove una pedina importante nel Grande gioco dell'energia. Lunedì, ad Ankara, si riuniscono i paesi di Nabucco, un gasdotto pensato per portare l'oro azzurro dell'Asia nel Vecchio continente. Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, riceverà i leader di Austria, Ungheria, Romania e Bulgaria per firmare l'accordo sull'inizio dei lavori. Questo tubo di 3.300 chilometri costerà otto miliardi di dollari e dovrebbe entrare in funzione nel 2012.

    L'Europa muove una pedina importante nel Grande gioco dell'energia. Lunedì, ad Ankara, si riuniscono i paesi di Nabucco, un gasdotto pensato per portare l'oro azzurro dell'Asia nel Vecchio continente. Il premier turco, Recep Tayyip Erdogan, riceverà i leader di Austria, Ungheria, Romania e Bulgaria per firmare l'accordo sull'inizio dei lavori. Questo tubo di 3.300 chilometri costerà otto miliardi di dollari e dovrebbe entrare in funzione nel 2012. Il progetto ha il sostegno dell'Unione europea e della Banca per la ricostruzione e lo sviluppo: l'obiettivo è ridurre la dipendenza dalla Russia, che già fornisce un terzo delle risorse consumate nei paesi europei.
    Il Cremlino non può rinunciare al business dell'energia, che rappresenta la prima voce nei bilanci dello stato, e pensa di costruire due gasdotti diretti in Europa. Uno, Nord Stream, parte dalla Siberia e raggiunge la Germania settentrionale passando per il Baltico; l'altro, South Stream, segue la rotta di Nabucco: dai giacimenti del Caspio al deposito di Baumgarten, in Austria, attraverso il Mar Nero e i Balcani. La sfida tra Mosca e Bruxelles è anche la sfida tra due vecchi protagonisti della politica tedesca. Nel 2004, pochi mesi dopo aver lasciato il posto di cancelliere, Gerhard Schröder ha preso la guida del consorzio Nord Stream, che comprende i russi di Gazprom, Basf, E.On e gli olandesi di Gasunie. All'inizio della settimana, il suo vecchio ministro degli Esteri, Joschka Fischer, è entrato nel board di Nabucco e guiderà il progetto per conto dei suoi soci, che sono Omv (Austria), Mol (Ungheria), Transgaz (Romania), Bulgargaz e Botas (Turchia). Schröder e Fischer sono stati insieme al governo per sette anni, dal 1998 al 2005.

    Erano i leader della coalizione fra socialdemocratici e verdi che ha retto sino al successo di Angela Merkel. Da allora, l'ex ministro è rimasto ai margini della vita politica nazionale, concentrando gli impegni nell'Albright group di Washington e nell'attività alla Princeton University. La decisione di ingaggiare Fischer ha senso ma è “ironica”, dice un analista italiano, Federico Bordonaro, sulle pagine web del think tank Eurasianet. Fischer ha una visione precisa dell'Europa, il suo obiettivo è sempre stato quello di creare un'unione forte basata sul federalismo. Negli anni al governo, è stato il più fedele sostenitore tedesco della Turchia nell'Ue. Ankara gioca una parte decisiva nel progetto Nabucco, ma i suoi capricci hanno fatto saltare numerose intese. L'arrivo di Fischer può aver convinto i turchi a mettere da parte alcune prerogative pericolose, come quella di ottenere quasi a gratis il 15 per cento del gas di Nabucco. “Avere Fischer da una parte e Schröder dall'altra – spiega Bordonaro – è come vedere la Germania divisa fra un approccio euroatlantico alla questione energetica e un approccio filorusso”.

    Il vertice di Ankara è visto come un passo importante verso la nascita di Nabucco ma non risolverà i suoi problemi di approvvigionamento. Gli europei non vogliono cominciare i lavori del gasdotto prima di ricevere garanzie sulle forniture; i paesi produttori (Azerbaigian, Iraq, e, in prospettiva, Iran e Turkmenistan) non firmeranno contratti senza vedere il tubo. I russi sono più intraprendenti. Il capo del Cremlino, Dmitri Medvedev, è volato a Baku alla fine di giugno per chiudere un accordo con il presidente azero, Ilham Aliyev. Secondo l'intesa, Gazprom acquisterà 500 milioni di metri cubi di gas ogni anno per il suo South Stream. Medvedev non ha promesso soltanto rubli, ma anche un aiuto per risolvere la guerra del Nagorno Karabakh, una regione contesa fra l'Azerbaigian e l'Armenia, vera priorità di Aliyev e della sua nazione. Il colpo di Medvedev, dicono alcuni analisti, potrebbe essere fatale all'Ue, che rischia di rimanere a secco. Ma il Grande gioco dell'energia non segue le clausole dei contratti: chi costruirà per primo il gasdotto sarà il vero campione, e la Germania vincerà in ogni caso.