Lettore esigente desidera maledirmi e impormi la sua cultura
Non credo lei sia migliore né peggiore (sebbene il suo pregiudizio sia basso e la sua maledizione dissimulata addirittura turpe). Credo che abbiamo due idee diverse e opposte della pietà.
Al direttore - Fa l'ironico – Lei, Direttore – sui “suonatori d'organetto che vogliono eliminare la sofferenza” (il Foglio di lunedì), “dal Berghof di Mann alla clinica di Englaro”. Su Exit e Dignitas, sulla loro attività, che è quella di garantire ad adulti consenzienti un mezzo per interrompere le proprie atroci sofferenze corporee e psicologiche. Continui, se la cosa La diverte. Ma noti solo due cose: 1) che nessuno di quelli che la pensano come me La costringerà mai a utilizzare questi servizi (mentre Lei a noi vorrebbe imporre il Suo pensiero); 2) che nessuno di noi – pur fortemente tentato – Le augurerà mai di trovarsi in una di quelle terribili situazioni di sofferenza, di vera tortura, che portano delle povere persone a cercare la morte. Sarebbe l'unico modo per consentirLe di affrontare la realtà, invece che giocare con le parole e con le sofferenze altrui. Ma noi non lo faremo. Perché siamo migliori di Lei. Distinti saluti.
Giorgio Pizzonia, via Web
La sua lettera parte da un pregiudizio, che io mi diverta cinicamente a spese di chi soffre. Si innalza poi in una maledizione appena dissimulata, uno “spero che le tocchi” espresso e poi ritirato (ma il vecchio Giorgio Bocca è meno pusillo: lo ha detto proprio a chiare lettere e in tv il suo “spero che gli tocchi”). Infine, a coronamento, lei si definisce migliore di me. Non credo lei sia migliore né peggiore (sebbene il suo pregiudizio sia basso e la sua maledizione dissimulata addirittura turpe). Credo che abbiamo due idee diverse e opposte della pietà. Io non voglio imporle la mia per legge, sono contro la mania legislativa in fatto di mens eutanasica e combatto l'aborto, non la legge o le sentenze sull'aborto (che pure non mi piacciono). Lei invece vuole impormi la sua visione della vita e del mondo e proscrivere socialmente e culturalmente la mia, e la cosa atroce è che di questa sua velleità, espressione di una volontà generale o collettiva, lei non ha alcuna consapevolezza, come dimostra il suo odio sincero.
Il Foglio sportivo - in corpore sano