Di immoralismo politico sono riconosciuto esperto

Giuliano Ferrara

La metafora del 24 luglio non nascondeva alcunché, tantomeno una vena moralistica. Di immoralismo politico sono riconosciuto esperto, ahimé anche al di là del verosimile, e quelle citazioni di Croce sono mio pane da molti anni.

    Al direttore - La metafora del 24 luglio berlusconiano nascondeva una vena di moralismo. Per antidoto le invio una pagina di Benedetto Croce (da “Etica e Politica”). Rimette i giudizi al loro posto. “Ma che cosa è, dunque, l'onestà politica?” – si domanderà. – L'onestà politica non è altro che la capacità politica: come l'onestà del medico e del chirurgo è la sua capacità di medico e di chirurgo, che non rovina e assassina la gente con la propria insipienza condita di buone intenzioni e di svariate e teoriche conoscenze. “E' questo soltanto? e non dovrà essere egli uomo, per ogni rispetto, incensurabile e stimabile? e la politica potrà essere esercitata da uomini in altri riguardi poco pregevoli?”. Obiezione volgare, di quel tale volgo, descritto sopra. Perché è evidente che le pecche che possa eventualmente avere un uomo fornito di capacità e genio politico, se concernono altre sfere di attività, lo renderanno improprio in quelle sfere, ma non già nella politica. Colà lo condanneremo scienziato ignorante, uomo vizioso, cattivo marito, cattivo padre, e simili; al modo stesso che censuriamo, in un poeta giocatore e dissoluto e adultero, il giocatore, il dissoluto e l'adultero, ma non la sua poesia, che è la parte pura della sua anima, e quella in cui di volta in volta si redime. Si narra del Fox, dedito alla crapula e alle dissolutezze, che, poi che fu venuto in fama e grandezza di oratore parlamentare e di capopartito, tentò di mettere regola nella sua vita privata, di diventar morigerato, di astenersi dal frequentare cattivi luoghi; ed ecco che sentì illanguidirsi la vena, infiacchirsi l'energia lottatrice, e non ritrovò quelle forze se non quando tornò alle sue consuetudini. Che cosa farci? Deplorare, tutt'al più, una così infelice costituzione fisiologica e psicologica…”.
        Antonino Brambilla, via Web

    La metafora del 24 luglio non nascondeva alcunché, tantomeno una vena moralistica. Di immoralismo politico sono riconosciuto esperto, ahimé anche al di là del verosimile, e quelle citazioni di Croce sono mio pane da molti anni. Però sarebbero politicamente sensati inviti più selettivi e autodifese meno ingarbugliate. Non trova?

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.