Ora Marino deve scusarsi
In una sapida intervista rilasciata a Laura Maragnani per Panorama, pubblicata nello stesso giorno in cui questo giornale rese pubblica la lettera di dure contestazioni etiche rivolte da un prestigioso centro sanitario americano al professor Ignazio Marino, il chirurgo fattosi politico & moralizzatore diceva: “In America i meriti sono valutati con lealtà e trasparenza”. Anche i demeriti, a quanto pare.
Ecco la lettera con cui Pittsburgh smonta punto per punto la versione di Ignazio Marino
In una sapida intervista rilasciata a Laura Maragnani per Panorama, pubblicata nello stesso giorno in cui questo giornale rese pubblica la lettera di dure contestazioni etiche rivolte da un prestigioso centro sanitario americano al professor Ignazio Marino, il chirurgo fattosi politico & moralizzatore diceva: “In America i meriti sono valutati con lealtà e trasparenza”. Anche i demeriti, a quanto pare. Da Pittsburgh infatti hanno confermato, a sette anni dai fatti, a mente fredda, che Marino fa il furbo, quando tenta di svalutare con argomenti inconsistenti la lettera in cui è esplicitamente accusato di avere “intenzionalmente e deliberatamente” ciurlato nel manico delle note spese; fa il furbo, quando cerca di farci credere che le numerose e reiterate irregolarità fu lui stesso a segnalarle, circostanza negata recisamente dal suo datore di lavoro e incompatibile con la sua controfirma su ciascuna delle pagine dell'accordo di separazione e allontanamento dal centro medico di Pittsburgh e dall'Ismett di Palermo.
Insomma, tutto l'armamentario noioso dell'eroe civile che fa bene il suo mestiere, lotta solitario contro il crimine e il potere, alla fine s'impresta alla politica per riformarla con la fresca suggestione di un bisturi efficiente e amico dell'opinione pubblica, tutto questo è in pezzi. Marino può continuare a citare non cento ma mille telefonate e mail di solidarietà, dentro e fuori il palazzo, può contare sulla callida disattenzione di certi giornali e giornalisti, e può farsi avvolgere dal garantismo nobile di Radio radicale, lui che alla prima curva ha dimostrato quanto sia garantista con l'accusa ignobile ai suoi avversari di avere tollerato uno stupratore nel partito: ma tutta questa ammuina a scopo elusivo non gli servirà.
Se vuole stare al gioco americano del merito contro il demerito, con cui ci ha trastullato, e tentare di risalire la china, Marino deve scusarsi con il suo pubblico, con le persone ingenue, giovani e no, che credono in lui. Ottomila dollari di cresta sulla spesa sono una bella cifra o poca cosa, dipende dal fatto se si appartenga alla schiatta dei puritani della Pennsylvania o alla categoria dei moralisti snob alla Gad Lerner, che a quelle somme non ci bada, ma, per il titolare di una contabilità disattenta, lasciare un posto di lavoro socialmente rilevante ed entrare progressivamente in politica alimentando il mito di una inesistente trasparenza civile, questa è una caduta di stile colossale. Non abbiamo ovviamente secondi fini nel chiedere a Marino di rendere conto, con umanità e spontaneità, del suo profilo di persona fallibile, come tutti noi siamo. Si può dire che lo facciamo per lui e per i suoi elettori, che dopo una sua esauriente spiegazione potranno considerarsi soddisfatti e rimborsati. Come l'Università di Pittsburgh.
Ecco la lettera con cui Pittsburgh smonta punto per punto la versione di Ignazio Marino
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