Amori e disamori/2

Che cosa funziona e che cosa non funziona nella formula Cécilia

Annalena Benini

Commenti maschili alla notizia di Cécilia che ha definitivamente mollato Nicolas Sarkozy: “Gran zoccola”. Stupore femminile: “Ma scusa, se era una zoccola restava e zoccoleggiava. Invece se n'è andata, ha detto che preferisce vivere nascosta, vuole stare serena nell'ombra”.

    Commenti maschili alla notizia di Cécilia che ha definitivamente mollato Nicolas Sarkozy: “Gran zoccola”. Stupore femminile: “Ma scusa, se era una zoccola restava e zoccoleggiava. Invece se n'è andata, ha detto che preferisce vivere nascosta, vuole stare serena nell'ombra”. “Infatti, preferisce zoccoleggiare serena nell'ombra”. Peggio di lasciare il presidente (che per lei aveva fatto fuori mogli, fidanzate, amanti, collaboratori, nemici, direttori di giornale) è stato, agli occhi degli uomini cornuti e non, raccontare a un giornale di provincia che non lo amava più, da tempo, che non guarda indietro, che c'est la vie e non c'era più nulla da fare, succede a tante persone, e lei è già lì con i pennelli in mano, pronta a dipingere una nuova storia.

    Orgogliosa di aver sfasciato, ricomposto e poi di nuovo sfasciato. Fiera di decidere della propria vita e della propria famiglia, allegra come se fosse tutto soltanto una riunione del G8 da cui fuggire per noia e finto anticonformismo. Nemmeno le donne le credono, stavolta (“stronza con le ballerine”, “dio come si è rinsecchita”), nemmeno quelle che avevano sperato in lei e nel suo charme sfrontato: bella, libera, ambiziosa, snob ma con grazia, e poi figlie bionde, terzo figlio a quarant'anni, amanti, scarpe basse, scandali al sole, magliette scolorite e in mano i tulipani. Cécilia stavolta perde, credendo di vincere, perché è troppo: troppo moderna, troppo paracula, troppo furba con Gheddafi, troppo ansiosa di essere un modello di emancipazione per femmine ricche e soprattutto troppo, troppo vecchia per trasformarsi nella nuova Lady D.

    Diana era una principessa con le stelline negli occhi e i romanzetti rosa nella borsa, credeva nell'amore assoluto e aveva scelto l'abito da sposa più vaporoso della storia, non sapeva niente di niente, sbatteva le ciglia e il mondo la osservava incantato. Le principesse sono molto giovani, con molte morbide guance color pesca, si struggono e piangono sempre perché non si sentono amate abbastanza, scelgono solitamente di amare giganteschi cazzoni. Ma Cécilia ha già vissuto troppo per essere una principessa, ha letto secoli fa Madame Bovary e si è fatta qualche attenta ma comunque cheap iniezione di botulino, ha mollato un marito per averne un altro, poi ha mollato l'altro per fuggire con un presentatore e farsi beccare dai fotografi, quindi ha mollato il presentatore, ha ricomposto la famiglia, ha lasciato che le cucissero addosso magnifici abiti di Prada, si è divertita ancora un po', ha illuminato il mondo con le foto di quella bionda ed elegantissima famiglia allargata (tutti sorprendentemente somiglianti ai figli di Carolina di Monaco, pazzesco), ha liberato in t-shirt bianca qualche infermiera bulgara, non è riuscita a liberare Ingrid Betancourt, si è annoiata e infine ha rimollato (però col servizio fotografico pronto e perfetto su Paris Match: ogni femmina navigata sa che, quando cominciano i guai, è indispensabile prendere appuntamento dal parrucchiere).

    “Mi proietterò nel futuro”. Ecco, è questa Cécilia, perennemente proiettata, continuamente avanti, sempre appena andata via. Non è mai da nessuna parte, è fuggita un attimo fa, non è più nemmeno dentro il suo secondo divorzio. “Non voglio più vivere in relazione al passato. Non mi piace vivere nelle macerie”. Era la sua famiglia fino a ieri (e ha detto che sono stati vent'anni di lotta, vent'anni intensi, una lunga battaglia amorosa), ma è già roba vecchia, macerie da cancellare, perché “sono una fan assoluta del positivismo”, perché non c'è niente a cui pensare e non c'è tempo di fermarsi,  le rughe sono appena un po' più profonde e lo sguardo azzurro meno splendente: allora forza, che il futuro si sbrighi, che il mondo nuovo si faccia avanti. Qualche altra azione umanitaria, intanto, gente da salvare e da guardare dall'alto delle sue ballerine. Cécilia corre, ha le gambe belle e va veloce. Ma è una corsa un po' vuota, un po' sola, è una corsa da uomo.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.