Le frequentazioni bellicose nel circolo on line dell'Unita'

Così gli eredi delle cellule comuniste si ritrovano incazzati in una sezione virtuale

Stefano Di Michele

Esauriti gli anni gloriosi della cellula comunista, all'Unità hanno aperto una (virtuale) cellula democratica. Si chiama “Benaglia 25”, come da regolamentare indirizzo del giornale di Concita (che i compagni a volte, eccedendo in spagnolismi, chiamano Conchita), ed è una sezione, ostentatamente, che avercene.

    Esauriti gli anni gloriosi della cellula comunista, all'Unità hanno aperto una (virtuale) cellula democratica. Si chiama “Benaglia 25”, come da regolamentare indirizzo del giornale di Concita (che i compagni a volte, eccedendo in spagnolismi, chiamano Conchita), ed è una sezione, ostentatamente, che avercene: parecchio frequentata e parecchio bellicosa. E' una sezione (virtuale) del Pd, ma col Pd in parecchi sono (realmente) incazzati. Per dire, ci sono interventi di questo tipo: “Il Pd è una barca alla deriva: personaggi da film di serie B si azzuffano per afferrarne il timone  ma la vita, quella vera, con le fatiche, i dolori ed i sacrifici delle persone reali non li riguarda. Vecchi dinosauri incapaci ed incalliti o giovani figli di papà vuoti ed arroganti si disputano un cadavere in decomposizione, gonfi di troppi privilegi, tronfi della propria boria autoreferenziali ed ignari della vita reale”. C'è anche qualche morettiano ritardatario, “con questi dirigenti non vinceremo mai”, e qualche militante, prima del Pci e poi del Pd, ormai alla disperazione virtuale, “sono abbastanza stufo di vedere uno spazio dedicato al congresso del Pd trasformato in uno sfogatoio di provocatori, qualunquisti e coatti”. Questo per dire.

    Gli interventi sono già migliaia, e sommariamente si possono riassumere: a) viva Grillo; b) ridateci Prodi; c) cacciate la Binetti; d) ci manca Berlinguer; e) forza Marino. Per fortuna a un certo punto si ripresenta all'attenzione il puzzone (detto duce) Berlusconi, per il quale si sta avviando un'energica raccolta di firme indirizzate a Napolitano perché revochi al Cavaliere la nomina a Cavalier del lavoro… Ma dove non arriva Berlusconi a dare una mano, sono mazzate tra i democratici. “Il congresso nasce male e (temo) finirà peggio”, si sostiene. “Occorre politica vera, non buonismo o bigiotteria” (che forse sarà bigotteria, se non si tratta di radicale opposizione agli orecchini). C'è anche una militante che se la prende (ironicamente) con il documento delle donne democratiche: “Mi sono fermata prima della metà, non perché non ci fosse interesse, ma dal mio punto di vista, donna anch'io, le donne parlano troppo”. Anche se poi, proprio le donne del partito vengono buone per esortare qualche candidato a darsi una mossa: “Forza Bersani, tira gli attributi come la Bindi e Finocchiaro, ma sii più deciso”. E c'è l'appello ai dirigenti di un (non) rassegnato militante: “Io ora vado a lavorare alla festa del Pd, e voi cercate di non farci ancora del male” – insomma, vediamo se vi si può lasciare soli per un paio d'ore.

    Ci sono i compagni che vogliono far piazza pulita, “fuori Rutelli e tutti gli ex democristiani, teniamoci uniti noi ex Pci”. Perché poi la nostalgia è forte, “vorrei un partito che si ispirasse al progetto politico di Enrico Berlinguer”, e chi questa tendenza attacca, “basta nostalgie, bandiere rosse e ritratti in bianco e nero nelle sezioni”, chi si domanda se “siamo rimasti comunisti?” e chi loda Fassino, “raro esempio di umiltà e di onestà” e chi se la prende con un sostenitore di Bersani che alla festa serviva al ristorante con  maglietta pro Pier Luigi. E chi è disposto ad andare molto oltre con il professor Marino, “eccellente candidato alla presidenza del Consiglio, una figura che il mondo, finalmente, ammirerebbe”. E si sbotta contro lo stato maggiore: “Parliamoci chiaro, non vi sopportiamo più…”. Fosse vera la sezione virtuale, ci sarebbero speranze per il Pd. (sdm)