Amori e disamori/ 4
Anche le first lady hanno diritto di rifarsi una vita, ma non tutte possono essere Hillary Clinton
Pur di non rovinare la festa al marito, il momento in cui coronava tutti i suoi sogni, il suo primo giorno all'Eliseo, Cécilia Ciganer-Albeniz (in Sarkozy), come tante altre donne prima e dopo di lei, ha accettato di fare finta di nulla davanti ad amici e parenti (e, diversamente dalle altre donne di cui sopra, pure davanti a qualche milione di francesi, in diretta tv).
Pur di non rovinare la festa al marito, il momento in cui coronava tutti i suoi sogni, il suo primo giorno all'Eliseo, Cécilia Ciganer-Albeniz (in Sarkozy), come tante altre donne prima e dopo di lei, ha accettato di fare finta di nulla davanti ad amici e parenti (e, diversamente dalle altre donne di cui sopra, pure davanti a qualche milione di francesi, in diretta tv). Non solo. Quando lo ha visto sotto stress – come nel caso delle infermiere bulgare – ha accettato persino di dargli una mano, aiutandolo maternamente a finire i compiti prima delle interrogazioni parlamentari, invece di telefonargli di continuo chiedendogli del rubinetto che perde o della bolletta da pagare, in piena crisi internazionale, e se si poteva almeno sapere a che ora si sarebbe degnato di venire a cena (come avrebbe fatto qualunque altra moglie di paese a capitalismo avanzato). Insomma, quando Cécilia Ciganer-Albeniz dice di averle provate tutte, prima di accettare il fatto che la sua vita matrimoniale “non funzionava più”, e che andare avanti come prima semplicemente “non era più possibile”, non si può proprio darle torto. Certo, avrebbe sempre potuto contrattare un paio di lustri da moglie devota in cambio di una candidatura per sé al giro successivo, o magari di un posto da ministro subito, o almeno di una consulenza alla commissione Attali. E invece, a quanto pare, niente. Nessun indennizzo. Nessuna richiesta. Nulla. Nemmeno un seggio alla costituente del Pd (anche se, al riguardo, non pare da escludere che le giunga in extremis un'autorevole offerta, visti i precedenti).
Cécilia non sembra interessata a nulla di tutto questo. Non al denaro né all'amore né al cielo. Si dice convinta, invece, e confermandosi così un'autentica idealista, che “tutti i francesi possono comprendere”, perché queste cose “possono capitare a tutti”. E ha ragione, si capisce, mica tutti possono essere Hillary Clinton. Lei, Cécilia, come chiunque altro, vuole solo “l'ombra, la serenità, la tranquillità”. Perché “questa vita pubblica non mi si addice, non corrisponde a tutto quello che sono nel profondo” – come ogni attore, calciatore o velina che si rispetti dichiara regolarmente a Novella 2000, prima di partire per l'Isola dei famosi – perché in fondo ha già spiegato tutto Antonello Venditti, e molto meglio di noi, e questa vita è solo un'autostrada, che ci porterà alla fine di questa giornata.
E così, alla fine di questa giornata, soli, sono rimasti in due: Nicolas Sarkozy e Ségolène Royal. I due sfidanti delle presidenziali francesi, che nella vita sentimentale sembrerebbero aver subito un'identica sconfitta. Probabilmente, lui paga così la vittoria alle elezioni. Sicuramente, lei paga così la vittoria alle primarie, avendo soffiato il posto al marito – il segretario del Ps, François Hollande – che un pensierino ce lo aveva fatto, e lo aveva anche detto pubblicamente (che è molto più grave). A dimostrazione del fatto che all'amore non si comanda, o forse solo che si può comandare un paese e milioni di persone, generali e capitani d'industria, capi dei servizi segreti e capicorrente, ma non chi ti ha visto alle prese con il filo interdentale al mattino o con il telecomando del videoregistratore alla sera. O forse, invece, tutto questo dimostra soltanto che ognuno ha diritto di rifarsi una vita. Non esistono ultime possibilità, ultimi treni, ultimi giri di giostra.
Ognuno ha diritto di cercarsi la propria strada, finché ne ha voglia. Come sembra dimostrare, del resto, anche la splendida foto apparsa pochi giorni fa sui giornali italiani, scattata alla festa del Pd toscano, con il romantico ballo di Piero Fassino e Ségolène Royal. Proprio loro, al circolo Vie Nuove di Firenze, intenti a volteggiare l'una nelle braccia dell'altro sotto lo sguardo benevolo di un assessore regionale e di tanti vecchi militanti comunisti e democristiani, un tempo acerrimi nemici, ora finalmente (e felicemente) insieme.
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