Sconcordato
Ho una proposta per migliorare la condizione del cristianesimo cattolico in Italia e insieme la scuola italiana. Il Papa restituisce allo stato le sue prerogative concordatarie in materia di insegnamento religioso, o almeno quelle che oggi suonano come rendite di posizione anacronistiche, e lo stato spezza il monopolio culturale antiliberale costituito dalla scuola unica pubblica e dal suo mito.
Ho una proposta per migliorare la condizione del cristianesimo cattolico in Italia e insieme la scuola italiana. Il Papa restituisce allo stato le sue prerogative concordatarie in materia di insegnamento religioso, o almeno quelle che oggi suonano come rendite di posizione anacronistiche, e lo stato spezza il monopolio culturale antiliberale costituito dalla scuola unica pubblica e dal suo mito. La questione dell'istruzione religiosa a scuola, riesplosa con una discussa sentenza di un Tar, risolleva infatti il tema del Concordato fra l'Italia e il Vaticano. Il Concordato, non solo in Italia ma in tutta Europa, è figlio di una logica storica. Da noi c'è stata la lotta contro la religione e contro il cattolicesimo romano, una lotta figlia della Riforma, delle guerre di religione, dei risorgimenti repubblicani, della Rivoluzione francese giacobina; e la figura del docente di religione concordatario che dipende dal vescovo ed è pagato dallo stato per insegnare il cattolicesimo nella scuola pubblica (ma senza troppo farsi vedere, con un impegno anche conciliare al pluralismo e alla libertà di coscienza), presente in Italia e non in altre nazioni cattoliche europee, è un lascito particolarmente difensivo di questa storia che è anche una storia di spossessamento e di attacco risorgimentale al cuore istituzionale della religione cattolica. Il Papa regnante e uno dei maggiori cardinali del Novecento, Camillo Ruini, hanno però dispiegato molta energia critica e forza intellettuale per valorizzare un modello di cristianesimo nello spazio pubblico che sa di libertà, di autonomia della società civile e nella società civile, di lotta culturale e antropologica senza complessi; e che si collega, in forme ovviamente diverse, al modello americano, abbracciato e lodato da Benedetto XVI nel suo recente e profetico viaggio in America.
Quel paese costruitosi nella fuga dall'Europa delle guerre di religione, quello spirito repubblicano, quella forma del moderno, nascono come sappiamo da Tocqueville all'insegna della libertà di credere, dell'autonomia dei culti, del riconoscimento pubblico dello spazio religioso, ma nella divisione più rigorosa del campo dello stato e di quello delle chiese. Lì Dio non è bandito dalla società o oscurato dall'oblio di massa, la società è ultrasecolarizzata come quella europea, ma il Creatore che legittima ogni diritto è anzi un invitato istituzionale permanente al banchetto delle idee, dei giuramenti, delle questioni non negoziabili che riguardano la cultura della legge naturale. Particolare decisivo: in America non c'è la scuola unica di stato. Ci può essere un pensiero dominante, una cultura che si afferma come cultura diffusa e indiscutibile, ci possono essere battaglie giuridiche intorno ai massimi principi che spesso sono perse dalle posizioni più legate all'esperienza della fede biblica, e sono anche battaglie devastanti, ma l'istruzione è un bene che, dalla scuola elementare ai grandi centri di ricerca e di studio universitario, procede in un regime di grandi autonomie, di straordinarie esperienza legate spesso anche alla fede, fino al notevole esperimento di minoranza, ma di immensa potenza prefigurativa, che è l'home schooling, lo studio a casa con l'ausilio e la passione educativa anche dei genitori.
La scuola pubblica unica e obbligatoria ha avuto dei meriti, ma oggi produce assenza di direzione, crisi e vuoto dei significati, procedure e norme aride e neutre di una strana religione repubblicana, religione della Costituzione, buona per il laicismo parrocchiale di serie B che sommerge la cultura italiana. Certo che esiste e va riconosciuta la libertà di coscienza, certo che non bisogna discriminare, ma prima di tutto bisogna trovare un modo per rifare la scuola e ricostruire l'idea di educazione, partendo da una certezza anche cronologica: che prima della Costituzione vengono i Comandamenti, e prima dei manuali viene la Bibbia.
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