Dalla battaglia di Valle Giulia a quella della Costa Smeralda
Così nasce l'allegra ed estiva rivolta di classe contro le spiaggette dei vip
Poteva sembrare l'estate delle starlette tendente all'escort – che rialzano giornalisticamente persino il nostro export, nonostante la recessione – invece di colpo si è mutata, dopo la vittoria degli operai dell'Innse, nell'estate del gruista – e pare di sentire Enzo Jannacci nell'oreccho, “faceva andar la gru/ perciò era un gruista/ appeso a cento metri su nel ciel/ ma da lassù godeva di una gran bella vista”.
Poteva sembrare l'estate delle starlette tendente all'escort – che rialzano giornalisticamente persino il nostro export, nonostante la recessione – invece di colpo si è mutata, dopo la vittoria degli operai dell'Innse, nell'estate del gruista – e pare di sentire Enzo Jannacci nell'oreccho, “faceva andar la gru/ perciò era un gruista/ appeso a cento metri su nel ciel/ ma da lassù godeva di una gran bella vista”. Ma il personaggio più negletto – un tapino mediatico, un obiettivo perfetto di gavettoni e pernacchie – sta diventando il vip da spiaggia. E se sempre le spiagge da vip hanno comprensibilmente fatto girare le scatole ai non vip (con le stesse racchiuse in costumi non griffati), ora pare socialmente arrivato il momento dell'azione: dall'assalto al Palazzo d'Inverno alla conquista del bagnasciuga d'estate. Sarà che questo ferragosto del 2009 cade nella stagione dello scontento e del pentimento – per dire, il Cav. si è già prenotato per un faccia a faccia con Padre Pio, Bersani per uno con Franceschini, i leghisti magari con i Cesaroni – ma tira un'aria, tanto a livello internazionale quanto a livello balneare, come non si vedeva più da diversi decenni. S'annuncia una sorta di Sessantotto dell'ombrellone, uno storico passaggio di testimone dalla battaglia di Valle Giulia a quella di Costa Smeralda – dai monti al mare. Segnali si colgono in ogni parte del globo. E non solo per la rivoluzionaria decisione di Chávez di chiudere i campi da golf (risoluzione certo inaccettabile dal punto di vista liberale, sicuramente inappuntabile dal punto di vista estetico) – e che del resto può vantare una diretta ispirazione da un classico occidentale come Bernard Shaw: “Per giocare a golf non è necessario essere stupidi, però aiuta molto” – ma pure a Saint Tropez serpeggia un certo disordine sociale sotto i bianchi tendaggi. Carlo Rossella, rettamente ispirato, aveva appena mandato un suo reportage a Panorama dal luogo dello svacanzamento (ma soft) di lusso (ma di classe), dove “non si suda mai” e s'attruppa la “mondanità ricca e discreta”, tranne qualche cafone italico in Ferrari e Lamborghini. Poi uno prende Repubblica e in prima pagina trova questo titolo: “Saint-Tropez, vip in guerra contro la spiaggia popolare” – tanto la mania dello scontro sociale, che da quelle parti si sono portati avanti anche i ricchi per farla ai poveracci, causa sindaco socialista che nientemeno vorrebbe allungare la spiaggia libera “dimezzando i lettini disponibili per star e paparazzi al seguito”. Il vip, socialmente, non si porta più.
E infatti, gli italiani con la Lamborghini vanno a rombare all'estero (poi casomai li riacchiappa Tremonti), mentre quelli che incautamente sono rimasti nell'afa nazionale devono ormai difendere con le unghie e con i denti il lettino, l'ombrellone e il bagnino padronale. Già lo scorso anno, per la verità, qualcosa si era intuito, quando sulla spiaggia di Capriccioli hanno preso a secchiate d'acqua e fischi ed esplicativi “cafoni!” Briatore e i suoi ospiti che sbarcavano vistosamente da certi gommoni, soprattutto quello “che portava i miei amici russi”. “Deve essere la solita invidia”, commentò Flavio – e fu analisi perfettamente azzeccata, perché si sa: si comincia col rosicare e si finisce con lo spernacchiare. Adesso, sempre a Briatore, addirittura gli sono andati a fare un pic-nic nella pineta, sotto lecci e ginepri, avuta in concessione dallo stesso in loco. La massa è risaputo, poco capisce il buongusto, “la location vedrà il presidio costante delle Ragazze Billionaire”, vedi tu, anche se al dunque della rivolta le cronache registrano la presenza non meno rassicurante di polizia e carabinieri. E' l'aria che tira, un maestrale che scompiglia l'estate dei vip spiaggiaroli. Pure a Punta Ala, per qualche giorno, causa temporaneo sequestro della struttura di un noto stabilimento balneare, con relativa calata di bagnanti “abusivi” (componente sociale sfuggita persino al decreto sicurezza) e personaggi di un certo livello costretti a scarrozzarsi da soli sdraio e ombrelloni, manco lo sfottuto Veltroni sulla spiagga di Sabaudia. E' l'aria dei giorni. La cosa più chic sarebbe salire, anziché a Cortina, su una gru. E così, non a caso, per perfetto contrappasso politico, secondo un giornale Bertinotti sta riposando in Costa Azzurra: la rivolta è compiuta, la cabina conquistata.
Il Foglio sportivo - in corpore sano