Il caldo e il calvo

Stefano Di Michele

Certe estati Giuliano Amato gioca a tennis con Blair, certe altre fa sottili – nelle argomentazioni, massicce nello spazio – interviste al Messaggero. Ieri il presidente dell'Enciclopedia Treccani (pur se nella conversazione non se ne fa cenno) si è concesso (intelligentemente, si capisce) tale secondo piacere ferragostano della bella intervista – anche se, a volerla leggere tutta, è come portarsi dietro un volume della stessa Treccani per goderselo su un autobus affollato.

    Certe estati Giuliano Amato gioca a tennis con Blair, certe altre fa sottili – nelle argomentazioni, massicce nello spazio – interviste al Messaggero. Ieri il presidente dell'Enciclopedia Treccani (pur se nella conversazione non se ne fa cenno) si è concesso (intelligentemente, si capisce) tale secondo piacere ferragostano della bella intervista – anche se, a volerla leggere tutta, è come portarsi dietro un volume della stessa Treccani per goderselo su un autobus affollato. Tra banche e pil tedesco, export cinese e rialzo dei tassi, e nientemeno l'evocazione di un governo Pdl-Pd-Udc a Cav. politicamente trapassato – un evento che sarebbe difficile scovare persino sull'enciclopedia stessa– soprattutto una frase colpisce. Quando gli chiedono di Bersani e Franceschini, risponde così: “Hanno entrambi un gradevole accento emiliano che li rende accetti al nord senza spiacere al sud”. Amato è stato, e sempre autorevolmente, molte cose, ma serracchiano (e anzi Debora aveva detto simpatico a uno solo, mica gradevole a tutti e due), ecco, questo non si sapeva ancora.

    Ma se Amato sorprende, di più stupisce Repubbica.it, che ha lanciato un imperdibile sondaggio sul macerante dilemma: “Meglio con o senza capelli? Guarda e vota il più sexy” – indizio chiaro che ormai una certa era glaciale giornalistica sta per avvolgere l'epopea davanziana delle dieci domande dieci. Pure perché, piuttosto che farsi scappare un fiato, quello lì preferisce smanettare per un'altra decina di gasdotti con Putin. Gli uomini del Cav.  stanno valutando con attenzione il nuovo fronte aperto dal quotidiano di Largo Fochetti con il netto passaggio dal tepore dell'escort al calore del phon. Segnale ambiguo, ma pur sempre un segnale. E' risaputo quanto la faccenda stia a cuore al Cav. che non ha, per ogni singolo capello miracolosamente salvato dalla decimazione, minore considerazione che per un pilone del ponte sullo Stretto. Ma lo stesso, adesso il rischio di una divisione dentro Palazzo Chigi esiste. Se le colombe lettiane metteranno in evidenza che comunque si è posto con forza un tema al quale il Cav. non è indifferente, pur se è difficile intervenire per decreto, i falchi (diciamo) bonaiutiani si lanceranno sull'avviso: fate attenzione, quelli sempre di peli parlano… Ma c'è di più: nel sondaggio a sorpresa vince, sul fronte dell'attrazione sexy, il pelato (e repubblicano) Bruce Willis sul capelluto (e veltroniano) George Clooney – cosa che nessun barbiere al mondo saprebbe spiegarsi e che pochi meglio del Cav. potrebbero apprezzare. Tra i consiglieri del premier c'è chi segnala la singolare sintonia tra l'originale condizione berlusconiana e il più profondo sentire del popolo di Repubblica; di contro,  chi avanza il sospetto di una provocazione, essendo la stessa condizione originaria sanata a colpi d'impianti e all'ombra della bandana: odiano così tanto il Cav. che vorrebbero che si strappasse i neocapelli uno a uno – non saranno moltissimi, ma sempre più di dieci. La solita ferocia comunista: allora meglio le domande di D'Avanzo…