Per Fini l'unità d'Italia passa via satellite
Nei caldi giorni d'agosto, mentre le reti nazionali Rai e Mediaset trasmettono il Commissario Rex, il Commissario Lo Gatto e Un Posto al sole, alle ore otto del mattino, il canale satellitare della Camera visibile sulla frequenza 555 di Sky, manda in onda l'orgoglio di essere italiani.
Nei caldi giorni d'agosto, mentre le reti nazionali Rai e Mediaset trasmettono il Commissario Rex (un cane, austriaco come il maresciallo Radetzky), il Commissario Lo Gatto (interpretato da Lino Banfi, italiano di Bari) e Un Posto al sole (soap girata a Napoli, che d'estate suona quasi una beffa coll'afa che tira), alle ore otto del mattino, il canale satellitare della Camera visibile sulla frequenza 555 di Sky, manda in onda l'orgoglio di essere italiani. Basta pescare a caso dal palinsesto di Montecitorio per accorgersi che Gianfranco Fini, Presidente della Camera, alle storie leghiste dei dialetti da insegnare nelle scuole e del chissenfrega dell'Inno di Mameli, non si vuole arrendere e contro programma: da Moro a Berlinguer passando per l'Istituto Luce.
I contenuti sono nazionali, politici ed unitari. Si comincia presto con “Una Costituzione viva”, si va avanti a mezzogiorno con un convegno su “Nazione, cittadinanza, Costituzione” e si insiste, alle ore 9 – prendiamo un giorno a caso - del 25 agosto con la “Rappresentazione teatrale ‘Roma, la Capitale'”, altro che ladrona come dicono giù al Nord. Perché a guardarlo, questo TeleCamera, non si può fare a meno di sentirsi italiani. Sarà quel memento sulla vitalità della Carta costituzionale del 1948, trasmesso ogni giorno; saranno i servizi sulla Grande guerra, bagno di sangue che ha cementato l'orgoglio italiano, siciliani e veneti insieme nelle trincee, ma sul satellite di Fini non c'è spazio per i campanilismi di paese. Il 10 agosto, mentre infuriava la polemica sul lùmbard da insegnare a scuola, il canale di Montecitorio trasmetteva nell'ordine. Ore 9: “Presentazione del lavoro di recupero e valorizzazione del patrimonio rossiniano”. Ore 10.15, “Convegno sui cento anni del Futurismo”. Ore 12.30, “La Grande guerra nella memoria italiana”. Quattro giorni prima, vicina allo spirito bipartisan del Presidente Fini, TeleCamera aveva in palinsesto la Resistenza con un Convegno, in onda alle 11.40, su “Montezemolo: l'esercito, la Resistenza, le Fosse Ardeatine: storia di un eroe italiano”. Ed alle 9 dello stesso giorno, per non dimenticare le pagine nere della nostra recente vita nazionale, erano andati in onda due convegni sullo Shoah. Il primo, “1938-2008, 70 anni dalle leggi antiebraiche e razziste, per non dimenticare” e il secondo “Memoria: dalle testimonianze dirette al museo della Shoah”.
Il passato, la memoria, l'Italia, un flusso tv unitario e tricolore, senza confini federalisti, neppure nello Spazio. Fra pochi giorni infatti, il 26 agosto, quando l'estate entrerà nella sua vecchiaia, la Tv di Montecitorio trasmetterà il sogno di uno, due, dieci Apolli Italiani, da inviare nel Cosmo. Ore Nove: “Decisioni europee per lo spazio nel 2008 e ruolo dell'Italia”. Ore 11.30, “pianificazione della politica spaziale italiana e programmazione in ambito europeo”; ore 13.20, Idem.
A guardarle, le immagini in movimento della Tv della Camera, appaiono come un'operazione Anti-Barbarossa, dove il fulvo Federico è la fiction-sceneggiato, fortemente voluta dalla Lega (e in cui recita persino Umberto Bossi) per richiamare al grande pubblico Rai e generalista l'ancestrale identità dei lombardi e del Po. Gli stessi, il Po e i lombardi, di cui - meno di due secoli fa - Alessandro Manzoni rimava nell'Adelchi: “Soffermàti sull'arida sponda / volti i guardi al varcato Ticino / tutti assorti nel nuovo destino / certi in cor dell'antica virtù / han giurato: non fia che quest'onda / scorra più tra due rive straniere / non fia loco ove sorgan barriere / tra l'Italia e l'Italia mai più!”. Chissà se il Presidente Fini lo metterà in palinsesto.
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