Il pisello percepito
E' un'estate così, dove si passa dal caldo percepito (molto) al Pisello Intuito (molto poco): quello che alcuni credono di aver intravisto – tra zone d'ombra e ripiegamento di stoffe – nelle foto di Castor Semenya dopo il trionfo ai Mondiali di atletica negli 800 metri (femminili, si capisce). I bookmaker scommettono e la vista s'aguzza, – peccato che tutte le Grandi Firme siano già state spostate sul fronte degli shorts della signora Obama
E' un'estate così, dove si passa dal caldo percepito (molto) al Pisello Intuito (molto poco): quello che alcuni credono di aver intravisto – tra zone d'ombra e ripiegamento di stoffe – nelle foto di Castor Semenya dopo il trionfo ai Mondiali di atletica negli 800 metri (femminili, si capisce). I bookmaker scommettono e la vista s'aguzza, – peccato che tutte le Grandi Firme siano già state spostate sul fronte degli shorts della signora Obama, perché pure sui contenuti di quest'altro pantaloncino c'era da analizzare. La signorina ha una certa aria virile: addominali scolpiti, singolare piallamento nella zona superiore, vedo e non vedo nella parte inferiore: bozzolo appena accennato, protuberanza da birillo di biliardo, a dir la verità – comunque, di troppo per una donna e ai limiti dell'irrilevanza per un maschio. Questioni situate sulla delicata linea di confine tra voyerismo e filosofia, il vedermi e il credere di sapere, e giustamente la famiglia dell'atleta rivendica che “Dio l'ha fatta così” – praticando Lui grande tolleranza rispetto alla faccenda dell'essere fatti a Sua Immagine, sennò non si capisce come non abbia ancora fulminato analogico e digitale. Indagheranno medici e Federazione atletica (che devono indagare, poi: uno sguardo in situazione ottimale basta e avanza), e si vedrà. Ma il Pisello Intuito – sarà per ideale collegamento con tutto il parapiglia dei mesi passati – nella smandrappata estate 2009 reclama il suo posto d'onore.
Persino Naomi (Venere Nera, mica Apollo Abbronzato) è finita prima sull'Unione Sarda per un ballo a Porto Cervo, dato che nel frenetico dimenarsi “ha mostrato le sue grazie e, tra quelle, qualcosa di misterioso”, poi nelle fauci dei blog americani. Ognuno crede (rivelazione? sole? mojito?) di intuire qualcosa – ombre che mutano in presenze inattese, chiaroscuri in centimetri imprevisti, semioscurità in anguillesche visioni. Al solito: viviamo un periodo di solide incertezze, dove qualcosa che avanza è meglio di qualcosa che manca. Non essendo dotati, diciamo, della rapidità d'osservazione e di qualificazione di un genio come Mae West (“cosa nascondi in tasca, una pistola o sei semplicemente felice di vederemi?”), ci si arrangia con questa specie di giochino delle ombre. Che poi, chiamale ombre... Quando David Beckham apparve in slip sui muri di ogni città, e il punto strategico d'interesse (a occhio nudo, di notevole rilevanza) occupava diversi metri quadrati, il Daily Mail si premurò di mettere a confronto la foto pubblicitaria con una dello stesso in costume da bagno, rilevando, per così dire, una certa dissonanza volumetrica tra le due. Già anni fa, Maria Laura Rodotà lamentò in un prezioso studio sociologico (“Piazza di farro alla rucola con Nutella”) il passaggio epocale dagli slip ai boxer: meno contenutivi e più dispersivi, non permettevano una precisa determinazione del contenuto stesso. Gli slip son tornati, ma l'incertezza è rimasta – questione di centimetri, ma non da poco.
Il Foglio sportivo - in corpore sano