Così scriveva Giuliano Ferrara sul Foglio il 19 aprile del 2008

Uno, cento, molti Pd

Giuliano Ferrara

Riproponiamo, in vista del congresso del Partito Democratico in autunno, la storia del Partito Democratico stesso come l'ha raccontata Il Foglio in questi ultimi anni. Come l'editoriale di Giuliano Ferrara del 19 aprile del 2008

"Ha divorato parte dei voti della nomenclatura senza popolo dell'Arcobaleno, e si è tenuto i suoi voti di partenza nel mezzo della bufera di disistima che ha travolto il governo e la coalizione unionista uscenti: questo risultato utile, nella ovvia sconfitta da tutti serenamente prevista, dipende dal fatto che il Partito democratico è stato percepito come una promessa di novità, di diversità rispetto alla esausta tradizione politica della sinistra e del centrosinistra italiani".

    Dal Foglio del 19 aprile 2008

    Ha divorato parte dei voti della nomenclatura senza popolo dell'Arcobaleno, e si è tenuto i suoi voti di partenza nel mezzo della bufera di disistima che ha travolto il governo e la coalizione unionista uscenti: questo risultato utile, nella ovvia sconfitta da tutti serenamente prevista, dipende dal fatto che il Partito democratico è stato percepito come una promessa di novità, di diversità rispetto alla esausta tradizione politica della sinistra e del centrosinistra italiani. Una leadership elettiva (le primarie), il ridimensionamento di un apparato e di un gruppo dirigente affaticato e strutturato per correnti, un linguaggio che mette fine al tormentone “de sinistra” dell'antiberlusconismo ideologico (giustizia e conflitto di interessi), il tentativo di sfondare il muro del nord che ha creato per lo meno un argine al dilagare delle partite Iva infuriate con Visco, liste bizzarre e anche infelici ma guidate comunque dall'idea di cancellare la parata dei ministri del governo uscente e dei protagonisti e comprimari del vecchio teatro politico ulivista, la definizione di un soggetto libero e maggioritario che dà l'addio al coalizionismo della frammentazione: questi gli ingredienti che, se non hanno portato a una impossibile “impetuosa rimonta” (D'Alema) contro gli spiriti animali di un paese in piena rivolta antinomenclatura o anticasta, hanno salvato il salvabile, che era poi il compito assegnato a Veltroni dai maggiorenti Ds e Margherita. I quali ora giustamente ruminano il da farsi ma (ancora) non congiurano per un ribaltone interno. Se avesse fatto di più, se avesse rotto con più grinta la continuità prodiana, se avesse innovato in modo radicale nella forma politica conferendo un significato più chiaro alla promessa o al “sogno”, se non avesse dato la sensazione di avere scelto una via del mezzo anche troppo prudente, nessuno può dire come sarebbe andata.

    Quel che è sicuro, come segnalava ieri anche un editoriale di Repubblica in cui si proponeva al Pd di costituire senza tante storie un Partito democratico del nord federato a quello centrale, con un suo gruppo dirigente distinto, è che senza una svolta nel suo modo di essere il partito di Veltroni stenterà a costruirsi come portavoce e cartello elettorale dell'Italia che è finita all'opposizione, come controfenomeno competitivo rispetto al territorialismo dei bossiani e al populismo incarnato in un uomo solo dei berlusconiani. Con un congresso tradizionale, la sezione, gli iscritti, la presidenza con l'acqua minerale, le correnti, gli intellettuali organici, una nuova politica frontista delle alleanze e gli attacchini è dubbio che il Pd possa rovesciare la tendenza cavalcata con successo dalla coalizione di interessi in technicolor che ha vinto le elezioni.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.