Rocca spiega ai canadesi la campagna del Foglio
Un'ora sul set di Barney a chiacchierare con il regista (spiando Paul Giamatti)
Sul Campidoglio deserto, percorso in diagonale da qualche turista in cerca di ombra, si vedono una tenda, tre persone che sbocconcellano pezzi di ananas per rinfrescarsi, un frigobar e un enorme tubo che immette aria condizionata nella stanza solitamente adibita alla celebrazione dei matrimoni civili.
Guarda il video della Cbc con Christian Rocca che racconta la campagna del Foglio
Sul Campidoglio deserto, percorso in diagonale da qualche turista in cerca di ombra, si vedono una tenda, tre persone che sbocconcellano pezzi di ananas per rinfrescarsi, un frigobar e un enorme tubo che immette aria condizionata nella stanza solitamente adibita alla celebrazione dei matrimoni civili. Non ci sono sposi all'orizzonte (troppo caldo), ma sembra esserci lo stesso un assembramento pre-matrimoniale: un uomo con fascia da sindaco, un militare, un invitato con completo celeste, molto brusio, piccoli crocchi di persone. E' il terzo giorno di riprese de “La versione di Barney” – il film tratto dall'omonimo libro di Mordecai Richler (prodotto dalla canadese Serendipity Point di Robert Lantos in coproduzione con la Fandango di Domenico Procacci) – e il matrimonio in corso è quello dell'ancor giovane Barney con la prima moglie, la tormentata artista Clara. Il finto sindaco e il finto invitato si stanno preparando al ciak.
Un incredibile Paul Giamatti, l'attore che impersona Barney, già cammina come Barney, trascinando leggermente la gamba, e già si guarda intorno come Barney, e cioè con l'aria allarmata di chi teme la moltiplicazione degli stupidi sulla faccia della terra. Nell'attesa, Giamatti si siede su una panchina con i colleghi che recitano nei panni di Clara e dell'amico Boogie – e a vederli così, tutti e tre in fila a chiacchierare, il film sembra già cominciato. Il regista, Richard J. Lewis, veterano della serie tv Csi, non smentisce la legge non scritta che sembra aleggiare sul set: a Barney non si arriva per caso, ma per passione. Anche lui, infatti, come lo sceneggiatore Michael Konyves e come il produttore Robert Lantos, ha letto il libro di Richler a fine anni Novanta, subito dopo l'uscita in libreria, e non è più riuscito a toglierselo dalla testa. “Sapendo che Lantos aveva i diritti, mi sono segnalato come persona interessata”, dice oggi Lewis con molto orgoglio e molta autoironia: “Un giorno – ed era già un bel po' di tempo che Robert e io parlavamo di come fare questo film – ho buttato sulla sua scrivania una possibile sceneggiatura che avevo scritto e gli ho detto: ‘Ecco quanto male posso girare questo film'. Robert l'ha presa ma ha poi scelto, ovviamente, quella scritta da Michael – che aveva un piglio fresco e originale. Però è stato abbastanza gentile da lasciare che fossi io il regista, in nome del mio coinvolgimento con la ‘Versione'”. Per quattro anni Lewis ha “studiato” il personaggio Barney. “Per me – dice – è stato importante lavorare con lo sceneggiatore sul testo e poi raggiungere la sincronia con Giamatti. Ho cercato di entrare con Paul nel personaggio, di diventare un po' Barney assieme a lui”.
Alla malattia di Barney, l'Alzheimer, Richard J. Lewis si è accostato sapendo “che si tratta di una malattia sfuggente e inconoscibile. Nessuno può farne un report dall'interno. Il malato di Alzheimer un momento è tra noi, il momento dopo no. Il massimo che possiamo fare è cercare di avvicinarci il più possibile alla realtà esteriore della malattia. Questa è la ricerca che abbiamo fatto con Paul”. Ci sono stati giorni di prove prima e dopo l'arrivo a Roma (“abbiamo molto parlato, molto provato, molto mangiato”, dice Lewis). Ci sono stati giorni di meticolosa ricerca delle tre mogli di Barney – “tre personaggi compiuti, perfettamente disegnati da Richler, non una triplice ‘spalla' del protagonista”. Miriam (Rosamunde Pike) è stata vista dal regista su un palco a Londra. Al primo provino congiunto Pike-Giamatti, Lewis è stato conquistato “dall'alchimia immediata tra i due”. Minnie Driver, la seconda Signora Panofsky, ha sbaragliato le concorrenti risultando sullo schermo “molesta e divertente allo stesso tempo”. E Rachelle Lefèvre, esile nonostante il pancione finto per la scena del matrimonio, per Lewis è stata, da subito, “l'unica possibile Clara”.
Guarda il video della Cbc con Christian Rocca che racconta la campagna del Foglio
Il Foglio sportivo - in corpore sano