Dal Foglio del 18 luglio 2009

Potere assoluto

Stefano Pistolini

Chiunque abbia familiarità con la piccola isola di Chappaquiddick sa che questo nome lo si legge solo sulle carte, ma gli habitué la conoscono col meno esoterico nomignolo di Chappy. In questo luogo meraviglioso, che ancor'oggi mantiene intatto il fascino puro dell'America della scoperta, appena, educatamente addomesticato, va in scena, esattamente quarant'anni orsono, nella notte del 18 luglio 1969, uno degli episodi più opachi delle cronache americane.

    Il senatore democratico Edward Kennedy, 77 anni, è morto questa notte. Riproponiamo un articolo pubblicato sul Foglio il 18 luglio scorso.


    Chiunque abbia familiarità con la piccola isola di Chappaquiddick
    sa che questo nome lo si legge solo sulle carte, ma gli habitué la conoscono col meno esoterico nomignolo di Chappy. In questo luogo meraviglioso, che ancor'oggi mantiene intatto il fascino puro dell'America della scoperta, appena, educatamente addomesticato, va in scena, esattamente quarant'anni orsono, nella notte del 18 luglio 1969, uno degli episodi più opachi delle cronache americane, del quale ancor oggi tanto rimane indecifrabile, e le cui conseguenze avrebbero condizionato non solo gli andamenti della politica di Washington, ma anche qualcosa di più prezioso: la fiducia degli americani verso i loro migliori rappresentanti, coloro che ricevono la delega della leadership, e tra loro i componenti di una stirpe segnata come famiglia tra le famiglie, i Kennedy, che avevano indelebilmente improntato al loro passaggio e al loro sacrificio quegli anni Sessanta che si concludevano.
    Per capire meglio il peso psicologico dei fatti legati a questo episodio di colpevole inconsapevolezza, in quella notte d'un venerdì d'estate, bisogna ricostruire qualcosa del contesto generale, evocando un sentimento che è ben noto anche all'America d'oggi, quarant'anni più tardi: la stanchezza condivisa, la sensazione che il paese abbia camminato a lungo sulla strada sbagliata e che ora sia urgente, ma difficile, riprendere il sentiero del giusto.

    Nel gennaio '69 Richard Nixon è diventato presidente sostituendo Lyndon Johnson. Henry Kissinger è il nuovo segretario di stato. A marzo il segretario della Difesa Melvin Laird ha annunciato la “vietnamizzazione” della guerra (ovvero l'incoraggiamento al Vietnam del sud a prendere sulle sue spalle il peso del conflitto: qualcosa che risuona in ciò che avviene oggi in medio oriente). Il personale Usa impiegato raggiunge il picco quantitativo: 543.400 uomini. 72 di loro sono morti a metà maggio nell'assurda prova di forza dell'assalto – inutile – alla collina soprannominata Hamburger Hill, facendo rabbrividire l'America. Non a caso Nixon l'8 giugno annuncia il ritiro di 25 mila uomini, nel tentativo di placare l'opinione pubblica. Nel frattempo, il panem et circenses del momento porta la sognante sigla di Apollo XI: il 16 luglio il lancio spaziale è filato via senza intoppi e l'America tiene il naso all'insù, eccitato dalle interminabili cronache televisive impregnate di eroismo e patriottismo e condite con un po' di tecnologia a buon mercato, che comunque avrà la funzione di disegnare il futuro di geeks in erba come i quattordicenni Steve Jobs e Bill Gates. Intanto l'America progressista è in ginocchio. Quando Bob Kennedy viene assassinato a Los Angeles, sono ancora scarse le sue possibilità di aggiudicarsi la nomination del partito, anche se la storia popolare fingerà di dimenticarsene, assetata com'è di martiri. Il prescelto, Hubert Humphrey, col suo fragile compagno di ticket Ed Muskie, verrano comunque sbaragliati senza appello. E' un momento di perplessità, spavento e sogni infranti. La protesta giovanile s'è estremizzata, per la prima volta in posizione dichiaratamente antagonista al mainstream del Sogno Americano. E' anche il momento dei commiati da una stagione magica. Un commiato: proprio quello che è stato programmato, al riparo da sguardi indiscreti, per la sera del 18 luglio in quella appartata località, terminale più snob di chi trascorre le vacanze nella più grande e organizzata isola di Martha's Vineyard, che dista da Chappy solo 200 metri di mare, solcati ininterrottamente da un ferry che trasporta auto, biciclette e pedoni, prima di ancorarsi tra le 24 e le 6 del mattino. Il nome viene da una parola indiana che significa “isola separata”, ma di fatto Chappy, coi suoi cento abitanti, amministrativamente è parte di Edgartown, la città principale di Martha's. Per la festa è stato affittato il Lawrence cottage: a partecipare sono sei ragazze e altrettanti uomini più in età. Le donne sono le stesse che componevano il team delle “boiler-room girls” ovvero le attiviste che fungevano da centro di smistamento della campagna elettorale di Robert Kennedy. Gli uomini presenti sono Joseph Gargan (cugino di Ted Kennedy e organizzatore del party, in quel cottage dove in passato ha portato in vacanza la famiglia), Paul Markham (amico di Gargan e futuro procuratore di stato del Massachusetts), l'avvocato Charles Tretter, Raymond La Rosa (assistente di Gargan), John Crimmins (autista di Ted Kennedy) e lo stesso Ted, che è stato il principale stratega della campagna per le primarie del fratello Bob e che, dopo la sua morte, s'è aggiudicato di prepotenza il titolo di Majority Whip al Senato, il più giovane nella storia a raggiungere questa posizione. Kennedy partecipa al party arrivando da Martha's Vineyard – giardinetto di casa del potentato Kennedy – dove è iscritto a una regata velica presso lo Yacht Club di Edgartown.
    Gli eventi della notte del 18 luglio '69 sono destinati a restare inafferrabili, almeno fin quando lo stesso Ted Kennedy, in punto di morte o in una memoria postuma, non decida eventualmente di fornirne una versione meno contraddittoria. Fin qui ecco ciò che si sa.

    Mary Jo Kopechne (non) compirà 29 anni una settimana dopo. E' nata a Wilkes-Barre, Pennsylvania, figlia unica di un assicuratore e una casalinga. La famiglia si è poi trasferita nel New Jersey dove Mary Jo si è laureata in Economia al college femminile Caldwell. Successivamente ha soggiornato a Montgomery, Alabama, per insegnare sotto gli auspici del Movimento per i diritti civili. Nel '63 si è spostata a Washington, dove ha lavorato come segretaria prima per il senatore della Florida George Smathers e poi, dal momento della sua elezione nel '64, per il senatore dello stato di New York, Robert Kennedy. I suoi compiti sono di responsabilità: coordina il lavoro degli speechwriter e dell'ufficio legale di Bob.
    Mary Jo è una biondina gradevole, intelligente, efficiente. Beve poco, ha una buona reputazione, viene presentata come una ragazza con una vocazione eccezionale per il lavoro. Lo stesso Robert Kennedy l'ha capito e le ha messo in mano buona parte dell'organizzazione del suo staff, chiedendole perfino di collaborare alla stesura del discorso col quale, nel marzo 1968, ha presentato la candidatura alla nomination per le presidenziali. E' lei la leader delle “ragazze della stanza dello scaldabagno”, com'è soprannominato l'angusto spazio senza finestre dove agisce il team. Le cui componenti sono politicamente evolute: sono loro a tenere i contatti coi delegati dei diversi stati e a fornire ai vertici della campagna le indicazioni più preziose sugli umori dell'elettorato. La morte violenta di Bob, per Mary Jo come per le altre, è uno choc enorme. Per sei mesi lascia il lavoro e solo nel dicembre '68 riprende servizio per la sigla lobbistica Matt Reese Associates, e va a vivere a Georgetown con altre impiegate.
    In cosa consiste la riunione di Chappaquiddick tra quelle sei donne e quei sei uomini? E' un tipico raduno stile-Camelot: donne giovani, brillanti e nubili che incontrano uomini più grandi, più potenti e sentimentalmente impegnati. Un incedere sul filo rosso dell'ambiguità. Ma anche un rito di distacco. Tutti, per un verso o per l'altro, con un ruolo più o meno importante, hanno lavorato per la campagna di Bob, finita in quel modo tragico. La pistola di Shiran Shiran ha fatto sì che il sodalizio non avesse più ragione di esistere. E prima di prendere ciascuno la propria strada, si passa un'ultima serata insieme, nella più “kennediana” delle ambientazioni e nella magia che regala un posto come Chappaquiddick. Una celebrazione del genere aveva già avuto luogo a Hyannis l'estate precedente, organizzata dagli stessi Kennedy, quasi che il gruppo fatichi a smembrarsi per sempre, veterani d'una guerra ormai finita. Difficile, perciò, pensare a questo appuntamento come a qualcosa di torbido e intriso di sesso. Difficile in quel luogo e con quei trascorsi condivisi. Difficile, ma non impossibile, nella casuale voracità sessuale che è parte integrante dell'entourage Kennedy.

    Ted ha preso l'aereo da Boston a Martha's Vineyard nel pomeriggio. Il suo autista ha portato fin lì la macchina. Sulla strada del Lawrence Cottage Ted ha chiesto di fare un bagno nelle limpide acque di Chappy. Crimmins ha quietamente accostato ed ha atteso fin quando il capo è riemerso dalle onde. Ted ormai ha sostituito il fratello Bob al centro della scena. Ha solo 37 anni, ma i sondaggi dicono che il 72 per cento dei simpatizzanti democratici lo considera il vero candidato per le presidenziali del 1972. Lo stesso Nixon ha paura di lui, e lo fa seguire dai suoi uomini. E' un uomo all'apice della propria ascesa. Tutti vogliono muoversi nella sua orbita. E' sotto pressione. Beve troppo. Ha una moglie con perenni disturbi nervosi e con una gravidanza a rischio.
    Comunque la serata al cottage scorre tranquilla, tra drink e barbecue, brindisi e memento, fin quando, attorno alle 23.15 Kennedy decide (secondo quanto testimonierà) di tornare a Martha's Vineyard, congedandosi rapidamente per non perdere l'ultimo traghetto. Quando annuncia la sua intenzione, la Kopechne gli chiede un passaggio fino al suo hotel a Edgartown: dice di sentirsi stanca e di aver preso troppo sole. Kennedy chiede le chiavi della macchina al suo autista che sta ancora mangiando nella villa. Gli dice di stare tranquillo: guiderà da solo fino al ferry, anche se al tempo le stradine di Chappy sono un reticolo polveroso, dove è facile perdersi. Mary Jo, intanto, stranamente non avvisa nessuna collega della sua intenzione di andarsene e addirittura, forse a causa della decisione precipitosa, dimentica sul posto sia la borsa che la chiave dell'albergo.
    Oltre un'ora più tardi, l'aiuto-sceriffo Christopher Look, che lavora a Edgartown ma abita a Chappy, di ritorno dal ballo che ha inaugurato la regata, vede una macchina scura con a bordo un uomo e una donna appropinquarsi all'incrocio con la sterrata chiamata Dike Road. La macchina pochi istanti prima ha imboccato la strada privata del cimitero. Poi ha frenato bruscamente e mentre lui si avvicina per offrire indicazioni è ripartita a tutta velocità a marcia indietro, allontanandosi poi per la Dike Road, che conduce in direzione opposta al ferry. L'aiuto-sceriffo annota mentalmente una lettera e un numero della targa della macchina: entrambi corrisponderanno a quelli della Oldsmobile Delmont 88 del '67 guidata da Ted. Kennedy dichiarerà di aver imboccato per sbaglio la Dike Road, guidando a velocità moderata ma non abbastanza per accorgersi del Dike Bridge, un ponticello senza protezioni che, improvvisamente e pericolosamente, si para davanti a quella strada, con un angolazione di 90 gradi. Ted prova a frenare, ma è tardi: l'auto manca il ponte e finisce capovolta nel Poucha Pond, il canale paludoso che scorre là sotto. La Oldsmobile si poggia a testa in giù sul fondo della roggia ma Kennedy – che dichiara di avere solo ricordi confusi dei fatti di qui in poi – riesce comunque a divincolarsi e a risalire alla superficie, realizzando che la ragazza non ha saputo fare altrettanto. Convintosi che Mary Jo sia prigioniera nell'auto sott'acqua, prova a immergersi sette o otto volte, senza successo.

    La notte è buia, l'acqua è melmosa, forse c'è molto alcol
    nel suo sangue. A quel punto sostiene di essere corso a piedi allo chalet della festa per dare l'allarme. Qui prima di entrare, inspiegabilmente, si stende sul sedile di un auto, per riposare circa un quarto d'ora. Sostiene anche (e si allunga la lista di contraddizioni) di non aver visto lungo il cammino case o luci verso cui dirigersi per chiedere soccorso. In effetti ci sono quattro case abitate lungo quel cammino. E nel cottage del party c'è un telefono funzionante che nessuno dei presenti utilizza per dare l'allarme. La signora Malm al processo spiegherà di abitare a soli cento metri dal canale, e di aver lasciato quella sera la luce accesa fuori dalla porta.
    Una volta raggiunta la compagnia – racconta ancora nella sua ricostruzione – Kennedy informa solo Gargan e Marham del disastro. I due tornano al ponte e a loro volta provano a tuffarsi per cercare Mary Jo, ma non ottengono risultati. A quel punto accompagnano Kennedy al ferry, insistendo per informare immediatamente le autorità. Ted adesso è singhiozzante, in preda al terrore: le uniche persone con cui vuole parlare sono i suoi più stretti collaboratori che stanno trascorrendo il weekend a Hyannis. Probabilmente è questo il momento in cui comprende che la sua vita non sarà mai più come prima, che un'ombra si è stampata indissolubilmente su di essa e sulle sue ambizioni. Dice ai compari di occuparsi delle altre ragazze – mantenendole all'oscuro dei fatti per non provocare reazioni inconsulte. Lui si incaricherà di avvisare la polizia. Dal momento però che il ferry non effettua più servizio, Kennedy, nel più folle dei comportamenti, anziché usare il telefono pubblico vicino all'imbarco per chiedere una barca e la presenza delle autorità, si tuffa nel tenebroso braccio di mare e nuota controcorrente fino alla riva di Edgartown. A quel punto prende la strada del suo hotel, sale in camera e cade addormentato, senza dare l'allarme. Alle 2.55 del mattino, anzi, svegliato dai rumori dei ritardatari alla festa dello Yacht Club, si lamenta con la portineria e indossa vestiti asciutti. Continua a guardarsi dal chiamare la polizia. Al processo dirà che nel frattempo si è convinto che Mary Jo sia miracolosamente scampata e che tutto andrà a posto. Alle 7.30 del mattino viene intravisto chiacchierare tranquillamente col vincitore della prima prova della regata. Alle 8 viene raggiunto da Gargan e Markham, coi quali ha un ruvido confronto. I due gli chiedono ragione del suo comportamento e Kennedy dice d'aver avuto la percezione, mentre nuotava tra Chappy e Martha's, che Mary Jo sia salva. E' fuori di sé e in malafede.

    I tre comunque tornano insieme a Chappy.
    Dal telefono pubblico del ferry chiamano gli specialisti, per consultarsi sul da farsi. La polizia ancora non viene avvisata.
    Intanto la Oldsmobile rovesciata nel canale è stata notata di buon ora da due pescatori che alle 8.20 chiamano la polizia. Alle 8.45 una pattuglia arriva sul posto col sommozzatore John Farrar che, sceso in immersione, scopre il corpo di Mary Jo. Farrar sostiene che la Kopechne è incastrata nel veicolo in un punto nel quale s'è creata una bolla d'aria. Dev'essere sopravvissuta all'incidente per circa mezz'ora. Se fosse stato dato immediatamente l'allarme ci sono molte possibilità che sarebbe uscita viva dal canale.
    Kennedy è ancora impegnato nelle sue telefonate vicino all'imbarco di Chappy quando capisce che il corpo di Mary Jo è stato trovato. Solo a quel punto, imbattendosi nel capo della polizia locale, rimonta sul traghetto e torna a Edgartown dove presenta denuncia alla centrale, mentre Gargan si dirige all'albergo che ospita le ragazze, ancora all'oscuro della sorte di Mary Jo. Sono le dieci di mattina, oltre nove ore dopo l'incidente, quando Kennedy si confronta con le autorità.
    Lo stesso Ted si occupa di informare la famiglia Kopechne della morte di Mary Jo, e lo fa prima ancora di presentarsi alla polizia, tacendo però ai genitori il particolare d'essere coinvolto nell'incidente. Il 22 luglio Kennedy parteciperà al funerale di Mary Jo a Plymouth, Pennsylvania. Questa volta al suo fianco, nel ruolo della devota consorte, c'è la moglie Joan che presto subirà un aborto del quale, più tardi, attribuirà la causa allo stress per l'affare-Chappaquiddick.

    Il 25 luglio, una settimana dopo i fatti, Kennedy nella locale aula di giustizia si dichiara colpevole di abbandono della scena di un incidente di cui è stato responsabile. Il suo avvocato propone di sospendere la condanna e gli accusatori si dicono consenzienti, alla luce della reputazione del personaggio: un flagrante caso di legge diseguale per tutti. Il giudice Boyle gli infligge due mesi di carcere, pena sospesa, anche perché – parole sue – sarà la sua coscienza a perseguitarlo. Quella stessa sera Ted appare sulle televisioni nazionali dove, in 13 minuti di discorso, riassume drammaticamente la sua versione dei fatti. Dice che l'unico motivo per il quale sua moglie non era con lui alla regata era la salute malferma, che sono false le allusioni su condotte sconvenienti tra lui e la Kopechne (ma il cadavere della Kopechne viene trovato sprovvisto di biancheria intima, cosa improbabile per una brava ragazza americana del '69), che lui non aveva bevuto, che ammetteva d'essersi comportato in modo insensato nelle ore successive all'incidente e che, soprattutto, a quel punto sarà il popolo del Massachusetts a decidere se Kennedy deve continuare a rappresentare lo stato in Senato oppure si deve dimettere. Il medico legale nel frattempo certifica la morte di Mary Jo per annegamento accidentale. La morte è avvenuta tra le 23.30 e l'una di notte (quindi anche molto tempo dopo che i due hanno lasciato insieme il cottage e dopo che l'aiuto sceriffo li ha visti transitare) e che la caduta nel canale è stata causata dalla loro intenzione di appartarsi, anziché raggiungere l'imbarco. Ted ha guidato con negligenza e ciò ha causato la morte di Mary Jo. La famiglia Kopechne non intraprende azioni legali contro Kennedy, anzi la madre della ragazza dice pubblicamente che Kennedy deve continuare a servire la nazione. I Kopechne riceveranno un risarcimento di 90 mila dollari dal senatore e 50 mila dall'assicurazione.

    Dopo l'apparizione in tv l'opinione pubblica si schiera in favore di Kennedy e ne difende la carriera politica. Sul piano nazionale, però, la sua reputazione è compromessa. Kennedy rinuncia a correre per la nomination del '72 e quando, a fine '79, sfida Jimmy Carter, ne esce sconfitto. Nell'occasione l'episodio di Chappaquiddick viene rispolverato con uno special della Cbs condotto da Roger Mudd, che rende onore al suo cognome e seppellisce le chance di vittoria di Kennedy, accusandolo di mentire riguardo alla ricostruzione dell'incidente. Ted rimane al Senato, nonostante la salute gli dia frequenti problemi. Ancor'oggi è titolare del suo seggio, sebbene in condizioni di cancro terminale al cervello. La cronaca recente vede “l'ultimo leone” perdere i sensi durante il pranzo di festeggiamento di Barack Obama, dopo il giuramento presidenziale del 20 gennaio 2009.
    Chappaquiddick diviene simbolo dell'arroganza del potere e dell'intoccabilità dei potenti. Il 16 luglio 1999, nel trentesimo anniversario dell'affare Kopechne, il piccolo aereo pilotato da John John Kennedy, su cui vola con la moglie Carolyn e la cognata Lauren, s'inabissa nelle acque di Martha's Vineyard. Ultimo ricciolo della saga della maledizione dei Kennedy. Parabola di santità, peccato e morte che ha costellato il secondo Novecento come tante esplosioni di napalm.