Il fango visto da Montecitorio

Così Fini interverrà per riportare il Pdl al di sopra della mischia

Salvatore Merlo

Gianfranco Fini si mostra preoccupato “dal clima pesantissimo” che si è creato nel rapporto tra poteri, e tra informazione e politica, di cui il caso Dino Boffo è uno dei sintomi. Considerazioni condivise anche dal capo dello stato, Giorgio Napolitano – in vigile silenzio – con il quale Fini coltiva l'auspicio che sia ancora possibile lanciare un “nuovo patriottismo repubblicano”.

    Gianfranco Fini si mostra preoccupato “dal clima pesantissimo” che si è creato nel rapporto tra poteri, e tra informazione e politica, di cui il caso Dino Boffo è uno dei sintomi. Considerazioni condivise anche dal capo dello stato, Giorgio Napolitano – in vigile silenzio – con il quale Fini coltiva l'auspicio che sia ancora possibile lanciare un “nuovo patriottismo repubblicano” attraverso il quale recuperare rapporti sereni tra le forze politiche: il viatico per l'apertura di una “ormai inderogabile fase costituente, modernizzatrice e riformista”. Si prefigura un autorevole richiamo della classe dirigente alle proprie responsabilità. Preoccupazioni che ieri hanno trovato corrispondenza nel Pdl berlusconiano. Attraverso i propri capigruppo, il partito ha respinto quello che Fabrizio Cicchitto definisce “un processo di imbarbarimento” cui è “auspicabile corrisponda un disarmo bilaterale”. Anche da parte di Repubblica.
    Il presidente della Camera pensa che la strategia del Popolo della libertà non possa essere affidata a un giornalismo che – parafrasando il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian – “pare diventato la prosecuzione della lotta politica con altri mezzi”. Ne ha scritto ieri Flavia Perina sul Secolo d'Italia. Fini ne parlerà oggi, a Mirabello, nel corso della Festa Tricolore di Alleanza nazionale. All'inevitabile domanda di Pierluigi Visci, il direttore del Resto del Carlino che lo intervista pubblicamente, Fini spiegherà le proprie perplessità. Il presidente della Camera ha finora taciuto per scansare il rischio che una sua sortita fuori contesto potesse sollevare polemiche interne al centrodestra, specie dopo il contestato (dal Pdl) intervento alla Festa genovese del Partito democratico. Ma a una domanda diretta sull'attualità politica, oggi, non potrà esimersi dal rispondere. “E sarebbe un intervento davvero opportuno”, dice il politologo finiano Alessandro Campi. “Si è messo in moto un meccanismo pernicioso di delegittimazione reciproca che va fermato”.

    Il direttore del Secolo d'Italia, Flavia Perina, con un editoriale ieri ha dato voce al pensiero dell'ala finiana del maggiore partito di governo: “La guerriglia per delega tra i quotidiani di punta che fanno riferimento a maggioranza e opposizione – scrive Perina – può avere effetti disastrosi sull'opinione pubblica e sugli elettori del centrodestra che hanno votato il Pdl con intenti molto lontani da quelli rappresentati in questo contesto. La tentazione di zittire i moralisti in servizio permanente effettivo è un sentimento naturale, ma la politica non può risolversi in un quotidiano ‘ti faccio vedere io'”.
    Parole in parte ribadite dal vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Italo Bocchino, considerato vicino al presidente della Camera: “Il paese ha bisogno di una politica credibile raccontata da un'informazione credibile. Ma di questo passo si rischia di imbarbarire il clima senza che nessuno ne esca vincitore”. Sono considerazioni che Gianfranco Fini, giurano i lealisti di An, sottoscriverebbe e che non risparmiano “le ronde moraliste” e la “gambizzazione mediatica” di Repubblica. Dice il deputato finiano Fabio Granata: “C'è una tale condivisione di una comune sensibilità politica tra noi e Fini che, pur senza concertarsi, si finisce sempre col dare risposte identiche alle questioni di fondo. Credo che gli attacchi personali vadano fermati e anche la sinistra dovrebbe rifletterci”. Perché, argomenta il direttore scientifico di FareFuturo Alessandro Campi, “l'attacco a Boffo è stato una follia. Non soltanto per i rapporti con la chiesa ma per il meccanismo confermato dal Giornale. Ovvero che sia legittimo attaccare le persone e non le posizioni politiche. Ma ci sono segnali di resipiscenza – dice – Berlusconi oggi, in una intervista proprio al Giornale, ha scansato le polemiche per tornare sui problemi della gente”.
    Il Cav. ha anche ribadito i rapporti “eccellenti col Vaticano”. E anche di questo il presidente della Camera parlerà oggi, prefigurando forse un nuovo modo di intendere i rapporti tra stato e chiesa. L'orizzonte sono i principi di laicità e rispetto reciproco. Gli stessi che faranno domani da cornice al confronto tra Fini e i vertici delle Acli, che lo hanno invitato a parlare di cittadinanza e immigrazione. Temi sui quali lui, da ateo, è in sintonia con Cei e Vaticano.
     

    • Salvatore Merlo
    • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.