Forse mi voleva Wim Wenders
Lo confesso. Anch'io son stata tentata di presentarmi alla Chiesa Madre di Scilla, per il casting del nuovo film che Wim Wenders sta per girare in Calabria, grazie a un finanziamento di Agazio Loiero. Cercavano un bambino di otto anni, sveglio, magro, calabrese, patito di calcio. Certo, personalmente, il principale ostacolo era d'ordine anagrafico oltreché di genere. E' vero. Ma perché disperare?
Lo confesso. Anch'io son stata tentata di presentarmi alla Chiesa Madre di Scilla, per il casting del nuovo film che Wim Wenders sta per girare in Calabria, grazie a un finanziamento di Agazio Loiero. Cercavano un bambino di otto anni, sveglio, magro, calabrese, patito di calcio. Certo, personalmente, il principale ostacolo era d'ordine anagrafico oltreché di genere. E' vero. Ma perché disperare? Non avranno bisogno anche di una madre, di una zia, magari anche di una nonna del piccolo calciatore calabrese, mi sono detta. Come me, la stessa domanda se la devono essere posta le tante altre donne, fanciulle e ragazze che per due giorni di agosto, dalle nove de mattino alle nove di sera, sotto una canicola implacabile, hanno presidiato senza battere ciglio coi loro larghi sorrisi malinconici, i capelli neri, i fianchi generosi impriogionati dentro jeans striminziti, la selezione del cast, coordinata nelle principali tre provincie calabresi dalla Technos srl, dalla Nugi.it di Reggio Calabria e dalla Fondazione Calabria Film Commission.
A muovere questo nugolo improvviso di aspiranti attrici calabresi era Win Wenders che si appresta girare tra Scilla, Badolato e Caulonia, il suo primo film fiction in stereoscopia tridimensionale grazie a una coproduzione con la Regione Calabria. La notizia può sembrare inverosimile, invece è più che vera. Il più enigmatico, contorto, sofisticato regista del Nuovo Cinema Tedesco, vincitore di una Palma d'Oro a Cannes con “Paris Texas” nel 1985, miglior regista sempre a Cannes per “Il Cielo sopra Berlino”, per “Buona Vista Social Club”, ha abboccato all'amo lanciato dal governatore della Regione più abbandonata e bistrattata d'Italia, Agazio Loiero. Ma siccome la Calabria, terra primitiva e sofisticata, oltre a avere la palma d'oro della malasintà, ed essere funestata da esempi ingloriosi in termini di inciviltà politico-sociale, continua ad essere misteriosamente anche una delle regioni più belle e civile d'Italia, con una popolazione ancora in grado di esprimere le antiche doti di ospitalità, come dimostra il primato di una legge regionale per accogliere e inserire nella realtà locale i rifugiati politici e i richiedenti asili, a Wim Wenders non dev'essergli parso vero di poter disporre di un soggetto che sembrava tagliato su misura per un cinema impegnato come il suo, in luoghi dal fascino sicuro e altamente evocativi per un barbaro del Nord, e suffragato da una sovvenzione pubblica di 70 mila euro, che copre più di un terzo dei costi di produzione (pari a 183,700 euro).
Il soggetto, firmato da Eugenio Melloni, racconta la storia dei profughi curdi approdati dodici anni fa a Badolato sulle rive della Locride, a bordo di una carretta del mare, e accolti dall'antico senso di ospitalità dai calabresi di quella stessa provincia desolata assurta agli onori di cronaca per il delitto Fortugno, per le minacce al vescovo Bregantini, per i tanti delitti senza nome a sfondo ndranghetista e per l'ospedale dei veleni, controllato da una famiglia di boss locali, e famoso per l' inspiegabile moria di bambini innocenti. Il film si intolerà “Il Volo”, sarà girato a Scilla e in altri paesi del reggino e sarà la favola di Peppino, un bambino che vive in un paese della costa calabra abbandonato dagli uomini e da Dio, dov'è difficile persino organizzare una partita di pallone, perché mancano i ragazzi con cui formare una squadra, e di un sindaco, interpretato da Ben Gazarra,che per accontentarlo concepirà un piano a sorpresa. Sarà un bel film patriota calabrese e molto corretto e non è escluso che potrà diventare istruttivo per quanti oggi si trovano ad affrontare lo sbarco dei clandestini e deciderne le loro sorti.
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