Noiose lezioni politiche

Tre ministre e nessun litigio

Diana Zuncheddu

Il film che avremmo voluto vedere, per cui ci siamo sparati un'ora e un quarto di macchina, per cui ci siamo inerpicati su per la collina di Frascati, per cui abbiamo messo piede nella bellissima cornice della summer school del Pdl, era questo: tre ministre molto diverse quasi in tutto che si accapigliano sul ruolo e il compito delle donne nel Pdl (‘Le donne del Pdl' era il titolo della lezione).

    Il film che avremmo voluto vedere, per cui ci siamo sparati un'ora e un quarto di macchina, per cui ci siamo inerpicati su per la collina di Frascati, per cui abbiamo messo piede nella bellissima cornice della summer school del Pdl, era questo: tre ministre molto diverse quasi in tutto che si accapigliano sul ruolo e il compito delle donne nel Pdl (‘Le donne del Pdl' era il titolo della lezione).

    Il film che abbiamo visto, invece, era quello di una qualsiasi noiosa lezione di scuola in cui lo spazio per le domande non c'è: le relatrici hanno parlato troppo. L'incontro fra le tre ministre di ieri sera, uno dei tanti della scuola estiva del Pdl organizzata dalla fondazione Magna Charta, con tante e tanti giovani ben vestiti e profumati e agghindati in perfetto stile Carfagna, è stato un monologo a testa del ministro della gioventù Giorgia Meloni (coda di cavallo e maglia a righe bianche e blu), del sottosegretario alla salute Eugenia Roccella, del ministro per le pari opportunità Mara Carfagna (splendida nella sua giacca rosa e top bianco che facevano luccicare l'abbronzatura). Gli applausi hanno interrotto più volte Giorgia Meloni, e non per solidarietà anagrafica: il suo modo di parlare è semplice, diretto e soprattutto appassionato. La Roccella ha illustrato il futuro della biopolitica e la possibilità per le donne di destra di fare molto per il genere di appartenenza e la società intera, ma sulla Ru486 si sta ancora aspettando cosa dica l'Aifa. La Carfagna, che ha sempre l'aria di studiare e lavorare molto, ha ripetuto almeno cinque volte la parola ‘ordine' che nemmeno più nelle riunioni della polizia di stato, ha parlato degli investimenti sugli asili di condominio e dei progetti a venire sul Sud e la flessibilità nell'orario di lavoro.

    In una sede informale e rivolta a ragazzi si pensava che tre donne così diverse, per provenienza, origine e cultura, potessero confrontarsi al di là di banchi rialzati e blabla su quanto sta lavorando il governo, su cosa le donne nel Pdl possono o devono fare, e come. Sulla cultura politica che sottende e dà senso alle scelte. Sarebbe stato bello vederle litigare, scontrarsi, urlare per trovare una via comune di azione. Sarebbe stato belle ascoltarle rispondere alle domande. Servono o no le quote rosa? Quale modello europeo vorrebbe realizzare il pdl femminile? Quali sono le figure femminili di spicco cui si ispirano tre donne politiche di centrodestra? E via così.
    Sarà per un altro film.