Canalis grande

Annalena Benini

Quando a Venezia si è sparsa la voce che George Clooney era effettivamente arrivato con Elisabetta Canalis, si sono dati tutti di gomito: “Allora è gay di sicuro”. Quando poi hanno sfilato tenendosi stretti, lei divertita, bellissima ma non fatale, lui con la faccia di uno che invecchierà male e un brutto smoking lucido, gli spettatori navigati hanno fatto i sorrisetti cinici, perché certo se fosse eterosessuale uno così non starebbe mai con una così.

    Quando a Venezia si è sparsa la voce che George Clooney era effettivamente arrivato con Elisabetta Canalis, si sono dati tutti di gomito: “Allora è gay di sicuro”. Quando poi hanno sfilato tenendosi stretti, lei divertita, bellissima ma non fatale, lui con la faccia di uno che invecchierà male e un brutto smoking lucido, gli spettatori navigati hanno fatto i sorrisetti cinici, perché certo se fosse eterosessuale uno così non starebbe mai con una così: ex velina, ex fidanzata di calciatori, molto poco Tilda Swinton, senza rivoluzioni proletarie nel cuore, senza diciotto figli adottati o almeno un'infanzia infelice. Natalia Aspesi sulla Repubblica ha scritto che i fan della Canalis probabilmente non hanno mai visto “né vedranno forse mai” un film del geniale Clooney, quegli analfabeti. Perfino Alba Parietti (sì, Alba Parietti) ha detto che quando lei stava con Cristopher Lambert era una storia più alla pari, questa Canalis invece sembra Cenerentola al ballo. Anche i fan della Canalis, cioè la forma più bassa di essere umano secondo Natalia Aspesi, sanno come finisce la favola di quella gran culo di Cenerentola (battuta della migliore amica di Julia Roberts in “Pretty Woman”), ma in ogni caso, anche se il gioco terminasse stasera, quest'anno la reginetta di Venezia è lei, Elisabetta.

    Forse qualcuno preferisce Hugo Chávez, come simbolo del Festival? Amore o non amore, la Canalis è arrivata al braccio del bellimbusto hollywoodiano per eccellenza, anche se Ewan Mc Gregor è molto più bello, copertura o non copertura su quella passerella c'era lei, e durante la proiezione del film di Clooney, seduta accanto a lui, si è tolta le scarpe e ha messo i piedi sulla poltroncina. Non molto diva, non particolarmente emozionata, senza film in concorso, lì per divertirsi e per fare invidia a tutte, fosse anche un gigantesco scherzo o un minuscolo flirt. Non risulta che la cameriera e lap dancer che ha preceduto Elisabetta al fianco di George avesse vinto molti premi Nobel, fosse impegnata a salvare il mondo dalla deforestazione, o leggesse la Yourcenar sul motoscafo per il Lido.  “Lui deve pur sostituire l'amato maiale”, è stata la cosa più cattiva sentita in giro, ma la Canalis si gode l'attimo, sceglie un bel vestito, lascia i capelli come sono, firma autografi, riceve messaggi  da tutte le amiche, lascia sconvolte le nemiche, che neanche con intere squadre di calcio potranno competere con l'allure mondiale di Clooney, continua a non rispondere al telefono e finisce in gloria le sue vacanze.

    La madrina del Festival è lei, che diceva di aspettare l'Uomo Giusto e adesso non finge di averlo trovato, però gli sorride e si lascia allacciare il casco prima di salire sull'Harley Davidson per il giro d'onore. Ieri in conferenza stampa Michele Placido è andato su tutte le furie perché una giornalista tedesca gli ha chiesto come mai si è fatto finanziare un film sul Sessantotto dalla Medusa (solita faccenda): ha urlato che insomma, con chi li deve fare i film, poveretto? E comunque lui mica vota quello là. Giuseppe Tornatore era imbarazzato per lo stesso motivo, tutti così dilaniati perché vorrebbero essere degli eroi e non lo sono. Anche Elisabetta vorrebbe essere un'attrice, ma non si arrabbia se le dicono che è stata la più bella delle veline e la miglior valletta di Controcampo, simpatica anche in “Love bugs” con Fabio De Luigi. E' contenta di stare lì, non ha niente di cui lamentarsi, poi magari un giorno si sentirà una vera artista e allora dirà che, povero George, era emarginato perché gay.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.