Morire facendo le valigie
Morire sì, non essere aggredito dalla morte: così il poeta Vincenzo Cardarelli in altri tempi. Ma siete proprio così sicuri che il meglio dell'esistenza umana stia in una morte improvvisa, inaspettata, rapida come un fulmine e possibilmente inconsapevole? Siete sicuri che sia meglio morire senza saperlo, facendo le valigie in un albergo, come è capitato a Mike Bongiorno?
Morire sì, non essere aggredito dalla morte: così il poeta Vincenzo Cardarelli in altri tempi. Ma siete proprio così sicuri che il meglio dell'esistenza umana stia in una morte improvvisa, inaspettata, rapida come un fulmine e possibilmente inconsapevole? Siete sicuri che sia meglio morire senza saperlo, facendo le valigie in un albergo, come è capitato a Mike Bongiorno? E' un pensiero quasi automatico, che afferra persone di insospettabile intelligenza e sensibilità, quello della morte senza significato, la morte che cancella la vita senza che la vita se ne renda conto. E' un pensiero che non ammette repliche, nei casi più rozzi, perché riflettere sulla morte, tenerla presente in una giusta e delicata misura per vivere meglio, saperla abbordare con tutta la forza della vita e con tutta l'ironia possibile dell'intelligenza, questo è giudicato bigotto invece che saggio, se non come l'intollerabile augurio di una fine lenta e dolorosa.
In queste cose ciascuno fa per sé, e Dio per tutti, come si dice. Ma abbiamo davvero una penosa incapacità di stare, come si sta, tra la vita e la morte, di stare come d'autunno sugli alberi le foglie, se è vero che l'autodeterminazione di Eluana, per bocca paterna, doveva voler dire morte procurata, mentre l'autodeterminazione scandalosa e dolorosa di un carcerato tunisino con tre figli, che si diceva innocente e non ha più mangiato, è stata negata con un trattamento sanitario obbligatorio fuori tempo massimo. E' che non ne sappiamo più niente, di questa cosa che ci riguarda e nutre la nostra vita, con tutti i suoi significati, perché la vita non ha più statura sacra. Tanto che perderla facendo le valigie, ma per una destinazione sconosciuta e senza il tempo della prefigurazione, è considerato da chi rimane a terra il colmo della felicità.
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