La prolusione alla Cei

Fuori gossip e polemiche. Bagnasco si fa neutrale e al governo chiede fatti

Paolo Rodari

Un testo misurato, non rivisto direttamente dal Vaticano, ma comunque figlio degli incontri di questi giorni tra il cardinale Angelo Bagnasco, il Papa e il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. Un discorso, la prolusione di ieri del presidente della Cei in apertura del Consiglio permanente, che condanna il “passaggio amaro” che ha portato alle dimissioni di Dino Boffo, che ricorda come la chiesa sia “una presenza leale e costruttiva”, ma che, insieme, mostra la volontà di dialogare costruttivamente con chi governa il paese.

    Un testo misurato, non rivisto direttamente dal Vaticano, ma comunque figlio degli incontri di questi giorni tra il cardinale Angelo Bagnasco, il Papa e il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone. Un discorso, la prolusione di ieri del presidente della Cei in apertura del Consiglio permanente, che condanna il “passaggio amaro” che ha portato alle dimissioni di Dino Boffo, che ricorda come la chiesa sia “una presenza leale e costruttiva che non può essere coartata né intimidita solo perché compie il proprio dovere”, ma che, insieme, mostra la volontà di dialogare costruttivamente con chi governa il paese giudicando nel merito il suo operato e lasciando da parte il gossip. Lo dice bene Bagnasco laddove spiega che anche quando “annuncia una verità scomoda, la chiesa resta con chiunque amica”.

    Certo, c'è quel richiamo al fatto che chi accetti di assumere un mandato politico “sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta” ma, a conti fatti, le parole sono morbide, ponderate, e dicono della volontà di superare le incomprensioni. Tra l'altro, seppure Bagnasco intervenga su alcune urgenze che il paese deve affrontare (la Ru486, una legge sul fine vita e la questione immigrazione), in nessun passaggio dà spago ad altro, ad esempio a quelle spinte neocentriste che, venerdì scorso, i vescovi Mariano Crociata e Arrigo Miglio sembravano in qualche modo mostrare possibili. Certo, i prossimi giorni non saranno facili per Bagnasco. C'è da dialogare con quei vescovi che vogliono più spiegazioni da parte della presidenza sul “caso Boffo” e, insieme, c'è da relazionare sui rapporti della stessa presidenza con una segreteria di stato vaticana sempre più interessata ad avocare a sé i rapporti con il mondo politico-istituzionale. Ma, intanto, Bagnasco ha iniziato bene. Ha mostrato disponibilità verso entrambe le istanze. E la cosa dovrebbe giovargli. Tanto più che la discussione sul futuro di Avvenire sembra non essere materia urgente per il Consiglio: il cda del giornale dei vescovi inizialmente previsto per venerdì, infatti, è stato rimandato.