Per il ministro Sacconi un punto di larga intesa c'è

Così si organizza il fronte della zona grigia sulla legge per il fine vita

Piero Vietti

L'appello al premier dei parlamentari del Pdl che chiedono un disarmo ideologico sul fine vita pubblicato ieri dal Foglio è stato accolto con favore dai componenti del cosiddetto “terzo partito”, quello della “zona grigia”, per cui se una legge sull'argomento deve esserci, è giusto che ponga dei confini ma non deve pretendere di regolare tutto.

Leggi il testo dell'appello dei venti deputati del Pdl

    L'appello al premier dei parlamentari del Pdl che chiedono un disarmo ideologico sul fine vita pubblicato ieri dal Foglio è stato accolto con favore dai componenti del cosiddetto “terzo partito”, quello della “zona grigia”, per cui se una legge sull'argomento deve esserci, è giusto che ponga dei confini ma non deve pretendere di regolare tutto. Finiani, berlusconiani, cattolici, laici e esponenti dell'opposizione, in tanti hanno apprezzato la richiesta di fermarsi e individuare “in Parlamento quei punti su cui si condensa un'amplissima maggioranza”. Anche se, come spiega al Foglio il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, “un punto su cui si condensa un'amplissima maggioranza già c'è”. E' la cosiddetta “leggina Englaro”, contenuta nel ddl Calabrò approvato dal Senato. Quella “leggina”, dice Sacconi, è “il ddl che il Consiglio dei ministri approvò all'unanimità ai tempi del caso Englaro, frutto di una discussione intensa e positiva”. Quel disegno di legge, figlio del “laicissimo criterio del dubbio e del laicissimo principio di precauzione per cui, nel dubbio, siamo per la vita”, diceva che alimentazione e idratazione non costituiscono terapia e non possono perciò essere sottratte a una persona.

    Questo testo è entrato a far parte del più ampio ddl Calabrò sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, e nello specifico “è stato votato a larghissima maggioranza in Senato a scrutinio segreto”. A questo punto, spiega Sacconi, le possibilità sono due: continuare la discussione sul ddl presentando emendamenti al testo, “ma sapendo che il governo è fermo sulla ‘norma Englaro'”, oppure “far emergere l'idea di estrapolare quest'ultima”, farla diventare legge e eventualmente rimandare il dibattito sul biotestamento a tempi più maturi. “D'altronde – conclude il ministro – la ‘norma Englaro' non riguarda l'accanimento terapeutico perché idratazione e alimentazione non sono terapie, nemmeno per il Pd, e non si riferisce alla fine di vita perché, come Eluana Englaro, riguarda persone che potrebbero vivere decenni”. La posizione di Sacconi è sottolineata anche dal deputato pdl Antonio Mazzocchi, che “da cattolico” spiega al Foglio di essere “d'accordo con l'appello dei laici”. Mazzocchi pensa sia però il caso prima di “approvare il ‘lodo Sacconi' che ci farebbe uscire dalla fase di emergenza, poi si discuta pacatamente in Parlamento”.

    Non la pensa così Benedetto Della Vedova, primo firmatario della lettera, convinto che puntare solo sul “lodo Sacconi” sia rischioso: “Vuol dire andare allo scontro su una cosa controversa anche dal punto di vista costituzionale”. Intanto il deputato del Pdl registra attorno alla sua posizione “un consenso ampio, non solo nello spirito ma anche nel merito: quelli erano venti nomi, ma non sono gli unici che l'hanno firmato”. Un'idea che “ha già un riscontro in termini di proposta di legge: è quasi pronto l'emendamento”, su cui Della Vedova è convinto si troverà una maggioranza, “soprattutto se Berlusconi lascerà libertà di coscienza”. Che ci sia un partito trasversale lo pensa anche Lino Duilio, deputato del Pd che ha accolto con “piacevole sorpresa” la lettera dei venti. Contrario alla “disciplina di partito” su questo argomento, Duilio pensa che si possa arrivare a una “essenzializzazione” del testo: “No a eutanasia e accanimento terapeutico, con alcune evidenze formali per evitare casi di abusi”. Stessi paletti che andrebbero messi per l'esponente del Pd in commissione Affari sociali della Camera, Livia Turco. L'ex ministro della Sanità dice: “Quella lettera ha tutto il mio apprezzamento per il metodo che suggerisce nell'affrontare il tema del fine vita, per la ricerca del dialogo con l'opposizione e, soprattutto, per il merito”. Apprezzamenti che arrivano, con distinguo, anche dal ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: “Sul biotestamento il Pdl è unito e la stessa lettera di Benedetto Della Vedova marca l'esigenza di una sintesi tra laici e cattolici, con esiti magari più liberali, ma dentro lo schema valoriale del partito”.

    Leggi il testo dell'appello dei venti deputati del Pdl

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.