Che ne dice, monsignor Marchetto, dei modi spicci di Sarkozy?

Giuliano Ferrara

L'immunità o inviolabilità di cui gode il presidente francese, frammista al conflitto di interessi tra il suo status di parte civile nel processo contro il rivale de Villepin e al tempo stesso capo di un esecutivo in molti modi influente sull'azione giudiziaria, è solo una parte del problema.

    Al direttore - Se a Parigi Sarkozy, che gode di immunità costituzionale e che sulla magistratura ha il potere che gli deriva dalla presidenza del Consiglio superiore, può essere parte civile nel processo contro de Villepin, a Roma non possono che venir meno quei luoghi comuni tanto amati dai collaboratori del quotidiano di Largo Fochetti. A Villepin, magari antipatico ma pur sempre “citoyen”, tocca subire un processo nel quale accusa e difesa non hanno le stesse armi e nel quale la terzietà del giudice tende a scomparire. Che cosa resta della mitica “égalité”, in nome della quale Berlusconi dovrebbe essere “citoyen” e basta? E qualora Villepin venisse assolto, come e perché negargli poi il diritto di ritorcere l'accusa di calunnia e falso contro chi lo aveva denunciato? Sono argomenti sui quali senso dello stato e senso della libertà dovrebbero suggerire comparazioni meno affrettate. Se avvenisse anche su “Repubblica”, chapeau!
        Luigi Compagna, senatore Pdl

    L'immunità o inviolabilità di cui gode il presidente francese, frammista al conflitto di interessi tra il suo status di parte civile nel processo contro il rivale de Villepin e al tempo stesso capo di un esecutivo in molti modi influente sull'azione giudiziaria, è solo una parte del problema; che dire, monsignor Marchetto, della energica azione di respingimento dell'immigrazione clandestina, arresti e deportazione di centinaia di persone in luogo ignoto?

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.