Prima della prima
Quando Giulia Innocenzi fece la sua prima apparizione ad Annozero, area giovani, in piedi, spigliata e polemica, sotto l'occhio famelico di Michele Santoro, il regista inquadrò il volto improvvisamente pallido di Margherita Granbassi. “Un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso”. E' andata, al femminile, come nella canzone di Battisti.
Quando Giulia Innocenzi fece la sua prima apparizione ad Annozero, area giovani, in piedi, spigliata e polemica, sotto l'occhio famelico di Michele Santoro, il regista inquadrò il volto improvvisamente pallido di Margherita Granbassi. “Un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso”. E' andata, al femminile, come nella canzone di Battisti: all'improvviso mi hai chiesto lei chi è, lei chi è. Lei è la nuova ventenne di Santoro (Bea, finite le principesche vacanze, scrive di inchieste scomode sul Fatto, e Margherita torna alla scherma senza aver lasciato il segno: ricordo, sono morta in un momento). Ragazza sinceramente democratica, partita da Alleanza nazionale e finita a combattere assieme ai Radicali per il diritto di staccare la spina in caso di bronchite (ironia), si è autocandidata alle primarie dei giovani del Pd, portando una botta di allegria e capelli biondi, ha condotto un programma su RedTv, “Punto G”, ora si occupa di ItaliaFutura, il pensatoio (advocacy group, per gli intimi) diretto da Andrea Romano e creato da Luca Cordero di Montezemolo. Ha venticinque anni, quindi è giovane davvero, non come i giovani quarantottenni che si lamentano di non trovare il loro posto nel mondo, ha ovviamente un blog ed è molto ambiziosa.
L'aristocrazia rivoluzionaria in tempi di crisi rischia di innervosire, invece la brava ragazza con parlata romagnola che mette in buca sorridendo soave Roberto Castelli e Niccolò Ghedini (durante un'altra partecipazione ad Annozero), si dà da fare in mille modi e non si intimidisce davanti alle fauci spalancate di Santoro può funzionare, potrebbe perfino resistere al plagio e non trasformarsi in una avvenente ghigliottinatrice. Fregando Santoro sul suo stesso terreno, l'egocentrismo sfrenato, usarlo e poi tradirlo, flirtando (ideologicamente) con Marco Travaglio ma senza diventare una valletta sanguinaria. Figlia di un albergatore di Rimini, Giulia Innocenzi avrà sufficiente uso della realtà da non chiedere all'intervistato: “Lei è operaio?”, con l'aria affascinata di chi era certa che gli operai fossero un escamotage letterario, una trovata filosofica, un argomento da brunch. Bea resta ineguagliabile e leggiadra, e per un attimo si era sperato di rivederli insieme, lui che ringhia: farabbbutti, e spacca qualche sedia, lei che si lamenta dell'assenza di taxi in stazione a Milano, dei troppi paparazzi in Costa Azzurra e spiega di indossare, come sua cognata Charlotte Casiraghi, esclusivamente jeans di cotone organico per non inquinare oltre questo brutto mondo. Ma Giulia Innocenzi, arrivata seconda alla segreteria dei Giovani democratici (le hanno preferito uno che parla come D'Alema), iperattiva, festaiola e furba, potrebbe finalmente ingoiare Santoro solamente fingendo di lasciarsi ingoiare.
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