Sdm risponde a un questionario un po' lunatico

Caro compagno (quasi) segretario Bersani, ma non ci davamo del tu?

Stefano Di Michele

Caro compagno (quasi) segretario Bersani, abbiamo noi ricevuto, c/o la nostra e-mail, e tramite link, la recente circolare (detta questionario: è tutta una questione, compagno Bersani, dentro 'sto partito), con la quale ci chiedi di rispondere ad alcune domande, diciamo politiche. Ben volentieri l'abbiamo fatto, anche come soci fondatori quali siamo e rimaniamo, pur se con alcune perplessità che non ti nascondiamo.

    Caro compagno (quasi) segretario Bersani, abbiamo noi ricevuto, c/o la nostra e-mail, e tramite link, la recente circolare (detta questionario: è tutta una questione, compagno Bersani, dentro 'sto partito), con la quale ci chiedi di rispondere ad alcune domande, diciamo politiche. Ben volentieri l'abbiamo fatto, anche come soci fondatori quali siamo e rimaniamo, pur se con alcune perplessità che non ti nascondiamo. Ben saggiamente, tu hai proposto per il nostro partito che verrà (per inciso: uno c'era e ve lo potevate mantenere) le regole di una bocciofila. Noi compagni di base siamo stati felici e d'accordo: dopo lo statuto del piddì (al cui confronto la lettura del trattato di Lisbona o dell'ultimo fascicolo di Italianieuropei è roba che si può fare alla fermata del tram) ci facciamo andare bene qualunque regolamento, bocciofila o condominio o dopolavoro ferroviario: non si sa se la sinistra farà così passi in avanti, ma i militanti tutti potranno risparmiare sul maalox. Solo che pure il tuo questionario, compagno (quasi) segretario, ha le sue complicazioni che qui non ti sto a dire, ma vorrei raccomandare, lì c/o il sottotetto di piazza SS. Apostoli dove avete trovato provvisorio accasamento, il massimo della vigilanza tecnologica oltre che democratica: sennò, si comincia così e si finisce su Facebook con la Madia.

    Qualche perplessità noi l'abbiamo avuta anche sui contenuti, caro Bersani. Prendi la domanda: “Secondo lei (adesso ci diamo del lei, tra compagni?, ndr) quali sono oggi i principali problemi del Partito democratico?”, dove offrite la possibilità di dieci risposte. Solo dieci? Ma chi ve lo ha fatto il questionario, Ezio Mauro? Per formulare adeguatamente un pensiero sulla questione, servivano almeno trenta pagine fitte fitte e a caratteri minuscoli, che qui mica si tratta di sapere come sono le tartine ai party di Casoria. Caro compagno (quasi) segretario, in pochi minuti abbiamo sbrigato la bisogna e consegnato la nostro opinione alle tue sapienti mani: tienila cara, come fosse aceto balsamico o un cd di Vasco. Certo, momenti di sospensione, nel frenetico contributo alla nostra comune sorte, ne abbiamo avuti. A un certo punto ci domandi: “Pensi ora a Dario Franceschini”. Urca! Cumè e pes te paier, come un pesce nel pagliaio, potrebbero dire, al compagno futuro segretario, tanto alcuni compagni della Bassa quanto certi della base. “Quali sono le cose che lei apprezza maggiormente in Dario Franceschini?”, chiedi.

    Qui le possibili risposte – in uno sforzo che la tua modestia ti impedirà di rivendicare, ma che il nostro intuito militante ha ben identificato – sono addirittura diciotto, così che a forza di guardare, avanti e indietro, qualcosa magari si può anche trovare. Uno sforzo generoso, questo tuo questionario, compagno Bersani. Un portarsi avanti, un farsi ancora una volta avanguardia politica come la nostra migliore tradizione esorta e come un'accorta prospettiva impone. “Un quadro aggiornato delle aspettative e delle valutazioni dei nostri elettori”: tutto questo, caro (quasi) segretario, la tua sagacia da storico dirigente saprà trarre dal nostro corrispondere al tuo invito. Ci chiedi pure di farti sapere quale “dei tre candidati le è piaciuto di più?”, ponendoti pari tra i pari, unitario e unificante, chiarezza politica ma disponibilità a dividere insieme vino ed erbazzone, per poi politicamente tornare alla questione di fondo: i tre candidati “dovrebbero confrontarsi principalmente: sui problemi del paese, sulle questioni interne al partito, non saprei” – e guarda che se, poco poco, continuate ancora sulle questioni interne del partito, con quello strano effetto di criceti che si affannano a vuoto sulla ruota, la faccenda butta male: hanno giusto l'altro giorno trovato la mummia di un mammuth piccolino di quaranta giorni, ci vuole niente per ritrovarne pure una di un partito di due anni.

    Per fare un esempio, certe lunghe interviste all'Unità con titolazioni genere: “Barbara Pollastrini a Fioroni:…”, che uno legge, pena e pensa: ma perché non si telefonano in privato e se la piantano di scassare pubblicamente? Confido che il mio apporto possa essere utile alla comune lotta, all'adunata dei cittadini democratici tutti del 25 ottobre p.v. dopo quella degli iscritti democratici tutti. Ma poi, per piacere, piantiamola con questa roba delle primarie – un torcibudella più che un evento democratico: mettetevi a fare qualcosa pure voi.  Ho visto un manifesto di Franceschini. “Generazione Primarie”, c'era scritto a caratteri cubitali: è pure così che si bruciano (o si scoglionano) le generazioni.