Lodo augelli far festa

Giuliano Ferrara

Berlusconi torna nelle aule giudiziarie. Ne vedremo delle belle. Il Cav. ha il fuoco nella pancia, fire in the belly, e non è tipo da bel gesto. Va avanti con il carburante della caparbietà e della volontà personale, sostenuto dal consenso di maggioranza degli italiani, che nemmeno gli avversari negano. Si terrà lontano da avventurose e inutili elezioni anticipate. Il problema non è Berlusconi, che nei processi ci sguazza e al combattimento dei galli è abituato da molti anni. Il problema è di sistema.

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    Berlusconi torna nelle aule giudiziarie. Ne vedremo delle belle. Il Cav. ha il fuoco nella pancia, fire in the belly, e non è tipo da bel gesto. Va avanti con il carburante della caparbietà e della volontà personale, sostenuto dal consenso di maggioranza degli italiani, che nemmeno gli avversari negano. Si terrà lontano da avventurose e inutili elezioni anticipate. Non farà nulla di temibile, tanto meno di dispotico, come ha insinuato un ansioso e puerile Franceschini nel corso di uno spento dibattito televisivo. Il problema non è Berlusconi, che nei processi ci sguazza e al combattimento dei galli è abituato da molti anni. Il problema è di sistema.

    Ancora una volta è una pronuncia togata a stabilire il passo della politica, l'agenda della vita pubblica italiana. Romano Prodi è caduto, meno di due anni fa, per un paio di incursioni d'assalto di magistrati meridionali, l'ambizioso e politicizzato De Magistris e il pm di un comune del napoletano, contro il suo ministro Guardasigilli. Ma Prodi non aveva il consenso del paese, era solo titolare di un evanescente pareggio elettorale e capo non riconosciuto di una coalizione nervosa, senza idee, ricca soltanto di conflitti interni esacerbati da culture ideologizzate e irriducibili inimicizie personali.
    Tuttavia questa nuova ambigua performance della Corte più illustre dell'ordine giudiziario segnala la persistenza e l'aggravamento di un equivoco rapporto tra giustizia e politica. I togati non hanno soltanto stabilito un'opinione a maggioranza, hanno bensì offerto una chiara indicazione politica di dissenso, anzi di ostilità, verso la nota presidenziale che il Quirinale allegò responsabilmente, nel luglio del 2008, alla sua firma in calce alla legge Alfano, regolarmente promulgata senza obiezioni di evidente incostituzionalità e senza rinvio alle Camere. E quando i supremi giudici della Repubblica si muovono come un Di Pietro, sono guai.

    Oltre a seguire con molta cura i suoi processi, e a pararsi da eventuali nuove sorprese
    , sempre possibili, il Cav. dovrebbe ingranare la marcia delle riforme. La vicenda Mills, a proposito di condizionamenti obliqui della politica, lo costrinse alla riproposizione dello scudo difensivo legale all'esordio della legislatura. Il governo e il suo leader dovettero cambiare passo, dopo un esordio parlamentare in cui Berlusconi si era presentato come una figura di unità e come un leader riformatore, auspicando ed alimentando un clima nuovo nei rapporti politici e istituzionali, e una convergenza generale verso la crescita, per un grande balzo in avanti dell'economia e della società italiana. Si ricominciò a svolgere il film già visto del conflitto permanente, strutturale, bipartisan, tra il circuito mediatico-giudiziario e la politica elettiva.

    Ma Berlusconi non ha intenzione di lasciarsi paralizzare dalle “enormità” giudiziarie, civili e penali, che lo incalzano. Confermare il consenso che lo circonda è utile e legittimo, ma bisogna farlo – questo è il punto su cui sta riflettendo – prima di tutto con palesi atti di liberalizzazione istituzionale, politica, economica e sociale. Occorre restituire agli italiani che lo seguono il senso di una grande partita collettiva, di una forte identità, paragonabile a quella degli esordi; e occorre dare agli italiani che lo avversano lo spazio democratico necessario a esprimersi compiutamente, esercitando nei fatti l'egemonia di chi guida la politica e non si lascia guidare dagli spiriti animali del vecchio partito delle procure. Oggi c'è un'opposizione fragile e confusa, ora troppo debole ora troppo aggressiva, ma l'obiettivo del governo e della maggioranza deve essere quello di ripristinare il funzionamento del sistema, isolando le provocazioni antipolitiche di Di Pietro e lavorando sui tempi lunghi di legislatura. 

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    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.