“Rovine sessuali occidentali”, ovvero l'autodefinizione di Frédéric Mitterrand
Da dove viene questa leggenda che il loro sesso sarebbe di una taglia ridicola? Io posso attestare il contrario, anche se non sono un fanatico dei paragoni superlativi che occupano i discorsi di certi pederasti”. Frédéric Mitterrand, ministro della Cultura francese, è apparso infastidito di doversi difendere al telegiornale delle venti, giovedì sera, per alcuni stralci di questo libro del 2005, “La mauvaise vie”, la vita cattiva.
Da dove viene questa leggenda che il loro sesso sarebbe di una taglia ridicola? Io posso attestare il contrario, anche se non sono un fanatico dei paragoni superlativi che occupano i discorsi di certi pederasti”. Frédéric Mitterrand, ministro della Cultura francese, è apparso infastidito di doversi difendere al telegiornale delle venti, giovedì sera, per alcuni stralci di questo libro del 2005, “La mauvaise vie”, la vita cattiva, in cui racconta in modo elegante, disinvoltamente sofferto e particolareggiato le sue notti d'amore a pagamento con i diseredati del mondo, i ragazzi thailandesi, giovani prostituti in “boxer immacolati” con addosso un numeretto, che alzano le braccia per mostrare meglio i corpi, si lasciano ammirare di profilo (“guardarlo da vicino, senza toccarlo, mi provocava un piacere violento”) e sorridono (“Aveva l'aria veramente contenta di venire con me”, scrive Mitterrand, perché anche pagando è più eccitante illudersi di avere vagamente conquistato: “Ho sentito che sarebbe stato vivo e fraterno”).
Mitterrand ha spiegato che non si tratta di un'apologia del turismo sessuale né della pedofilia, ha parlato di “fascinazione” e di letteratura, cose per intellettuali, ha assicurato che non si dimetterà e che continuerà a difendere gli artisti (anche se nell'appello per la liberazione di Roman Polanski ha esagerato per emotività, dice). Mitterrand sembrava soprattutto stupito che la giornalista gli facesse certe domande grossolane sui minorenni e sulla prostituzione, era come incredulo di trovarsi di fronte il mondo al posto del bel mondo in cui vive, il circolo di amici intelligenti, raffinati e moderni, in grado di cogliere l'eleganza del paragone tra le costole nude di un darling thailandese e quelle di san Giovanni Battista nei dipinti di Caravaggio, gente sofisticata che mai si turberebbe per un po' di turismo sessuale a scopo (anche) letterario. “No, lei non ha letto bene il libro”, diceva alla giornalista, perché nel libro Mitterrand descrive con disgusto parigino i club thailandesi per pederasti con la musica di Gloria Gaynor, l'acqua di colonia a buon mercato, le stanze con la moquette, le luci basse, gli show sinistri, la possibilità di prendere più ragazzi in una volta: “Uno spettacolo abominevole da un punto di vista morale, e di una volgarità respingente: ma mi attira al di là del ragionevole… i soldi e il sesso: io posso valutare, immaginare, raccontarmi delle storie in funzione di ciascun ragazzo: loro sono qui per questo e io anche… sono libero, assolutamente libero di giocare con il mio desiderio e di scegliere… da ieri sera questo è il quarto”.
Mitterrand ha poi dichiarato che mai coi minorenni, al massimo ha avuto momenti di passione con un ragazzo più giovane di lui di cinque anni (per quanto i thailandesi possano invecchiare alla grande, è difficile immaginare un irresistibile ed efebico thailandese cinquantenne che si aggira danzando in boxer in un club a pagamento). Ma Mitterrand, come l'ha descritto il Monde, è un artista, uno che fatica ad adattarsi ai codici della politica, un tipo imprevedibile che non rispetta il protocollo ma è sicuro della propria buona stella. Uno che ha trovato anche un'ottima definizione di sé, descrivendo il pubblico dei club thailandesi, “rovine sessuali occidentali”.
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