La passeggiata del giudice in “calze turchesi” e i linciaggi d'antan
Non mi piace il moralismo che denuncia compulsivamente, ossessivamente, pigramente la logica binaria, due pesi e due misure, se non altro perché ciascuna cosa, a parte l'ovvia necessità di una sola bilancia e di un solo metro, ha il suo peso e la sua misura, e il rifiuto che oppongo al relativismo non riguarda individualità di fatti, comportamenti e idee, ma la questione immisurabile del bene e del male. Però imbestialisco quando vedo quanti censori sono accorsi a sanzionare compunti, austeri, ditini alzati, lo stupido pedinamento televisivo di Canale5.
Non mi piace il moralismo che denuncia compulsivamente, ossessivamente, pigramente la logica binaria, due pesi e due misure, se non altro perché ciascuna cosa, a parte l'ovvia necessità di una sola bilancia e di un solo metro, ha il suo peso e la sua misura, e il rifiuto che oppongo al relativismo non riguarda individualità di fatti, comportamenti e idee, ma la questione immisurabile del bene e del male. Però imbestialisco quando vedo quanti censori sono accorsi a sanzionare compunti, austeri, ditini alzati, lo stupido pedinamento televisivo di Canale5, inutilmente curioso della passeggiata milanese del giudice “in calzini turchesi” che aveva comminato uno spropositato, grottesco risarcimento a Mediaset in favore di Cir.
Avrei voluto un po' di quello spirito censorio quando furono gettate le monetine a Craxi, sotto la sua casa romana; quando Cesare Previti o, prima di lui, i Poggiolini e mille altri sono stati prede della tv al citofono dei soliti mozzorecchi. Non credo possiate aver dimenticato l'indimenticabile, in fatto di violazione della privacy, di invito al linciaggio, altro che “calzini turchesi”.
Si concorda in redazione di dare la caccia al reprobo, secondo quello strano spirito di libertà che suggerisce di forzare le risposte alle domande, di insolentire chi si rifiuti di farsi pupazzo e ospite. Nel mirino della magistratura, quel tale è debole, penetrabile. E allora il possente Ruotolo o la bella Cuffaro lo pedinano, accolgono la sua Mercedes nera a fari vivi, si piazzano per ore sotto casa e citofonano a lungo e a sbafo, si invitano a pranzo a cena e alla prima colazione, non c'è orario né tregua, parlano con moglie e figli, con personale di servizio, sputtanano ben bene il reprobo nella massima libertà del servizio pubblico. Fosse capitato a me, certi calci in culo a domande e domandatori.
Piero Chiambretti, oggi brachinato e mediasettato, era uno specialista della rincorsa sarcastica, del pedinamento caciottaro, dell'ammiccamento linciatorio, negli anni in cui il terrore conveniva al “Postino”, e la leggerezza era ancora un mito in fieri. La brachinata Canale5 se la poteva risparmiare, questo è ovvio, ma le authority e i ciesseemme che ora propongono sanzioni e scioperi a tutela, dove erano mai quando il doppio, il triplo, il quadruplo di quello che è toccato al giudice Mesiano era toccato ai suoi imputati in attesa di giudizio
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