Lo scandalo perfetto

La sinistra è sempre avanti, non soltanto nelle voluttà

Annalena Benini

La maldicenza dipinge scenari pazzeschi: Repubblica arriva a scrivere che Marrazzo avrebbe dichiarato agli inquirenti di essere stato derubato dei soldi nel portafoglio durante un incontro mercenario con un transessuale. I soliti cinquanta o ottantamila euro per le piccole spese. “Si cerca di infangare l'uomo Marrazzo per colpire il presidente Marrazzo. Quel filmato, se davvero esiste, è un falso. E' stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala”. E' senz'altro così, ma se Marrazzo fosse stato ancora conduttore di “Mi manda Raitre”, avrebbe dovuto fare come Letterman.

    Di certo è tutta una balla, ma in ogni caso bisognerebbe andare a scuola da David Letterman anche in materia di ricatti. Il ricatto finisce appena viene svelato. Letterman cominciò qualche settimana fa una puntata del LateNightShow raccontando di essere stato vittima di un tentativo di estorsione (due milioni di dollari) per via di relazioncine con collaboratrici. C'è voluto del fegato, il ricattatore è stato arrestato, la faccenda è evaporata dopo un giorno circa di risate sui giornali (ma la moglie Regina, sposata soltanto sei mesi fa e madre di suo figlio cinquenne, non ha preso benissimo il coming out, visto che ha chiesto il divorzio). Piero Marrazzo, governatore del Lazio, è stato ugualmente, brutalmente ricattato, con un video rubato che forse lo mostra in boxer a casa di un transessuale, ma sarà un falso, lui dice di essere del tutto innocente, anche se sono stati staccati assegni dal suo carnet, invoca perizie calligrafiche, parla di “una bufala”, poi spiega che non aveva assolutamente sospettato che i ricattatori fossero carabinieri, ma a un certo punto dice che non sapeva nemmeno di essere ricattato.

    La maldicenza dipinge scenari pazzeschi: Repubblica arriva a scrivere che Marrazzo avrebbe dichiarato agli inquirenti di essere stato derubato dei soldi nel portafoglio durante un incontro mercenario con un transessuale. I soliti cinquanta o ottantamila euro per le piccole spese. “Si cerca di infangare l'uomo Marrazzo per colpire il presidente Marrazzo. Quel filmato, se davvero esiste, è un falso. E' stato sventato un tentativo di estorsione basato su una bufala”. E' senz'altro così, ma se Marrazzo fosse stato ancora conduttore di “Mi manda Raitre”, avrebbe dovuto fare come Letterman, andare e dire: “Buonasera, prima di cominciare vorrei raccontarvi un paio di cose”, sarebbe diventato l'idolo delle folle, l'esempio di una sinistra davvero avanti in tutto, non solo nelle voluttà. Perché è chiaro che il transessuale è il futuro, anzi già un po' presente, ragazze, rassegniamoci. Basta guardare le foto di Nicole Kidman a Washington mentre parla in qualità di ambasciatrice Onu di violenza sulle donne e donne oggetto. E' talmente gonfia e lucida che sembra o una donna che è appena stata pestata, per essere in tema con la violenza, o un uomo che si gonfia le labbra e gli zigomi per travestirsi meglio da donna. Insomma sembra un trans, e pochi anni fa era la donna più bella del mondo. Si è adattata a una moda, a un richiamo, al bisogno di sembrare un uomo modificato per piacere agli uomini.

    Sicuramente non è il caso di Marrazzo, vittima di un complotto teso a destabilizzarlo in vista delle regionali, ma i trans hanno soppiantato le donne. Giusto un anticone come il presidente del Consiglio, uno che dice “Cribbio” e compra bigiotteria per le signore, può essere rimasto ancora fermo alle donne bionde e appariscenti, al bisogno di avere alla sua tavola belle ragazze adoranti. Superato, demodé. C'è una battuta che gira da secoli, e che Roberto Benigni ha ripetuto nei suoi monologhi su Dante e sul mondo: “Quando voi stavate sugli alberi, noi eravamo già froci”, a segnare l'abisso culturale fra vecchiume e modernità, fra reazionari e progressisti. Tra l'altro scegliendo la svolta trans non si rischia di essere accusati di trattare le donne come oggetti, di azzerare le conquiste storiche del femminismo, di colpire la democrazia con l'uso del corpo femminile, di far vergognare l'Italia davanti al mondo. Se fosse vero insomma, e non è vero, sarebbe perfetto: massimo rispetto per le donne, che se proprio devono sentirsi umiliate per qualcosa è perché vengono loro preferiti ragazzi con i tacchi alti. Il rischio è che i ragazzi comincino ad arrabbiarsi, visto che il loro status viene sempre più spesso legato a faccende di mercenariato con signori importanti, e allora potrebbero anche loro e giustamente sfoderare le magliette: “Non sono un trans a sua disposizione”. Anche quello del trans oggetto è un problema serio.

    Comunque per fortuna non ci sarà nulla di vero, i ricattatori sono già stati arrestati e tutti esprimiamo solidarietà a Marrazzo per l'incredibile tentativo di estorsione. Una vicenda oscura e inquietante, ha detto Walter Veltroni, una criminalizzazione degli avversari politici che vengono indeboliti sul piano personale, ha detto Antonio Di Pietro. Ci si augura che Annozero non si metta sulle tracce del trans, che Michele Santoro non pretenda di portarlo in trasmissione per raccontare la sua verità, che nessun giornale pubblichi fotogrammi di quel video inesistente, che non si scatenino dozzine di transessuali in cerca di notorietà pronti a narrare i pagamenti, le abitudini e le conversazioni del governatore del Lazio. 

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.