Le pozzanghere del pettegolezzo

Annalena Benini

Un attacco centrato sui sanitari del cesso” è la definizione geniale di Marco D'Eramo per le vicende erotiche utilizzate come arma politica. Le foto scattate in bagno col telefonino da un paio di ragazze sono state sui giornali per mesi, in effetti, corredate da pensosi commenti. Tutti chiamati a discutere di puttane, di morale e adesso di viados e di Tor di Quinto.

    Un attacco centrato sui sanitari del cesso” è la definizione geniale di Marco D'Eramo per le vicende erotiche utilizzate come arma politica. Le foto scattate in bagno col telefonino da un paio di ragazze sono state sui giornali per mesi, in effetti, corredate da pensosi commenti. Tutti chiamati a discutere di puttane, di morale e adesso di viados e di Tor di Quinto. Con un'esaltazione sospetta, tra l'altro. Il fatto è che la lotta nel fango è irresistibile: segreti da svelare, vizi di cui adesso ci si vergogna meno se sono anche quelli di tizi importanti, nuovi nomi che sbucano all'improvviso, meschinerie totali, scandali all'ombra, l'improvvisa e spontanea riabilitazione della banalissima amante. Siamo tutti servette, adoriamo rotolarci nei pettegolezzi, sbaviamo per un segreto e speriamo intensamente che in quel segreto ci siano almeno un paio di tette, ma se ci sono anche ciglia finte e lamette da barba, andiamo in estasi da salotto, possiamo svernare contenti. Siamo tutti servette ma questo è fango da rotocalco, non da discorso politico.

    Ci divertiamo e allo stesso tempo ci vergogniamo,
    però non ci importa nulla delle dimissioni, stiamo volentieri in questo fango ma in un'altra pozzanghera, non pubblica, non collettiva. Anche l'autoblu a via Gradoli, insomma, non è il particolare più rilevante, quella è solo una scusa per potere cominciare il discorso. Tutti vogliono parlare di queste faccende, tutti, e del fatto che nel post Marrazzo nessun uomo sarà mai più al di sopra del sospetto trans e nemmeno della tentazione, ma si può farlo da sincere servette, senza contaminare la discussione pubblica, scegliendoci luoghi adeguati, pause pranzo, cene con altre servette, fino a che anche la pozzanghera verrà a noia. Ma elevare a cose serie i sanitari del cesso, quello no. Fingere che sia necessario intervistare le escort per avere un governo migliore, o inseguire un viados e farsi raccontare le abitudini dei vip per fare chiarezza sull'amministrazione della regione Lazio, è ridicolo. Anche moralizzare sui corpi in vendita è da servette. La differenza fra i due tipi di pozzanghere è la consapevolezza o meno di sguazzarci dentro.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.