Il significato umano e umanistico del crocifisso secondo padre Samir
“Il crocifisso ha un valore umano e umanistico”. Lo dice al Foglio padre Samir Khalil Samir. Gesuita nato in Egitto, vissuto in Libano, professore all'Université Saint Joseph di Beirut, al Pontificio Istituto Orientale di Roma e alle “Facultés Jésuites de Paris”, fondatore e direttore in Libano del Centre de Documentation et de Recherches Arabes Chrétiennes, è studioso di islam particolarmente apprezzato dal Papa.
“Il crocifisso ha un valore umano e umanistico”. Lo dice al Foglio padre Samir Khalil Samir. Gesuita nato in Egitto, vissuto in Libano, professore all'Université Saint Joseph di Beirut, al Pontificio Istituto Orientale di Roma e alle “Facultés Jésuites de Paris”, fondatore e direttore in Libano del Centre de Documentation et de Recherches Arabes Chrétiennes, è studioso di islam particolarmente apprezzato dal Papa. Per lui, “la decisione della Corte Europea dei Diritti Umani riguardo al divieto di affissare crocifisso nelle scuole italiane è grave”. “Essa – spiega – suscita una triplice riflessione: la prima sul crocifisso e suo significato, la seconda sulla Corte Europea e il suo orientamento, la terza sull'identità dell'Europa”.
“Il crocifisso – dice – è oggi un simbolo cristiano che parte da un fatto: un uomo chiamato Gesù e soprannominato Cristo è stato condannato a morte per crocifissione dal prefetto romano Ponzio Pilato nell'anno 30 circa. Il fatto è riportato da storici giudei e romani del primo secolo. Da quest'atto volontariamente accettato dal Cristo (e dalla sua risurrezione affermata dai suoi discepoli) è nato il cristianesimo.”
“Da allora, il crocifisso, oggetto di obbrobrio, è diventato simbolo di fede per miliardi di persone e più ancora simbolo di amore. Quest'uomo Gesù ha così rovesciato il senso della croce, a causa della propria vita: morendo, ha dato significato al fatto di dare la vita per altri. Così la croce, indipendentemente dal cristianesimo e dalla fede cristiana, ha preso un significato umanistico: dare la vita per salvare altri è l'atto umano più nobile”.
“Ora, nel mondo contemporaneo, questa realtà è diventata rarissima. Anzi, vediamo dappertutto nient'altro che atti di violenza per ‘farsi giustizia'. Atti di violenza che suscitano violenza più grande, e così ad infinitum. Il crocifisso, ben inteso e ben spiegato ai bambini, è l'antitesi della violenza. Lo dice anche Paolo, nella sua lettera agli Efesini (cap. 2: 13-17): ‘Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo (cioè alla sua croce). Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due (cioè credenti e non credenti) un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne (cioè la sua croce), la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini'”.
“Certo, il crocifisso ha significato particolare per il cristiano, ma può avere un significato umanistico bellissimo per ogni essere umano. Ed è in questo senso che il non cristiano (ebreo, musulmano, non credente, ecc.) lo deve prendere. Siccome il cristianesimo (in particolare nella forma cattolica) ha modellato l'Italia, è certo che è diventato un elemento profondissimo della cultura italiana. Insegna a rinunciare a se stessi per gli altri fino a dar loro la propria vita per amore; insegna a sopportare le difficoltà e le sofferenze della vita quotidiana, come elemento normale della condizione umana, senza per questo rassegnarsi al fatum; insegna a mai cedere alla violenza contro altrui, anche in nome dei più nobili ideali; insegna il rispetto altrui”.
“Come ha spiegato Aldo Giordano, osservatore permanente al Consiglio d'Europa, ‘il simbolo della croce è un simbolo che impressiona proprio perché è un simbolo che unisce, raccoglie, va veramente al di là delle differenze, anche delle differenze di Credo'. Sinceramente, non vedo come potrebbe ‘suscitare la discriminazione contro le donne e gli omosessuali', come ha preteso la signora Solie Lautsi. Tutto questo ci pone delle domande sul valore di questa “Corte Europea dei diritti umani” e sulla sua filosofia. Ci pone inoltre domande sulla concezione che si fa della cultura e dell'identità dell'Europa, diffusa tra uomini di decisione. Al limite, ci ha l'impressione che le identità estranei all'Europa hanno più diritto ad esistere che le identità millenarie! E' un autoflagellazione che va sempre più di moda!”.
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