Il Papa va alla Fao, disertata dai grandi
Nell'indifferenza globale B-XVI spiega perché la fame nel mondo non è un problema demografico
Ancora una volta controcorrente. Di questo è segno l'arrivo di ieri del Papa al vertice dell'organizzazione mondiale dell'Onu per il cibo e l'agricoltura (Fao). Controcorrente rispetto ai molti leader dei paesi ricchi che hanno disertato l'incontro. E controcorrente per le soluzioni indicate, spesso in dissenso da quanto la Fao predica e persegue.
Leggi Ecco due problemi non risolti di cui alla Fao non parleranno - Leggi il discorso di B-XVI - Leggi I padroni del pianeta
Ancora una volta controcorrente. Di questo è segno l'arrivo di ieri del Papa al vertice dell'organizzazione mondiale dell'Onu per il cibo e l'agricoltura (Fao). Controcorrente rispetto ai molti leader dei paesi ricchi che hanno disertato l'incontro. E controcorrente per le soluzioni indicate, spesso in dissenso da quanto la Fao predica e persegue.
La presenza di Benedetto XVI è stata un segnale offerto anzitutto ai tanti leader assenti. Per dire che, nonostante la mancanza di risultati dell'agenzia specializzata delle Nazioni Unite – significativo quanto scrisse l'Osservatore Romano a conclusione del vertice del giugno 2008: “Tante parole, nessuna soluzione” – vale la pena provarci: “Desidero rinnovare – ha detto ieri il Papa –, in continuità con i miei predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II, la stima per l'azione della Fao”. E che vale la pena provarci l'ha scritto ancora ieri sempre l'Osservatore che ha auspicato ascolto e “scelte concrete”. Scelte che sembrano tardare: nessuno dei 192 paesi dell'organizzazione Onu accetta di impegnare nuovi fondi per combattere la fame nel mondo. E la cosa è notata dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf, che ha espresso “rammarico” e “insoddisfazione”. Tanti i leader dei paesi ricchi assenti: Barack Obama, Nicolas Sarkozy, Angela Merkel, Gordon Brown. E anche se di rilievo sono state le presenze del presidente della Commissione europea José Barroso, del premier turco Tayyip Erdogan e del brasiliano Ignácio Lula da Silva, si notava che tra i leader dei paesi del G8 c'era soltanto il “padrone di casa” Silvio Berlusconi.
A tutti il Papa ha chiesto più impegno e “un assetto di istituzioni economiche in grado di garantire un accesso al cibo e all'acqua regolare e adeguato”. E che a ogni paese sia garantito il diritto di “definire il proprio modello economico”. La Fao più volte ha sostenuto che c'è una relazione di causa-effetto tra crescita della popolazione mondiale e fame. Ieri il Papa ha detto altro: la “deprecabile distruzione di derrate alimentari in funzione di lucro economico” dimostra l'opposto. “La terra può nutrire tutti i suoi abitanti”, e la fame dipende da “scarsità di risorse sociali”, tra queste il deficit della struttura e del funzionamento del potere.
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