"Disintegrazione del mito dell'Oloausto" - Ecco il libro del dr. Ahmadinejad
“Disintegrazione del mito dell'Olocausto: le idee e i pensieri del dottor Mahmoud Ahmadinejad”. E' questo il titolo del nuovo libro del presidente dell'Iran. E' stato pubblicato in farsi, la lingua degli iraniani, e in arabo, pronto per essere esportato in tutto il mondo islamico. Siamo venuti in possesso di una parte della traduzione in inglese. E' un saggio ambizioso di 274 pagine che sintetizza il pensiero e le parole sugli ebrei, Israele e l'Olocausto del primo capo di stato islamico che ha elevato il negazionismo a politica governativa.
“Disintegrazione del mito dell'Olocausto: le idee e i pensieri del dottor Mahmoud Ahmadinejad”. E' questo il titolo del nuovo libro del presidente dell'Iran. E' stato pubblicato in farsi, la lingua degli iraniani, e in arabo, pronto per essere esportato in tutto il mondo islamico. Siamo venuti in possesso di una parte della traduzione in inglese. E' un saggio ambizioso di 274 pagine che sintetizza il pensiero e le parole sugli ebrei, Israele e l'Olocausto del primo capo di stato islamico che ha elevato il negazionismo a politica governativa.
Pochi mesi dopo essere stato eletto nel 2005, Ahmadinejad suscitò reazioni indignate in occidente profetizzando “la sparizione dalle carte geografiche” di Israele e definendo “un mito” l'Olocausto. Nel dicembre del 2006 organizzò a Teheran una conferenza internazionale revisionista sulla Shoah, con la partecipazione dei più noti negazionisti europei e americani. Al ministero della Cultura Ahmadinejad ha appena portato Mohammed Ali Ramin, docente di filosofia a Teheran e suo “cervello” nelle campagne negazioniste da quando è diventato presidente.
“La santa al Quds (Gerusalemme in arabo, ndr) e la Palestina sono fra le questioni fondamentali per il mondo islamico”, esordisce Ahmadinejad nel libro. “La creazione del regime d'Israele nella storica e islamica patria della Palestina non è una questione che possa essere abbandonata all'oblio sotto il pretesto dei negoziati multilaterali”. Dimenticare i “crimini” dei sionisti secondo Ahmadinejad equivale a negare l'onore di tutto l'islam. “E' diritto inerente dei palestinesi che la terra di al Quds torni a loro. Non dimentichiamo che per secoli al Quds è stata il fronte del confronto fra la terra dell'islam e la terra degli infedeli. Abbandonare l'oppressa nazione dei palestinesi significa umiliare tutto il mondo islamico”.
Ahmadinejad rivendica di aver riportato al centro della politica iraniana la questione palestinese. “Offrendo una lettura nuova del falso mito dell'Olocausto e di come questo sia legato alla creazione del falso regime di Israele, il presidente della repubblica islamica dell'Iran ha riportato la Palestina al centro del discorso islamico nel mondo”. Il libro è suddivo in otto capitoli, così titolati: “Le dimensioni globali della questione palestinese”, “L'obiettivo dietro la creazione del regime sionista”, “La Palestina agli occhi delle potenze mondiali”, “La rivoluzione islamica in Iran e il dovere di sostenere la liberazione di al Quds”, “Il sionismo oggi”, Il Libano e la felice conclusione dell'aggressione sionista” e “Il regime sionista sulla strada della disintegrazione”.
Sembra un programma di governo. E' grazie a una fondazione francese, l'Aladdin Project, se siamo venuti a conoscenza di questo libro. “Gli iraniani lo stanno traducendo in molte lingue, fra cui l'arabo e l'inglese”, ci dice il direttore Abe Radkin. “E' un libro importante, perché è la summa della filosofia di Ahmadinejad e della sua strategia per la negazione dell'Olocausto. E' un libro ideologico e teorico, ma anche strategico per capire come Teheran stia usando la questione dell'Olocausto contro Israele e l'occidente. Ahmadinejad non nega soltanto le camere a gas, utilizza il negazionismo come piattaforma contro Israele per delegittimare l'esistenza dello stato ebraico”. Da quando Ahmadinejad ha assunto il potere in Iran, quattro anni fa, 330 libri contro l'Olocausto sono stati tradotti e pubblicati dal regime. E' una gigantesca e spaventosa industria culturale contro gli ebrei e Israele.
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