Il conservatorismo contemporaneo di Scruton
Si conclude con un elenco di consigli di letture il “Manifesto della destra divina” (Vallecchi) di Camillo Langone. Accanto alla Bibbia e a Dante, compaiono Pier Paolo Pasolini, Josemaría Escriva de Balaguer, Luigi Giussani, Nicolás Gómez Dávila, C.S. Lewis, Orazio, Fernando Pessoa e Nikos Salingaros. C'è anche il filosofo inglese Roger Scruton, il letterato-predicatore, uno dei massimi esponenti del conservatorismo contemporaneo, “l'anima culturale della Thatcher Revolution”.
Si conclude con un elenco di consigli di letture il “Manifesto della destra divina” (Vallecchi) di Camillo Langone. Accanto alla Bibbia e a Dante, compaiono Pier Paolo Pasolini, Josemaría Escriva de Balaguer, Luigi Giussani, Nicolás Gómez Dávila, C.S. Lewis, Orazio, Fernando Pessoa e Nikos Salingaros. C'è anche il filosofo inglese Roger Scruton, il letterato-predicatore, uno dei massimi esponenti del conservatorismo contemporaneo, “l'anima culturale della Thatcher Revolution”. Proprio a Scruton, autore del saggio “Il manifesto dei conservatori” e giudicato dal New Yorker “uno dei più influenti filosofi al mondo”, abbiamo chiesto un parere su questa biblioteca. “Sono d'accordo con l'elenco di libri”, ci dice Scruton. “E con piacere vedo che c'è anche il mio amico Nikos Salingaros, per il quale la vita nell'architettura è il fondamento della comunità umana, il presupposto per il nostro abitare.
Per lui il problema sta nello spirito di decostruzione, che si è diffuso nel mondo intellettuale al pari di un virus impedendo le normali forme di pensiero. Nella lista di libri che c'è anche Jean Clair, uno degli ultimi autentici critici d'arte. Ha fatto bene l'autore a inserire Luigi Giussani, un protagonista della causa italiana che si è opposto alla cultura che sta dietro al '68, al suo nichilismo, favorendo la ricerca di Dio”. Scruton parla anche di T.S. Eliot. “Eliot ha colto la distinzione tra una nostalgia volta al passato, che non è altro che un'altra forma di sentimentalità moderna, e una tradizione genuina che ci dà il coraggio e l'ottica giusta con i quali vivere nel mondo moderno. Eliot ha ereditato quel grande bene dello spirito pubblico che è il dono della democrazia americana al mondo moderno. Ma non era democratico nei sentimenti, poiché credeva che la cultura non potesse essere affidata al processo democratico, proprio per questa incuranza nei confronti delle parole, questa abitudine ai clichè ottusi, che sempre si presentano quando si reputa che chiunque abbia uguale diritto di esprimersi. La risposta deve trovarsi nella religione e, in particolare, nel linguaggio comune che una religione tradizionale dona sia alla grande cultura dell'arte sia alla cultura di base della gente. La religione è la linfa di una cultura”.
Ma il conservatorismo non ha bisogno soltanto di libri, conclude Scruton. “Per dieci anni prima del 1989 ho visitato i paesi dell'Europa orientale per sostenere l'educazione clandestina attraverso reti di dissidenti. Venivo caricato in auto agli angoli delle strade e portato in appartamenti pieni di fumo, dove mi aspettavano studenti venuti lì soltanto per incontrarmi. Ogni colpo alla porta era accolto da un silenzio glaciale. C'erano libri in molte lingue sugli scaffali e un crocifisso alla parete. Nel 1985 venni arrestato dalla polizia cecoslovacca, ma ci siamo fermati soltanto quando quelle catacombe sono state aperte. E l'Unione europea ha facilitato la transizione dal comunismo. Oggi però, oltre ai libri, c'è bisogno anche di una leadership che affronti la macchina europea determinata a brutalizzare lo spirito della cristianità e a favorire un nuovo tipo di nichilismo materialista. Forse è dall'Italia che inizierà la battaglia per l'anima europea. Il primo passo è ignorare il recente pronunciamento contro il crocifisso nelle aule scolastiche da parte della Corte europea dei ‘diritti inventati'. Il passo successivo è disobbedire a tutte le leggi imposte nel paese dai suoi nemici”.
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