Tacchi alti e autopsia

Annalena Benini

E' morta asfissiata la Brendona, il donnone-omone su cui tutti avevamo scherzato nelle ultime settimane, guardando le foto, leggendo le interviste, divertendoci a entrare almeno in forma di pettegolezzo malizioso in quella sfera notturna, infernal borghese e modaiola delle signore con la barba e l'ottava di reggiseno che piacciono molto agli uomini e molto degli uomini sanno. Finora è stato un gioco, l'incursione in un mondo colorato, labbruto, trasgressivo ma non troppo perché ogni trans intervistata sui giornali o ospitata in televisione portava ventate di tinello e di torte di mele nel nostro guardonismo.

    In un film bellissimo di Pedro Almodóvar, “Tutto su mia madre” (1999), il transessuale Agrado (“Mi chiamo così perché ho sempre cercato di rendere la vita più gradevole agli altri”) dice di sé con fierezza: “L'unica cosa autentica che ho sono i sentimenti e i litri di silicone”. Amore, silicone e adesso brutta morte, che raggiunge e supera il mondo variopinto e transex di Almodóvar, dove c'è sempre qualcuno che muore ammazzato e c'è sempre un trans avvezzo alla naturalità della tragedia (e alle bastonate con cui una volta gli ammaccarono il naso appena rifatto: “Lo so che mi dà personalità, però se l'avessi saputo non me lo toccavo”), quindi in grado di consolare, ironizzare e filosofeggiare. E' morta asfissiata la Brendona, il donnone-omone su cui tutti avevamo scherzato nelle ultime settimane, guardando le foto, leggendo le interviste, divertendoci a entrare almeno in forma di pettegolezzo malizioso in quella sfera notturna, infernal borghese e modaiola delle signore con la barba e l'ottava di reggiseno che piacciono molto agli uomini e molto degli uomini sanno.

    Finora è stato un gioco, l'incursione in un mondo colorato, labbruto, trasgressivo ma non troppo perché ogni trans intervistata sui giornali o ospitata in televisione portava ventate di tinello e di torte di mele nel nostro guardonismo: brave donne anche se puttane, sani principi anche con la coca sul tavolo, e poi pantofole e focolare alternativo, il gran bisogno degli uomini di essere ascoltati e coccolati, la gentilezza di Lola e delle altre, il buon senso, la difesa affettuosa dei propri clienti, i titoli sentimentali: “Ero la fidanzata di Marrazzo”, i battibecchi fra trans tipici della rivalità fra femmine, solo più macchiettistica, le unghie laccate e la cura del viso, dei capelli, delle sopracciglia, lo sforzo di comportarsi da signore anche mentre si parla di marchette.

    Niente come una Chanel ti fa sentire rispettabile”, dice Agrado, il trans assoluto e commovente di Almodóvar, raffinata e poetica mignotta che odia le drag queen “Qui in strada ogni giorno è peggio, sorella mia, e come se non bastasse la concorrenza delle buttane, le drag ci stanno spazzando via. Non le sopporto le drag, sono delle svergognate, hanno confuso il circo col travestitismo, ma che dico circo: il mimo! Una donna è capelli, unghie lunghe, una bocca buona per spompinare o criticare, ma scherziamo? Dove si è mai vista una donna calva. Non le sopporto. Sono delle svergognatissime!”.

    Era una favola anche attorno a via Gradoli, nonostante la cocaina e i ricatti: Natalie che fa un servizio fotografico per Novella2000 facendosi prima accompagnare a comprare vestiti all'Oviesse, molto orgogliosa della vittoria a un concorso di bellezza, Natalie che racconta delle coccole, delle chiacchiere, della famiglia, del fidanzato brasiliano e di quello italiano, e tutti i vicini di casa, famosi e non, che confermano quanto sono gentili queste ragazzone che fanno la spesa e aiutano a scendere le scale col passeggino, ci si incontra dal parrucchiere, buongiorno buonasera, le diete, gli ormoni, l'eye liner, le sedute dall'estetista per eliminare la barba con il laser, gli occhialoni alla Monica Bellucci, il sense of humour di chi ha molto vissuto.

    Ma ora è morta Brenda, in strane circostanze, con il computer tuffato nel lavandino, il fuoco di un incendio forse doloso, le valigie pronte, un cellulare rubato giorni fa e molta paura addosso, come raccontano le altre amiche trans in lacrime, compagne di strada e di chirurgo plastico, avvezze a spettegolare e soprattutto a tenere segreti.  “Io so tenere bene, benissimo la bocca chiusa”, dice Agrado quando non vogliono spiegarle cosa sta succedendo: “Se sono un modello di discrezione, perfino quando succhio un uccello so essere discreta. La quantità di uccelli che ho succhiato nei luoghi pubblici senza che nessuno, tranne l'interessato, se ne accorgesse”. Almodóvar è compiuto: via Gradoli non è più solo qualcosa di cui sparlare, è rossetto e morte, extension e assassini, tacchi alti e autopsia.

    • Annalena Benini
    • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.