Il futuro della rete in un convegno dell'IBL

La privacy secondo Facebook

Matteo Castelnuovo

"Più privacy su Facebook!". Ad annunciarlo: Mark Zucherberg, il fondatore del social network più famoso e invadente del mondo.
In una lettera agli utenti, ormai arrivati oltre i 350 milioni, infatti, spiega che presto: "Verranno apportate alcune modifiche per offrire un servizio migliore. In modo da consentire di avere un maggiore controllo sulle proprie informazioni".

    "Più privacy su Facebook!". Ad annunciarlo: Mark Zucherberg, il fondatore del social network più famoso e invadente del mondo. In una lettera agli utenti, ormai arrivati oltre i 350 milioni, infatti, spiega che presto: "Verranno apportate alcune modifiche per offrire un servizio migliore. In modo da consentire di avere un maggiore controllo sulle proprie informazioni". Un tema scottante, quello del controllo dei servizi telematici, trattato proprio in questi giorni anche dall'Istituto Bruno Leoni, all'interno del secondo incontro del settimo ciclo di seminari Rothbard.

    Durante l'evento Massimiliano Trovato, da anni "fellow" dell'IBL, ha parlato del futuro della rete, affrontando il tema di Internet e delle sue prospettive. "Da un punto di vista filosofico-politico – ha spiegato Trovato –  si può osservare che la compatibilità di delitti come la diffamazione e le violazioni della privacy, con l'architettura e i principi di una società libera, sia aperta a discussioni. Mentre, da una prospettiva tecnico-giuridica, è lecito esprimere rilevanti perplessità in merito ai criteri della legittimazione processuale. A tal proposito, è controversa anche la questione della competenza territoriale. La quale individua come luogo di consumazione dell'eventuale reato quello in cui trovano posto i server che hanno ospitato il contenuto in questione".
     
    Partendo da vicende del passato, come il processo contro Google Inc. da parte dell'associazione Vivi Down del 2006 e la causa LVHM contro eBay del 2008, lo studioso ha supposto, quindi, che: "Qualcuno potrebbe pensare che l'interesse per la responsabilità penale dei fornitori di servizi internet sia eccessivo. Però, questo, è un tema destinato a esercitare un'influenza fondamentale sulla futura evoluzione del web e a dettare i confini e le condizioni di tale sviluppo". Prendendo spunto dagli articoli 12-15 della direttiva UE (che disciplina nel dettaglio la responsabilità dei prestatori intermediari) ha individuato, poi, tre categorie fondamentali di servizi, nel cui ambito il provider non può essere ritenuto responsabile delle informazioni trasmesse. Dal mere conduit (il “semplice trasporto” di informazioni fornite dall'utente ad uno o più destinatari, di cui all'art.12), all'hosting (la memorizzazione di informazioni fornite dall'utente su un server di proprietà del fornitore, di cui all'art. 14), al caching (la temporanea memorizzazione di contenuti forniti dall'utente al fine di rendere l'informazione velocemente ed economicamente accessibile, di cui all'art. 13).

    "Al momento, inoltre – ha specificato Trovato – è tecnicamente impossibile pensare che un provider possa filtrare tutti i contenuti che gli vengono sottoposti dagli utenti. Un servizio come Youtube, per esempio, riceve ogni minuto una quantità di video nell'ordine di grandezza di alcune ore. Ma, in ogni caso, se in un futuro la tecnologia giungesse a uno stadio di sviluppo tale da garantire la possibilità di automatizzare il controllo preventivo dei contenuti, ci troveremmo comunque di fronte a uno scenario oneroso e indesiderabile, con l'effetto di sviare l'elementare principio di responsabilità".
     
    In conclusione: l'individuazione di una posizione di responsabilità dei fornitori di servizi per i contenuti caricati dagli utenti, si determinerebbe una drastica riduzione nella fornitura di questi servizi. Determinando, così, una sconfitta grave per la libertà d'espressione. Indebolita, in questo caso, dalla necessità dei provider di porre un controllo inattaccabile e di salvaguardarsi da qualsiasi conseguenza legale. Determinando di conseguenza una perdita di valore e di interesse del sistema che si accartoccerebbe su se stesso.