Vita Prada
"Spesso mi capita di vedere donne che non sanno come vestirsi ed è sempre un dramma”. Dev'essere terribile passare accanto a Miuccia Prada conciate male, magari con addosso la massima banalità, calze d'inverno e gambe nude d'estate: lei “ama sfottere le stagioni”, ha scritto Gian Luigi Paracchini, inviato del Corriere della Sera, in “Vita Prada” (Baldini Castoldi Dalai), un monumento a Miuccia e al marito Patrizio Bertelli, coppia d'avanguardia.
"Spesso mi capita di vedere donne che non sanno come vestirsi ed è sempre un dramma”. Dev'essere terribile passare accanto a Miuccia Prada conciate male, magari con addosso la massima banalità, calze d'inverno e gambe nude d'estate: lei “ama sfottere le stagioni”, ha scritto Gian Luigi Paracchini, inviato del Corriere della Sera, in “Vita Prada” (Baldini Castoldi Dalai), un monumento a Miuccia e al marito Patrizio Bertelli, coppia d'avanguardia. Lui va in giro per i negozi Prada del mondo a frantumare col martello specchi che ingrassano, lei dentro l'ufficio ha quel famoso scivolo, ovviamente un'opera d'arte, col quale dal terzo piano si viene catapultati in cortile.
Sembrerebbe la botola per far sparire gli scocciatori, invece pare che gli ospiti vi aspirino massimamente: “Alla fine d'un incontro con Lei, se la giornata è buona, se l'umore (il suo, ovviamente) è buono, se tutto è filato liscio, può essere che l'Esperienza ti venga consentita”, quindi dopo essere scivolati e sopravvissuti a stento bisogna ringraziare entusiasti la signora, che dall'alto saluta impercettibilmente con la mano prima di scomparire. “Valentino, the Last Emperor” e “The September Issue”, dedicato ad Anna Wintour, vengono così ridotti a ritratti di gente alla mano.
“Vita Prada” significa chiamare vino frizzante lo champagne, avere addetti stampa con quarantasette cognomi, possedere una fra le collezioni di gioielli più belle d'Europa secondo Anna Wintour, per l'occasione trasformata in una specie di cameriera, essere tormentate a volte dal pensiero che dovrebbero vestirsi Prada soltanto le persone che se lo meritano, ma dopo una breve pennichella di riflessione recuperare l'impulso di pradizzare il mondo. Soprattutto trovarsi un giorno a Parigi senza le caramelle preferite al gusto Mou, le Alpenliebe (che fanno molto Heidi ma hanno a che vedere con la sfida concettuale, come direbbero lei e i suoi biografi, del “vestirsi da racchia”). “E' apparsa afflitta, con grande panico nel suo seguito. Così da Milano è partito subito uno scudiero ben rifornito e la lacuna è stata rapidamente colmata”, nel sollievo generale.
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